[Traduzioni] Le memorie di Guybrush Threepwood
Moderatore: Bucanieri Dei Caraibi
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Re: Le memorie di Guybrush Threepwood
Auguri per il tuo lavoro!
Monkey Island II - LeChuck's revenge
- Federico M.
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Re: Le memorie di Guybrush Threepwood
Qui sei sempre il benvenuto ed è sempre un piacere sentirti. Ognuno ha i suoi impegni e le sue priorità fuori dal forum (per fortuna!), quindi non avere fretta. Tradurre monkey1 prima di monkey2 direi che ha senso. Poi magari quando tornerai su monkey2 avrai anche più esperienza.turok ha scritto:Ragazzi, grazie davvero tanto, perché mi fate sentire parte di una famiglia, proprio ora che sto lavorando all'estero.
Cmq, tornando a noi, penso che comincerò a tradurre la novellizzazione di Monkey Island I, lasciando, per il momento, da parte la novellizzazione di Monkey Island II.
Scusatemi per le attese, che ora diverranno più lunghe, visto il lavoro intrapreso e la lingua da apprendere (proprio l'inglese).
Ancora grazie.
In bocca al lupo per tutto!
Re: Le memorie di Guybrush Threepwood
Innanzitutto scusate perché ho fatto un macello, in quanto non ricordavo dove avevo messo la parte da tradurre di monkey 1 e quindi ho tradotto MI2.
Cmq, ho risolto ed ho ritrovato il file; comincio a tradurlo a velocità molto ridotta, visti gli impegni.
Sempre grazie e ciao.
Nelle profondità del cuore dei Caraibi, avvolta da nebbie tropicali, ecco Melee Island™.
Era una piccola isola, densamente popolata. C'erano varie zone pianeggianti e catene montuose, ma nessuna vetta era così alta come la guglia rocciosa, che torreggiava sopra il villaggio. Sul suo picco pianeggiante, un vecchio vigilava vicino a un fuoco ardente scrutando il mare. Alle sue spalle, ansimante, si avvicinava una figura minuta con una camicia bianca e con un codino castano sudato. La salita fino alla cima era stata un pò faticosa. Ripreso fiato, il nostro si guardava intorno. La vista da qui era magnifica, o perlomeno lo sarebbe stata, se ci fosse stato qualcosa da guardare oltre al mare illuminato dal chiarore della luna piena. Un piccolo sentiero scendeva verso il villaggio. Il vecchio non sembrava molto interessato al ragazzo che si stava avvicinando al fuoco. "Salve!", disse il giovane allegramente. "Mi chiamo Guybrush Threepwood, e voglio diventare un pirata!"
Il vecchio si fece indietro e si voltò.
"Yikes!" esclamò. "Non dovresti avvicinarti in quel modo!" Tremava un pò per la brezza.
Guybrush tossì educatamente per richiamare l'attenzione - la vecchia sentinella, infatti, gli stava mostrando lo zigomo sinistro - ma ciò non fece girare il vecchio che lo cercava ancora in un punto indefinito a novanta gradi da dove Guybrush si trovava. "Ehm ... Sono da questa parte" aggiunse cortesemente.
Il vecchio occhialuto, si girò un altro pò. "Ah! Bene, allora, Thriftweed--"
"THREEPWOOD," lo corresse il ragazzo. "Guybrush THREEPWOOD".
La sentinella si aggiustò un pò gli occhiali, ma ciò non faceva capire cosa stesse guardando, o cercando di guardare. Prima di vedere quel piccolo giovane con la coda di cavallo, i pantaloni neri e una camicia bianca rimboccata nei calzoni, il vecchio stava scrutando, molto lontano, in modo piuttosto energico e zelante. "Ho capito." disse la sentinella. "Allora, vuoi diventare un pirata, eh? Sembri più un rappresentante di biancheria. Ma se sei veramente serio, dovresti andare a parlare con i capi dei pirati. Li troverai allo Scumm bar."
"Hey, Grazie!" esclamò Guybrush. "Lo farò. Addio. vado a cercare fortuna!"
"Auguri" disse la sentinella, in un tono un pò aspro. Guybrush si girò e si incamminò verso il sentiero che conduceva al villaggio. Ad un certo punto si fermò. "Um.." Si voltò indietro verso la sentinella, che era tornata alla sua attività quotidiana. "Dove hai detto che si trovano questi capi pirati?"
"AlLO SCUMM BAR", disse la sentinella, impassibile.
"Bene. Grazie." Guybrush pensò di dire qualcos'altro, ma poi cambiò idea e cominciò la sua strada lungo il sentiero.
CAPITOLO I - LE TRE PROVE
Fu necessaria una lunga ed estenuante discesa prima che Guybrush si trovasse in prossimità delle prime case del villaggio. La gran parte della spossatezza derivava dalla concentrazione dovuta allo scendere una scalinata in pietra larga cinque piedi, ripida, tortuosa, e con dei veri e propri dirupi da entrambi i lati. Guybrush si asciugò il sudore dalla fronte, ma era ancora di buono spirito. Dopo tutto, stava per parlare con il capi dei pirati. Il futuro sembrava pieno di possibilità.
La strada sotto i suoi piedi era più larga del sentiero, e ora Guybrush si trovava a vagare tra gli edifici del villaggio, illuminati al loro interno dalla luce di gialli candelabri. Un manifesto, che Guybrush si fermò a leggere, era stato attaccato al muro di una grande baracca vicina al mare. "Rieletto il Governatore Marley. 'Quando c'è un solo candidato, c'è una sola scelta.'" Era stata attaccata una foto del Governatore Marley - che aveva uno folta chioma di capelli rossi e sembrava sulla trentina. A Guybrush piaceva il manifesto, gli piaceva lo slogan, ma più di tutto ciò gli piaceva il Governatore. "Con un volto del genere, come avrebbe potuto perdere?" si chiese, riprendendo ad andare avanti. Ora le scarpe facevano scricchiolare le assi sul molo della città. Il mare sotto era calmo e poco profondo. Più avanti, Guybrush poteva vedere una grande costruzione a due piani, e sentiva delle deboli grida. Sorrise.
Grazie a tutti.
Ciao.
Re: Le memorie di Guybrush Threepwood
2) "Ehm... Sono da questa parte" aggiunse cortesemente.
3) La vista da qui era magnifica, o perlomeno lo sarebbe, se ci fosse stato qualcosa da guardare oltre al mare illuminato dal chiarore della luna piena.
Guardando la frase va posta al condizionale presente:
quella successiva, al cond. passato, è quella dove si realizza la cosa; mentre nella precedente è una condizione ancora da realizzarsi: per cui va al cond. presente.
4) "Ehi, grazie!" esclamò Guybrush.
5) "Uhm.." Si voltò indietro verso la sentinella
6) "ALLO SCUMM BAR", disse la sentinella, impassibile. "
7) Dopo tutto, stava per parlare con il capo dei pirati.
8 ) "Rieleggete il Governatore Marley.
Qui il gioco in Ita dice espressamente "Rieleggete".
Se invece la novellizzazione è diversa, allora OK
9) che aveva una folta chioma di capelli rossi e sembrava sulla trentina.
In primis,turok ha scritto:Innanzitutto scusate perché ho fatto un macello, in quanto non ricordavo dove avevo messo la parte da tradurre di monkey 1 e quindi ho tradotto MI2.
grazie per il lavoro che stai portando avanti.
C'e questa proposta :
quando potrai, se puoi editare il 1° post di questo topic
ed inserire, con le progress bar, i lavori già fatti / da terminare
con i link sia ai pdf/immagini base (quelle non trascritte, non tradotte, etc) sia quelle completate.
È utile per qualunque fan che vuole seguire l'avanzamento del progetto , che preso dall'entusiasmo potrà anche inserirsi per aiutare.
In tutti i modi quando tutti i lavori saranno portati a termine, oltre a spostare il topic nella sezione delle Traduzioni Completate,
bisognerà proprio presentare questi progetti, separatemente od in un topic solo:
e il creatore sarai proprio Tu, Turok, essendo l'artefice di queste perle.
Come dire: "Turok ha lasciato qui la sua impronta!".
p.s.:
nel caso tu non abbia possibilità di portare avanti lo stato avanzamento lavori nel 1° post,
assieme al Capitano di Ciurmaglia, Blackmonkey, si deciderà come gestire la cosa.
Re: Le memorie di Guybrush Threepwood
A beneficio di quelli di voi che hanno sempre sognato di diventare un pirata, di padroneggiare la spada e il mare, di rubare ricchezze inimmaginabili, di tracannare grog fino a quando non vi siano venuti i capogiri e vi si contorca lo stomaco, e di cercare quel misterioso e potente elisir, conosciuto come il vero amore, io, Guybrush Threepwood, scrivo queste righe, nella speranza di dissuadervi dal tentare. Imparate dall'esempio, se permettete ...
Capitolo uno:
IN CUI ARRIVO SU MELEE ISLAND IN CERCA DELLA MIA FORTUNA
Sono arrivato su Mêlée Island™ stanco dal mio viaggio per il mare aperto e sentendo la mancanza del Vecchio Mondo, ma desideroso di diventare un vero e proprio bucaniere. Una vecchia vedetta scorbutica mi indirizzò ad una taverna, lo Scumm Bar, il ritrovo dei pirati locali.
Ho camminato lungo la scogliera e lungo il molo fino a quando sono arrivato allo Scumm Bar, uno posto chiassoso pieno di degenerati, volgari, luridi: i pirati. Due dei pirati nella stanza di fronte, un uomo amichevole di nome Mancomb Seepgood e un tizio sinistro con un occhio cisposo, mi hanno dato alcune informazioni circa i poteri locali, tra cui il temibile - e morto! - pirata fantasma LeChuck. Mi è stato detto di dirigermi nel retrobottega, dove i pirati dall'aspetto importante, gli stessi di cui la guardia aveva accennato, stavano al loro tavolo.
Mi sono fatto coraggio e mi sono avvicinato. "Voglio essere un pirata," esclamai. Non sembravano impressionati, ma mi hanno parlato delle tre prove che avrei dovuto intraprendere prima di poter essere accettato come un vero puzzolente pirata tracanna-grog. Gli ho chiesto ulteriori informazioni su ciascuna delle tre prove, e poi li ho lasciati al loro grog.
Era giunto il momento di prendere un po' di grog per conto mio. Ho aspettato finché il cuoco non si fu diretto barcollando fino alla stanza sul davanti. A questo punto mi sono infilato di soppiatto dalla porta della cucina. Non sono riuscito a trovare una tazza per il grog, ma, essendo un apprendista pirata, ho rubato una pentola e un vecchio pezzo di carne - un bottino non molto interessante, ma pur sempre un bottino. Ho anche cercato di impadronirmi del pesce appoggiato al pontile sul retro. Un gabbiano mi ha impedito di avvicinarmi fino a quando non ho trovato una tavola cedevole in un angolo del molo. Sono riuscito così ad allontanare la fastidiosa bestia abbastanza a lungo per agguantare il pesce.
Soddisfatto di aver abilmente rubato tutto quello che potevo, ho lasciato il bar, in cerca di azione ...
Capitolo due:
IN CUI ESPLORO LA CITTÀ E SCOPRO UNO STRANO POLLO
Sono andato per la mia strada, attraverso un arco e dentro alla città vera e propria, dove mi sono avvicinato ad un cittadino dall'aspetto sospetto che ciondolava ad un angolo. Mi ha parlato di suo cugino Sven, così gli ho raccontato del mio barbiere, Dominique. Ho pensato che la conversazione fosse destinata a concludersi. Poi, di punto in bianco, si è offerto di vendermi la mappa di cui avevo più bisogno per completare la prova della caccia al tesoro. Volevo la mappa, ma non potevo pagare quanto chiedeva.
Dall'altra parte della strada c'erano alcuni Uomini di Bassa Morale, il tipo di persona verso cui mia madre mi aveva messo in guardia. Quando ho chiesto loro circa l'uomo che ha cercato di vendermi la mappa, hanno cercato di vendermi una copia del verbale dell'ultima assemblea cittadina di Mêlée Island™. Li ho convinti a pagarmi due pezzi da otto per alleggerirli di una copia. Altro bottino!
Entrando in una porta sul lato destro della strada, ho scoperto il negozio voodoo locale. Evitavo sempre la roba voodoo, ma ho potuto agguantare un pollo insolito. Un pollo di gomma, con una carrucola in mezzo. Non avevo mai visto
niente di simile in vita mia. Così, naturalmente, l'ho rubato.
Nel retro del salotto ho incontrato una misteriosa maga. Mi ha parlato del mio futuro. Beh, di parte di esso.
Ho lasciato il salotto voodoo e ho proseguito attraverso un arco sotto l'orologio della città. Subito dopo l'arco c'era l'ingresso di un negozio di generi alimentari. Il negozio veniva gestito da un uomo vecchio e scorbutico che mi sorvegliava così fermamente che non ho potuto trafugare né la spada né la pala che avevo trovato. Purtroppo, i miei due pezzi di otto non erano abbastanza per una transazione legittima. Avevo bisogno di oro, e ne avevo bisogno disperatamente.
Sono andato due porte più in giù fino ad una prigione e ho cercato di parlare con il prigioniero, ma tutto quello che ho ricevuto da lui è stato un'alitata dello stesso puzzo di un topo sul viso. Sono fuggito al negozio, ho suonato il campanello per il servizio, e ho chiesto delle mentine per l'alito, che il vecchio uomo felicemente mi ha venduto. Sono tornato alla prigione e donato una mentina al prigioniero, che, quando l'ho chiesto, mi ha detto che il suo nome era Otis. Gli ho domandato perché fosse stato arrestato e se potevo fare qualcosa, e lui mi ha parlato di un fiore giallo che cresce nella foresta e mi ha chiesto un pò di repellente per ratti. Gli ho detto che non avevo nulla per i topi, ma gliene avrei portato un pò se lo avessi trovato.
Pensando che la città mi avesse offerto tutto ciò che aveva, per il momento, feci dietrofront percorrendo la strada da cui ero venuto, al di là della postazione della vedetta, per i sentieri dell'isola.
Capitolo Tre:
IN CUI CONOSCO I FRATELLI FETTUCCINI, VENGO SPARATO DA UN CANNONE E MI DO ALLO SHOPPING SELVAGGIO
Ho girovagato per i sentieri dell'isola fino a giungere ad una radura al suo centro, dove ho trovato un tendone da circo. All'interno della tenda ho incontrato Alfredo e Bill Fettucini, due buffoni litigiosi vestiti con tutine attillate fluorescenti. Mi hanno offerto un lavoro come collaudatore per un nuovo numero acrobatico da loro concepito. Volevano spararmi da un cannone. Quando mi hanno offerto 478 pezzi di otto per il mio disturbo ho colto al volo l'occasione. Qualsiasi cosa per l'oro spagnolo! Ho indossato la pentola presa dalla cucina come una sorta di casco e mi sono arrampicato nella canna di un vecchio cannore da nave.
Dopo alcuni confusi minuti barcollavo nuovamente sui sentieri dell'isola, con la testa che vibrava ma le tasche che tintinnavano. Mi sono fermato abbastanza a lungo ad un bivio per esplorarlo un pò e trovare il fiore giallo di cui Otis aveva parlato. Ho preso un petalo e sono tornato in città.
Una volta lì, ho speso le mie ricchezze nell'acquisto di tutto ciò che era disponibile. Ho comprato la mappa dal cittadino all'angolo, la spada e la pala dal negoziante.
Desideroso di usare la mia nuova spada, ho chiesto al negoziante dove si potesse trovare il Maestro di Spada. Lui non ha voluto dirmelo, ma è andato via da solo a casa del Maestro di Spada per ottenere l'approvazione alla mia visita. Stanco di aspettare il suo ritorno, ho lasciato il negozio in cerca di avversari per potermi allenare. Avrei potuto chiedere al negoziante di mostrarmi dove vivesse il Maestro di Spada quando sarei stato più preparato per lo scontro.
Capitolo quattro:
IN CUI MI ALLENO E PORTO A TERMINE LA PRIMA PROVA, L'USO DELLA SPADA
Pronto a intraprendere la mia prima prova, ho lasciato la città alla ricerca di un degno avversario per allenarmi nella scherma. Gli scontrosi individui che si aggiravano per i sentieri dell'isola non erano propensi ad aiutarmi, così mi sono diretto verso una casa all'estremo margine orientale dell'isola. Prima che potessi raggiungere la casa, sono stato fermato da un fastidioso troll che custodiva un ponte lungo il sentiero. Gli ho consegnato il mio pesce e lui mi ha lasciato passare.
Giunto nella casa ho trovato la palestra del Capitano Smirk, un uomo con un collo come un tronco d'albero. In un primo momento, non voleva accettarmi come apprendista spadaccino, ma sono riuscito a convincerlo con il mio spirito caparbio ... e il mio oro.
Per le successive dodici ore, ho combattuto contro un macchinario diabolico fatto di molle, manichini, ruote e strani marchingegni fino a quando ho perfezionato la mia forma e lo stile. Dopo che l'estenuante allenamento fisico era terminato, Smirk mi rivelò il vero segreto dell'esperto nel combattimento con la spada: l'arte dell'insulto. Il capitano mi fece conoscere gli insulti di base, dopodiché mi ha avviato nel mondo reale tra spade che si scontrano e parole taglienti.
Sapevo già che non avrei mai potuto sconfiggere il Maestro di Spada senza aver fatto un pò di pratica con i dilettanti che come me che vagavano sull'isola. Mi sono posizionato ad un incrocio affollato tra i sentieri dell'isola ed ho aspettato degli avversari sui quali poter affilare la mia lama.
Venivano da me come falene ad una lanterna, ed ho combattuto contro di loro con tutte le mie abilità, imparando nuovi insulti e repliche da ogni pirata che avvicinavo. Anche se ho perso i primi scontri, ho in breve tempo acquisito un ampio repertorio di insulti (e letali controrisposte), che avrebbero potuto sconfiggere senza sforzo pressoché ogni pirata che avesse attraversato la mia strada. Ho continuato a combattere, crescendo in abilità e ingegno, finché un pirata sconfitto ha dichiarato che ero così bravo da poter battere il Maestro di Spada.
Ho immediatamente deciso di cercarla.
Sono tornato al negozio in città, e ho trovato il negoziante, lamentoso come al solito, dietro il bancone. C'è voluto davvero poco per convincerlo a tornare dal Maestro di Spada. Questa volta, quando il negoziante ha lasciato il negozio, l'ho seguito. L'ho pedinato fuori dalla città, al bivio tra i sentieri dell'isola, e lungo i tortuosi sentieri della foresta fino alla dimora del Maestro di Spada.
Dopo aver ascoltato la conversazione tra il negoziante ed il Maestro di Spada - una donna bella e pericolosa di nome Carla - mi sono fatto avanti e l'ho sfidata. Mi ha subito sconfitto con insulti che non riuscivo a immaginare.
Moralmente abbattuto, sono tornato per i sentieri di Mêlée Island™. Quando ho provato combattere contro altri pirati per imparare le risposte alle offese del Maestro di Spada, mi sono reso conto che nessun uomo sull'isola ne conosceva le repliche. Dopo un paio di combattimenti, sono tornato al Maestro di Spada, terrorizzato da una rivincita. Questa volta l''ho trovata senza l'aiuto del negoziante, con dirigendomi a piedi direttamente verso la luce che proveniva dalle sue finestre nel bosco a nord del bivio.
Quando abbiamo combattuto di nuovo, ho provato disperatamente ogni risposta che pensavo avrebbe potuto funzionare contro i suoi pungenti insulti. Questa volta, ci sono riuscito! Le risposte ad altri insulti andavano bene anche contro i suoi insulti. Il Maestro di Spada ha ceduto dopo un paio di round, e mi ha dato una T-shirt di qualità per dimostrare che l'avevo sconfitta.
Ho lasciato la foresta, fiero della mia vittoria. Avevo completato la prima prova!
Capitolo Cinque:
QUELLA VOLTA IN CUI RUBO UN IDOLO E CONOSCO LA DONNA DELLA MIA VITA
Mi precipitai allo Scumm bar per riportare i miei progressi ai pirati dall'aspetto importante. Erano impressionati. Ho lasciato il bar ringalluzzito, ho fatto una passeggiata per la città, e ho scoperto che la residenza del governatore si trovava oltre la prigione nella zona più periferica della città. Potevo immediatamente darmi fa fare con la prova del furto.
Davanti alla casa del governatore c'erano alcune delle bestie più terrificanti che avessi mai visto - letali barboncini piranha in preda ad una furia famelica. Felice di accontentarli, ho insaporito la carne rancida recuperata allo Scumm bar con un petalo del fiore giallo proibito, raccolto nella foresta ed ho gettato la mia creazione in pasto ai barboncini. Hanno subito banchettato su quella prelibatezza, ma dopo pochi minuti sono andati tutti al tappeto addormentati, grazie alla droga presente nel petalo.
La villa del Governatore sembrava abbastanza tranquillo al mio arrivo. Ho oltrepassato la prima porta ed ho visto che non era affatto così. Quando finalmente mi sono allontanato dopo varie scazzottate, un buco nel muro, una mandria di roditori, un rinoceronte, e un incontro con lo sceriffo, avevo ottenuto un manuale di stile, una lattina di repellente per topi, e un set di labbra di cera. Ciononostante avevo ancora bisogno di una lima per potermi impossessare dell'idolo.
Ricordando la promessa fatta a Otis, gli ho portato il repellente per i ratti e mi sono diretto alla prigione, immaginando che così l'avrebbe potuto usare sui topi nella cella. Per il mio disturbo mi ha regalato una torta di carote - di certo non era un grande premio, ma immagino che non avesse nient'altro. Dopotutto era stata una notte di lavoro che mi aveva messo una certa fame, così ho provato a mangiare la torta, e mi sono ritrovato con una lima in bocca!
Tornai di corsa alla villa, lima in mano, e mi tuffai attraverso il buco nel muro. Come in un sogno, mi sono visto superare gli ultimi ostacoli, e, alla fine sono uscito trionfante ... l'idolo era mio! Purtroppo, la polizia locale, nella veste dello sceriffo Fester Shinetop, mi ha intercettato ed era sul punto di portarmi via quando, improvvisamente, il governatore entrò nella stanza.
Oh splendida bellezza! Oh bellezza lucente! Quando gli occhi del Governatore incrociarono i miei, ho capito che avevo trovato il mio vero amore. Con poche parole taglienti, mandò via Fester.
Quando il governatore si rivolse a me ... soave, ho risposto alla sue domande. Mentre chiacchieravamo, la mia eloquenza e le mie buone maniere raggiunsero nuove vette. Ho cercato di tessere una tela di parole in cui catturare l'oggetto del mio desiderio.
Beh, sono abbastanza sicuro che sia andata in quel modo, ne sono quasi certo ...
E dopo lei se ne andò.
Immerso in una nube di euforia, sono tornato indietro verso la porta d'ingresso, solo per trovare Fester che mi aspetta, armato di una corda e una missione. Ben presto mi trovai sei piedi sott'acqua, legato all'idolo, in procinto di annegare ... ciononostante tutto ciò a cui riuscivo a pensare era il governatore Marley.
Dopo qualche minuto di panico, sono tornato in me e ho preso l'idolo. Fermandomi soltanto per recuperare la spada, mi sono arrampicato fuori dall'acqua.
Li c'era di nuovo lei, il governatore del mio cuore! Mi parlò. Io le parlai. Mi sono chinato a baciarla ... e ancora una volta se ne andò via, lasciandomi da solo con le mie prove. Dovevo davvero, davvero, davvero concludere le mie tre prove.
Capitolo Sei:
IN CUI HO SCAVO PER TROVARE UN'ALTRA T-SHIRT
Tutto ciò che rimaneva era la prova della caccia al tesoro, così ho tirato fuori la mappa che avevo acquistato dal cittadino all'angolo di Mêlée. Lezioni di ballo? Me l'aveva fatta! Poi ho fatto molta attenzione. La prima parola di ogni riga sembrava significativa. Potevano essere indicazioni di percorsi attraverso la foresta.
Mi sono diretto all'ingresso della foresta al bivio tra i sentieri dell'isola, e ho seguito le indicazioni della mappa: indietro, sinistra, destra, sinistra, destra, indietro, di nuovo a destra, a sinistra e indietro. Ho capito, dopo breve tempo, che "indietro" non voleva dire che avrei dovuto fare marcia indietro, né che "a sinistra" significasse che dovevo girare a sinistra. Invece mi sono immaginato, come una figura in un quadro e, quando le istruzioni dicevano "sinistra" o "destra", mi sono diretto fuori dal lato sinistro o destro del quadro. "Indietro" significava invece prendere le vie centrali verso la parte superiore del quadro.
Con questo strano schema di riferimento in mente, ho seguito le istruzioni e sono arrivato ad una piccola radura, proprio attraverso alcuni alberi. Avevo trovato il tesoro! La "X" era segnata chiaramente, così come la targa commemorativa di bronzo e le istruzioni per diseppellire il bottino. Non vedevo l'ora di sentirmi scorrere l'oro tra le dita. Ho tirato fuori la mia pala e ha iniziato energicamente a scavare. Ore dopo, mentre la mia mente annaspava per l’impazienza e la mancanza di sonno, ho scoperto finalmente il tesoro, che era ... un'altra sciocca T-shirt! Che problemi hanno queste persone?
Tornai in città - le mie tre prove erano completate - felice per i successi raggiunti ... ansioso di cercare
la mia amata.
Capitolo Sette:
IN CUI IN CUI SCOPRO CHE IL DISASTRO HA COLPITO LA MIA LA MIA PICCOLA CONIGLIETTA DA SACCHEGGIO
Sono arrivato al molo appena in tempo per veder svanire una nave spettrale all'orizzonte. La sentinella mi ha informato che il mio vero amore, la mia metà, il mio unico amore, la luce della mia vita, il Governatore, era stata rapita. Quella creatura marcescente proveniente dalle profondità della terra, il pirata fantasma LeChuck, l'aveva portata via al suo putrido rifugio.
Proprio così, LeChuck; il tizio morto!
Gli avrei fatto vedere chi era il pirata migliore. La mia mente si mise in moto. Avrei dovuto trovare una nave e un equipaggio, viaggiare verso l'isola proibita di Monkey Island ™, rintracciare LeChuck, e salvare il mio amore.
Capitolo Otto:
IN CUI RECLUTO UNA CIURMA PER SALVARE IL GOVERNATORE
Prima di tutto andai alla prigione in città, dove Otis mi promise di entrare nella mia ciurma se lo avessi liberato. Successivamente ho controllato allo Scumm Bar per cercare qualche potenziale membro dell'equipaggio, ma tutti erano andati via, abbandonando, nella fretta, le loro tazze. Raccolsi le varie tazze e ne riempii una con del grog fresco, preso dal barile in cucina. La tazza cominciò a sciogliersi! Quel grog era sicuramente della roba forte.
A quel punto fui colpito da un idea. Versai il grog dalla tazza che stava fondendo, all'interno di un'altra tazza, mentre mi dirigevo velocemente verso la prigione. Nel momento in cui la seconda tazza stava quasi per sciogliersi, mi fermai e nuovamente trasferii il grog in un'altra tazza “integra”. Ho dovuto ripetere la procedura alcune altre volte durante il cammino verso la prigione di Otis, ma sono riuscito a conservare una tazza quasi piena di roba.
Ho versato il grog all'interno della serratura della cella di Otis, e mi sono allontanato mentre il metallo si scioglieva. Otis è balzato fuori dalla cella – ed è andato via! “Che razza di codardo” pensai. Mi serviva ancora un equipaggio.
Sono ritornato dal Maestro di Spada. Carla non volle credere alla mia storia finché non le ho mostrato la nota che aveva lasciato LeChuck. Sconcertata, accettò di far squadra con me e stabilimmo di incontrarci al molo.
Non riuscivo a pensare ad altri che potessi reclutare, così ho provato ad esplorare l'isola di Mêlée Island™. All'estremità a Nord notai una casa costruita su una piccola isola. Apparentemente l'unico modo per raggiungere quell'isoletta comprendeva un cavo che era stato disteso al di sopra del canale. Alla fine avevo trovato un uso per il mio pollo con la carrucola al centro. L'ho usato sopra il cavo teso e sono sfrecciato dall’altra parte. Hah! Forse i fratelli Fettuccini sarebbero stati interessati a questo numero ...
Nella casa sull'isola ho incontrato Mr Meathook, un tizio gradevole senza capelli, senza mani e con un tatuaggio parlante. Gli ho chiesto di aggregarsi al mio equipaggio, ma lui ha rifiutato di aiutarmi finché non gli avessi dimostrato che ero abbastanza coraggioso da poter guidare una ciurma.
Meathook voleva una prova del mio coraggio: se fossi riuscito ad affrontare l'orribile, feroce bestia che gli aveva rovinato l'esistenza, mi avrebbe accettato come suo capitano. Aprì tre enormi barricate, rivelando una porta in legno. Io ho aperto quest'ultima cautamente ed ho visto il diavolo alato imprigionato li dentro. Sono riuscito a malapena a controllare il mio terrore abbastanza a lungo da toccare il becco di quell'orrore senza nome.
Meathook era stupito. Gli ho gentilmente permesso di indulgere in una quantità adeguata di umiliazioni personali, dopodiché gli ho dato istruzioni su dove incontrarci al molo.
Capitolo Nove:
IN CUI ACQUISTO UNA NAVE USATA
Sperando che un equipaggio di due persone sarebbe stato sufficiente, ho cominciato a esplorare l'isola per cercare una nave disponibile. Avendo notato un ammasso di insegne luminose, e deducendo brillantemente che doveva trattarsi di una rivenditoria di barche usate, mi sono diretto subito a quello che si è rivelato essere il Cantiere delle Navi Usate di Stan.
Stan voleva essermi amico, voleva mostrarmi il vero significato di qualità, voleva offrirmi l'affare del secolo. Stan aveva intenzione di spremermi il midollo dalle ossa.
Mi era caduto l'occhio sulla nave mezza affondata alla fine del molo, la più economica nave di Stan. È saltato fuori che anche quella era troppo costosa per me. Ho chiesto allora di farmi credito. Stan mi ha suggerito che una nota di credito dal magazziniere sarebbe stata accettabile. Mi fiondai così in città. Mentre andavo via, Stan mi ha dato una bussola e uno dei suoi biglietti da visita. Ho chiesto al negoziante una nota di credito. Lui mi ha chiesto se avessi un lavoro. Ho mentito. Mentre sbloccava la cassaforte al piano di sopra, ho guardato attentamente memorizzando i giri della manopola. Portando una nota di credito, il magazziniere è tornato alla sua scrivania, e ha ripreso a farmi domande in un modo così accanito che ha scoperto la mia piccola bugia. A questo punto ha nuovamente chiuso a chiave la nota, e io ho guardato ancora una volta per esser certo di aver capito la combinazione.
Quando è sceso al piano di sotto ho finto un rinnovato interesse nei confronti del Maestro di Spada, e lo scontroso vecchietto infine ha accettato di andare a trovarla DI NUOVO. Nel momento in cui se ne è andato, ho aperto la cassaforte, spingendo la maniglia in senso orario e tirandola in senso antiorario per muoverla come aveva fatto lui. Ho preso la nota di credito e sono tornato da Stan.
Stan credeva di essere un abile commerciante. Pensava davvero di poter ottenere 10.000 pezzi da otto per quel rottame che galleggiava a malapena! Gli ho riso in faccia e ho spostato la discussione sugli optional. Mentre snocciolava una "caratteristica" inutile dopo l'altra sono rimasto immobile e ho rifiutato tutto quanto. L'avevo messo alle corde! Ho fatto una contro-offerta di 2.000 pezzi da otto. Lui ha abbassato il prezzo. Ho minacciato di abbandonare tutto quanto. Mi ha implorato di tornare. Gli ho offerto 3.000 pezzi da otto, poi 4.000, minacciando ogni tanto di abbandonare tutto per tenere Stan in bilico. In poco tempo ho contrattato astutamente fino a soli 5.000 pezzi da otto. Stan ha temporeggiato per un momento, infine si è arreso.
Noi Threepwood siamo abili negoziatori. Il povero Stan non ha mai avuto una chance.
Capitolo Dieci:
IN CUI SALPO, FALLISCO NEL SEDARE UN AMMUTINAMENTO, HO UN FREMITO PER IL VENTO NEGLI ALBERI DELLA NAVE ... E QUASI FINISCO NELLA ZUPPA
Ho trovato Stan al molo della città. Insieme ci siamo ritrovati ad ammirare il mio acquisto. Stan voleva ritrattare il suo affare, ma io non volevo sentirne. Mi ha dato qualche libro di navigazione e se ne è andato poco prima che il mio equipaggio mi raggiungesse. Mi ha fatto piacere scoprire che Otis aveva deciso di unirsi a me, dopo tutto. Poco dopo, sono arrivati Meathook e Carla. Non eravamo neanche saliti a bordo della nave, che ho percepito il dissenso della ciurma. Celando i miei timori, li ho spinti a bordo il più velocemente possibile.
La mattina seguente, ho cercato di riaffermare la mia autorità. Il mio equipaggio non sembrava essere molto colpito. Scoraggiato, da un equipaggio inutile e ribelle, ho cominciato allora a perdere la fiducia nelle mie capacità di salvare il Governatore Marley. In preda alla depressione, mi sono ritirato nella cabina del precedente capitano e ho rovistato tra i suoi beni. Il mio bottino fu molto scarso: una penna d'oca a sfera con dell'inchiostro, e un diario di bordo che ho trovato in un cassetto della scrivania. Non avendo niente di meglio da fare, l'ho letto dall'inizio alla fine. Sembrava che il precedente capitano fosse arrivato su Monkey Island™ per puro caso! Se solo avessi potuto capire come c'era riuscito!
Due livelli sotto la coperta mi sono imbattuto nella cambusa. L'armadio era pieno, tra tutte le cose possibili, dei miei cereali preferiti. Ho aperto una delle scatole e ho trovato, con mia grande gioia, una sorpresa in premio. Quando l'ho esaminata da vicino, ho visto che si trattava di una piccola chiave!
Sono tornato nella cabina del capitano e ho provato la chiave nell'armadio dal lato di babordo, rivelando una cassa che era stata nascosta al suo interno. Entusiasta, ho tirato la cassa fino al centro del pavimento. Sono rimasto deluso nel constatare che la cassa conteneva, non i valori che avevo previsto, ma solo un pezzo di carta e alcuni bastoncini di cannella. Mentre esaminavo questi misteriosi reperti, mi venne in mente che forse, probabilmente, avevo trovato qualcosa di grande valore. Questa ricetta poteva essere la chiave per arrivare su Monkey Island™! Avevo bisogno di trovare il resto degli ingredienti.
In un angolo della stiva della nave, sotto la sezione dell'equipaggio, ho trovato una cassa contenente una bottiglia di buon vino. Quello sarebbe andato bene come sangue di scimmia… Mamma diceva sempre che le migliori ricette erano quelle in cui si potevano fare sostituzioni.
Mi sono procurato una manciata di polvere da sparo --- un sostituto perfetto per lo zolfo --- dai barili nella stiva. Tornare sul ponte, era inutile finché non ho notato la scala di corda sottile che portava in cima all'albero maestro. Mi sono arrampicato fino sulla coffa ed ho preso il mio "teschio umano pressato", il Jolly Roger.
Sono tornato in cambusa, dove una pentola stava già bollendo sul fuoco. Ho cominciato a gettare gli ingredienti: un bastoncino di cannella, alcune mentine per l'alito (probabilmente meglio delle foglie), il Jolly Roger, l'inchiostro (che non aveva mai visto l'interno di un calamaro), qualche goccia di vino, il mio fedele pollo di gomma, e la polvere da sparo.
A questo punto la ricetta mi rese perplesso. Ossido di zinco? Cloridrato? Non avevo idea di cosa potessero essere. È stato allora che ho notato l'elenco degli ingredienti sulla scatola di cereali che stavo mangiando. Con una scrollata di spalle ne ho gettati una manciata. C'è stata una terrificante esplosione e un odore come di cavolo passato da mesi. Sono svenuto.
Capitolo Undici:
IN CUI RICORDO CON AFFETTO I FRATELLI FETTUCCINI
Mi sono svegliato con la lingua secca sul sudicio pavimento della cambusa. Avevo come l'impressione che, mentre ero rimasto privo di sensi, qualcuno mi avesse ficcato un mucchio di vecchie calze nella zucca. E non avevo ancora avuto l'occasione di bere del grog!
Sono salito barcollando fino al ponte, per scoprire che la nave era in qualche modo miracolosamente arrivata a Monkey Island™.
Dal momento che nessuna scialuppa era disponibile, dovevo trovare un modo per arrivare dalla nave all'isola. La risposta mi fu chiara fin troppo presto. Il cannone sul ponte mi riportava in mente inquietanti ricordi dei Fratelli Fettuccini e del loro Cannone del Terrore. Tornai di corsa alla cambusa per prendere la piccola pentola dalla credenza. Ho preso un pezzo di corda dalla stiva, insieme ad un'altra manciata di polvere da sparo. Ho messo la polvere da sparo nella bocca del cannone e ho usato la corda come una miccia.
Ora dovevo accendere la miccia. Sono tornato allora alla cambusa ed ho usato una delle mie magliette con il fuoco sotto la pentola. La T-shirt si è infiammata subito! Mi sono affrettato di nuovo sul ponte con la massa fiammeggiante con cui ho toccato la miccia. A questo punto sono velocemente saltato nella bocca del cannone, giusto in tempo per essere sparato verso la mia destinazione, volando con grazia attraverso l'aria come un grande acrobata. Sono atterrato dolcemente su Monkey Island™.
Capitolo Dodici:
IN CUI ARRIVO SU MONKEY ISLAND™
Quindi ero li, sulle rive del Monkey Island™ con la testa sotto la sabbia e una spiacevole sensazione di calore in prossimità del posteriore. Mi sono tirato fuori dalla sabbia ed ho esaminato il paradiso in cui ero stato piantato. Una banana era caduta da un albero nelle vicinanze, e io l'ho raccolto come salvaguardia contro la futura fame. Vicino l'albero vi era una barca a remi dall'aspetto robusto, ideale per esplorare le acque dell'isola. Visto che non avevo remi, ho rimandato l'idea di un'esplorazione acquatica e mi sono addentrato nella giungla, pronto per qualsiasi cosa terrificante nascosta in agguato.
Il punto di riferimento più vicino era una profonda, inquietante fenditura sulla superficie dell'isola. Non sembrava esserci un modo per scalarne le pareti, così sono tornato nella giungla e ho continuato ad esplorare.
Ho camminato a nord dal canyon alla deviazione del fiume. C'era un ponte al bivio e una nota, che ho letto. Mi sono reso conto che l'isola era abitata da cannibali!
Da cannibali che costruiscono ponti! Da cannibali che scrivono appunti! Su carta intestata! Spaventoso. Avrei trovato molti altri appunti del genere su Monkey Island™, ma non voglio annoiarvi con i particolari.
Ho attraversato il ponte e mi sono arrampicato su una serie di appigli sulla scogliera. In cima alla scogliera, ho trovato un altro biglietto e anche un esemplare estremamente sofisticato di opera d'arte primitiva. Ho spinto e tirato l'opera d'arte da ogni lato, ammirando il modo in cui era stata bilanciata.
Ho scalato un altro gruppo di appigli che terminavano sulla cima di una montagna con una vista mozzafiato di Monkey Island™. Potevo vedere la mia nave, e riuscivo a distinguere l'albero di banane che segnava il mio punto di atterraggio. Mentre mi aggiravo sulla cima, un uomo puzzolente e lacero si è avvicinato, farfugliando follemente. MI sono sentito molto sollevato quando finalmente mi ha lasciato solo. Ho spinto una roccia isolata oltre il bordo del picco. Per qualche miracoloso meccanismo, l'arte primitiva sulla sporgenza di sotto ha reagito alla mia azione lanciando la roccia quasi dall'altra parte dell'isola.
Sono sceso fino all'arte primitiva e la ho spinta facendola ruotare. Tornato nuovamente sulla cima della montagna, ho preso un'altra pietra da un mucchio di rocce e la ho spinta al di la della pendice. Dopo alcuni altri tentativi, regolando l'arte primitiva a varie angolazioni e spingendo le rocce giù dalla cima, ho diretto un colpo preciso sull'albero di banane sulla spiaggia.
Sono sceso al bivio del fiume e sono tornato nella giungla, in direzione di un vulcano che avevo individuato all'estremità a nord-ovest dell'isola. Un calmo lago blu luccicava al centro del cratere vulcanico, e ho camminato intorno ad esso. Sul bordo occidentale del vulcano c'era un fortino improvvisato, costruito probabilmente dal povero naufrago che avevo da poco conosciuto. Io ero un pirata, e ovviamente ho saccheggiato il posto. Il mio magro bottino: un cannocchiale e un giro di corda. Ho ribaltato il cannone così da aggiungere una palla di cannone e una piccola quantità di polvere da sparo alla refurtiva.. Nel momento in cui ho provato a lasciare il fortino, il naufrago mi ha intercettato. Sembrava innocuo, anche se molto fastidioso, e alla fine sono fuggito con il mio bottino.
Dopo ho camminato verso est fino ad uno stagno asciutto, dove, ancora una volta, sono stato avvicinato dal naufrago straccione, che ha detto di chiamarsi Herman Toothrot. Ha accennato qualcosa sull'attesa di essere salvato. Mi ha raccontato di un suo amico che, proprio mentre parlavamo, stava pendendo orribilmente da un ramo di un albero sopra lo stagno. Toothrot era evidentemente pazzo, così gli ho detto di andare via. L'amico defunto di Toothrot, però, aveva qualcosa che volevo. C'era un pezzo di corda nelle sue mani. Ho avuto la sensazione che ne avrei avuto bisogno.
Capitolo Tredici:
IN CUI IMBRIGLIO IL SOLE, FACCIO ESPLODERE ALCUNE COSE E RACCOLGO UNA CORDA
Purtroppo, il cadavere e la corda erano fuori portata. Io però, avevo un piano. Il corpo era appeso ad un vecchio tronco marcescente. Se avessi potuto in qualche modo sollevare quel tronco, il mio silenzioso amico sarebbe disceso a portata di mano.
Ho camminato sul letto fluviale secco fino a quando sono arrivato di nuovo al bivio. C'era una diga lì, costituita di grossi massi. Ho messo della polvere da sparo tra le rocce.
Ora avevo bisogno di accendere la polvere da sparo. Ho aperto il cannocchiale che avevo trovato al fortino; all'interno si trovava una lente di buona qualità. L'ho usata per concentrare gli intensi raggi solari sulla polvere da sparo, e BOOM! Stavo venendo trascinato dalla corrente nel fiume appena riempitosi.
Un pò umido, ma di buon umore, sono tornato allo stagno, dove ho scoperto che il tronco si era sollevato con l'acqua che saliva, riducendo così la distanza dal suolo sia dell'uomo che della corda. Congratulandomi con me stesso per la brillantezza e l'astuzia, ho preso la corda e sono corso al luogo in cui sapevo che sarebbe stata utile: la fenditura.
Capitolo Quattordici:
IN CUI USO LA MIA CORDA E PRENDO IL MARE
Ho scoperto un ramo solido sul margine della fenditura, ho legato una delle corde ad esso, e sono sceso fino a metà strada nel crepaccio. Lì ho trovato un tronco abbastanza robusto da sostenere me e l'altra mia corda. Mi sono calato con la seconda corda fino al fondo del baratro.
Nel fondo della fenditura ho trovato un paio di remi. Li ho tirati su dal lato della parete rocciosa e mi sono diretto verso sud attraverso la giungla, di nuovo alla barca a remi sulla spiaggia a sud.
Quando ho raggiunto la spiaggia ho scoperto che i miei esperimenti con l'arte primitiva mi avevano portato qualcosa di buono. C'erano altre due banane ai piedi dell'albero di banane. Me le sono infilate in tasca. Un pò appiccicaticcie.
Ora che avevo dei remi, potevo usare la barca a remi per remare intorno all'isola.
E così ho remato ...
Capitolo Quindici:
IN CUI INCONTRO DEI SINISTRI NATIVI
Ho remato ad est oltre una penisola dall'aspetto strano con una radura al centro, e a nord, oltre la catena montuosa che aveva limitato i miei progressi sull'isola finora. All'estremità settentrionale dell'isola ho notato una spiaggia ed un rudimentale villaggio di indigeni. Ho pensato che lì avrei potuto trovare qualcosa che mi sarebbe stato d'aiuto, così sono attraccato sulla spiaggia e mi sono avvicinato.
Il villaggio sembrava deserto. Ho avuto la possibilità di arricchire la mia collezione di banane; ho rubacchiato alcune banane dalla ciotola posata di fronte a una grossa testa di pietra. Stavo andando via dal villaggio quando ho appreso, con mio grande sgomento, che non era deserto, dopo tutto.
I nativi non hanno approvato la mia abitudine di rubare banane. In verità erano pronti ad arrostirmi, a meno che non li avessi calmati con un dono. Gli ho offerto una banana e una palla di cannone. Li hanno rifiutati entrambi. Forse se avessi tenuto con me il pollo di gomma con una carrucola in mezzo ...
Mi hanno imprigionato in una lugubre capanna mentre discutevano la corretta preparazione del Soufflé Guybrush.
Sentendomi un pò malconcio e funereo, ho raccolto un teschio dal pavimento e mi sono preparato per abbandonare la scena. "Ahimè, povero Yorick ... " Hey! A proposito di abbandonare la scena! C'era una tavola allentata sotto quel teschio! Con un nuovo slancio di fiducia, mi sono reso conto che Guybrush Threepwood avrebbe, dopo tutto, visto un'altra alba.
Ho sollevato la tavola mobile e ho battuto rapidamente in ritirata fino alla barca a remi e al lato sud dell'isola.
Capitolo Sedici:
IN CUI AMMAESTRO UNA SCIMMIA E SCOPRO UN PREZIOSO PICCOLO IDOLO INSIGNIFICANTE
Ho remato indietro fino alla spiaggia dove le mie avventure su Monkey Island™ erano iniziate. Nulla era cambiato, ad eccezione del fatto che adesso avevo più banane. Alla disperata ricerca di compagnia, mi sono addentrato nella giungla e con le mie banane ho dato da mangiare ad una scimmia che stava girovagando vicino alla spiaggia. Le ha divorate rapidamente e felicemente; dopo ciò, non mi avrebbe più lasciato. Mi seguiva ovunque andavo e faceva tutto quello che io facevo. Frivola scimmietta.
Ho deciso di esplorare la radura sulla penisola all'estremità orientale dell'isola. Ci sono andato a piedi, invece di prendere la barca dal momento che non volevo spaventare il mio nuovo compagno, che era adatto agli alberi e non all'acqua.
Nella radura, ho trovato una testimonianza degli orribili abusi e delle pratiche disgustose dei nativi - tre esseri umani erano infilzati su lunghi bastoni appuntiti. Sono rabbrividito quando mi sono reso conto che avevo visto tante persone morte su Monkey Island™ quante erano quelle vive. Sono rabbrividito di nuovo quando ho pensato che non mi avevano mai insegnato a difendermi dai bastoni appuntiti.
Esplorando ancora nonostante il mio miglior buonsenso, ho visto una cosa sorprendente - una testa di scimmia delle dimensioni di una casa. Attorno questa mostruosità c'erano un certo numero di idoli intagliati con cura. Volevo guardare più da vicino, ma una staccionata me lo impediva
Due totem dalla struttura intricata erano posizionati li vicino, mi fissavano. Sarei potuto salire su di uno di essi e scavalcare il recinto? Mi sono appeso al naso del totem, sperando di poter sollevare una gamba, e improvvisamente è apparsa un'apertura nel recinto. Nel momento in cui ho rilasciato il naso, il recinto si è chiuso di nuovo. Il mio compagno primate mi ha aiutato subito. È saltato verso il naso ed è rimasto appeso, aprendo il passaggio e permettendomi di avanzare. Ho attraversato l'apertura e ho esaminato gli idoli. Ho preso il più piccolo, un idoletto insignificante, in parte perché speravo di poterlo usare con i nativi per avere in cambio il loro aiuto, e in parte perché mi stavo abituando all’idea di arraffare qualunque cosa non fosse inchiodata a terra.
Capitolo Diciassette:
IN CUI FACCIO AMICIZIA CON GLI ABITANTI DELL'ISOLA E MI PROCURO UNA STRANA CHIAVE ED UNA TESTA AGGIUNTIVA
Ho nuovamente remato verso il lato settentrionale dell'isola, questa volta armato del piccolo idolo insignificante. Quando ho raggiunto il villaggio, i nativi hanno di nuovo minacciato di mangiarmi. Li ho pregati di darmi un'altra possibilità. Loro mi hanno dato la chance, e io ho dato loro l'idolo. Sembravano contenti, e mi hanno lasciato da solo nel villaggio.
Intravvedendo l'opportunità di ampliare il mio inventario, mi sono avviato in audacemente alla capanna dei nativi e ho preso il raccoglibanane di Herman. Mentre me ne andavo, ho trovato Toothrot gironzolare all'entrata del villaggio, che borbottava. Evidentemente era venuto in cerca del suo raccoglitore. Gli ho dato il raccoglibanane in cambio della chiave per la testa di scimmia. Era di gran lunga la chiave più strana che avessi mai visto: era un lungo bastone bianco con dei soffici pezzi di cotone incollati a ciascuna estremità.
Ero appena entrato nella giungla quando mi sono reso conto che i nativi potevano avere informazioni preziose sulla testa di scimmia. Sono tornato al villaggio e gli ho fatto altre domande. Loro mi hanno detto che LeChuck nascondeva l'ingrediente chiave di una sorta di intruglio anti-fantasma a bordo della sua nave spettrale, nelle profondità di Monkey Island™.
L'ingresso al nascondiglio di LeChuck era attraverso le fauci della gigantesca testa di scimmia stessa!
I nativi si sono anche lasciati sfuggire accidentalmente che avevano un metodo segreto per orientarsi attraverso il labirinto di catacombe che conduceva al covo di LeChuck - la testa raggrinzita di un marinaio. Avevo bisogno di quella testa, ma gli indigeni erano riluttanti a separarsene. Ho dato loro una delle brochure con cui Stan mi aveva tormentato, il volantino dal titolo "Come Riuscire nella Navigazione". Ho dato una buona occhiata alla testa del navigatore, e ho avuto un ripensamento sul fatto che la volessi veramente. Yuck!
Sono tornato al margine meridionale dell'isola.
Capitolo Diciotto:
IN CUI VENGO INGHIOTTITO DA UNA SCIMMIA E METTO IL MIO DESTINO NELLA TESTA DEL NAVIGATORE
Mentre stavo fermo a fissare la gigantesca testa di scimmia, sono stato preso da un impulso inspiegabile di utilizzare la chiave gigante con il gigantesco orecchio della scimmia!
Con mia grande sorpresa, ha funzionato: la bocca della scimmia si è aperta e una lingua è rotolata fuori, invitandomi ad entrare nelle enormi fauci. Sono entrato e sono sceso giù per una scala costituita da gigantesche vertebre scimmiesche. Davanti a me c'era un caotico labirinto di passaggi tortuosi e parti del corpo contorte. Dalle pareti e dai pavimenti spuntavano bulbi oculari, nasi, mani e viscidi, enormi cuori umani. Ho desiderato, e non per la prima volta, di non aver mai lasciato la mia confortevole casa nel Vecchio Mondo.
Ho consultato la testa del navigatore. Per essere una testa decapitata, era estremamente collaborativa. Ogni volta che mi fermavo per un attimo, mi si girava tra le mani e indicava la direzione verso cui dovevo camminare. La testa mi ha guidato in tutte le direzioni. A volte ho pensato che stavo tornando indietro, ma mi sono sempre trovato in aree del tutto nuove di questo luogo inquietante.
Dopo quelle che sono sembrate ore di cammino, la testa mi ha portato alla famigerata nave fantasma del Pirata LeChuck.
Capitolo Diciannove:
IN CUI ESPLORO IL COVO DI LECHUCK E RECUPERO IL NECESSARIO PER LA SUA FINE
La nave brillava di una luce blu inquietante. Ho scacciato la paura, dal momento che mi sono reso conto che la radice voodoo che LeChuck nascondeva sulla nave, essendo l'unico mezzo possibile per distruggere un fantasma, rappresentava la mia unica speranza di liberare il Governatore e di coronare i miei sogni. Sono salito sulla nave.
Era piena di fantasmi! Stavano ballando e se la spassavano, suonavano strumenti, e si lanciavano i teschi al ritmo di musica. Uno spettro con la testa che si staccava mi ha visto e mi ha cacciato lontano dalla nave.
A quel punto mi sono ricordato che gli indigeni mi avevano detto che la collana della testa del navigatore avrebbe potuto rendere invisibile ai fantasmi colui che la indossava. Purtroppo, la testa non voleva rinunciare alla sua collana. Abbiamo discusso sulla questione fino a quando ho ottenuto ciò che volevo con la minaccia di lanciarlo con un calcio nella lava. Ho indossato la collana e sono salito di nuovo sulla nave, sperando che questa volta non sarei stato visto.
Non sono stato visto, ma, quando ho cercato di aprire la porta cigolante in direzione della poppa, sono stato sentito.
Rinunciando per il momento a quella porta, ho provato quella sul versante opposto e mi sono ritrovato nella cabina dello stesso LeChuck! Il malvagio fantasma stava guardando fuori dalla finestra della cabina. Una chiave dall'aspetto importante era appesa al muro vicino a lui. Quando mi sono avvicinato per prenderla, un qualche sesto senso deve aver messo in allarme LeChuck. Temendo di tentare l'approccio diretto, ho cercato di trovare un modo più furtivo di carpire la chiave.
Mi sono ricordato che la bussola che Stan mi aveva dato conteneva un potente magnete. Ho semplicemente puntato la bussola verso la chiave, che è galleggiata silenziosamente verso di me. Chiavi in mano, ho lasciato LeChuck alle sue meditazioni.
Tornato sul ponte principale, ho trovato una botola che conduceva agli alloggi della ciurma. Non avevo mai immaginato che i fantasmi dormissero. Le implicazioni teologiche erano sorprendenti, ma questa è un'altra storia. Un membro dell'equipaggio si era appisolato nella cuccetta. Quello che volevo senza indugio da questo spettro dormiente era la sua bottiglia grog, ma ogni volta che ho cercato di avvicinarmi ad essa, lui la abbracciava come se fosse un orsacchiotto.
Ho attraversato la stanza, entrando in una stiva in cui ho trovato degli animali fantasma. Mi è infine venuto in mente che una piuma fantasma avrebbe probabilmente funzionato per scuotere un fantasma addormentato. Ho provato a prendere uno dei polli fantasma e strappare la piuma di cui avevo bisogno. Sono tornato dal membro della ciurma che dormiva e gli ho solleticato i piedi un paio di volte. Alla fine ha lasciato cadere la bottiglia grog.
Ho recuperato la bottiglia e sono tornato ad esplorare più a fondo la stanza con gli animali fantasma. Ho trovato una cassa che era stata inchiodata, incatenata bullonata, legata, incollata e saldata. C'era evidentemente qualcosa di importante in essa. Sul pavimento vicino alla cassa vi era un portello bloccato.
Ho usato la chiave della cabina di LeChuck sul portello e sono sceso in una seconda stiva, dove mi sono trovato di fronte ad un aggressivo topo fantasma. Volevo un pò del grasso nella tinozza dietro di lui, ma non mi azzardavo ad avvicinarmi al piccolo demone dai denti aguzzi. A quel punto mi è venuto in mente di versare un pò di grog in una scodella li vicino, che la brutta creatura ha lappato avidamente. Finì subito svenuto sul pavimento.
Ho raccolto un mucchietto di quel viscido lardo dalla tinozza e sono tornato fino al ponte della nave, dove ho unto la porta cigolante. La porta si è aperta con appena un sussurro. Dentro ho trovato una serie di strumenti fantasma ... e l'ingresso ad una cella. Sicuramente il mio amato Governatore era imprigionato li dentro!
Avrei dovuto recuperare la radice voodoo e convincere i nativi a preparare un pò della loro pozione anti-fantasma prima di essere in grado di salvare il Governatore. Ho portato gli strumenti giù nella stiva dove avevo recuperato la piuma fantasma, e li ho usati per aprire la cassa brillante.
All'interno della cassa c'era la radice voodoo magica.
Capitolo Venti:
IN CUI FACCIO UN'ORDINAZIONE PER UNA SALSAPARIGLIA ED INCONTRO UNA SCIMMIA A TRE TESTE
Ho lasciato la nave e mi sono avventurato nuovamente verso il villaggio.
Gli indigeni sono stati più che felici di preparare un pò di spruzzatore per spiriti. Armato contro le interferenze spettrali, sono tornato alla nave fantasma per prendermi la rivincita.
Purtroppo, quando sono tornato, LeChuck era andato via già da tempo. Ho saputo da un membro della ciurma che LeChuck aveva preso la nave e il governatore di Mêlée Island™. Il ripugnante pirata voleva
sposare la mia fidanzata!
Nel momento in cui ho a lasciato quelle catacombe, mi sono reso conto che la mia nave era in fondo all'oceano. Come avrei fatto a tornare a Mêlée? Per fortuna, Toothrot è arrivato a salvarmi. Mi ha confidato di avere una sua nave, quindi abbiamo usato quella per tornare su Mêlée Island™.
Capitolo Ventuno:
IN CUI PRENDO A CALCI UN SEDERE
Quando siamo arrivati su Mêlée Island™, sono corso al molo. Ho perso poco tempo con i fantasmi sulla banchina; la pozione magica funzionava proprio come dicevano gli indigeni.
Ho corso attraverso la città, solo per essere intercettato da un altro spettro. Ero armato e disperato, così anche questo fantasma, che insisteva per vedere il mio invito al matrimonio, è diventato un budino cosmico. Mi sono precipitato in chiesa e ho gridato al ministro di fermare il matrimonio.
Il confronto con il mio arci-nemico LeChuck era ormai imminente. Mentre mi preparavo a distruggerlo, il mio tenero amore è comparsa di sorpresa. Lei aveva il suo piano per distruggere LeChuck! Amo una donna che sa prendere il controllo della situazione. Stavo per fare fuori da me il malefico pirata fantasma, quando ha fatto ricorso alla violenza fisica, nella quale, devo ammettere, era estremamente abile. Mi ha colpito con lo stile e la grazia di un camion, ehm, di un cannone di tre tonnellate. Sono volato con un ampio arco sopra l'isola e ho perso la presa sulla birra di radice voodoo, la mia unica arma contro LeChuck. Le cose non stavano andando bene.
LeChuck mi ha dato ancora un pugno, e poi ancora. Prima di accorgermene, mi sono ritrovato a guardare l'interno di quella che ho concluso essere la macchina per il grog di Stan. Una bottiglia di birra di radice era rotolata fuori mentre io entravo. Ho sentito la voce di Stan, attutita dalle pareti della macchina. Qualche istante dopo mi è sembrato che la voce di Stan stesse rapidamente allontanandosi. Per qualche motivo, questo non mi ha infastidito molto. Mi ha infastidito quando LeChuck mi ha tirato fuori dalla macchina del grog e ha provato nuovamente a colpirmi…
Ma io, con piede lesto e mente ancor più veloce, ho afferrato la bottiglia di birra di radice che era caduta dalla macchina del grog. Armato di un sostituto della pozione magica, ho schizzato LeChuck nell'oblio.
LeChuck è esploso in modo incredibile, illuminando l'intera isola e dando alla serata un aspetto caldo e romantico. Tanto meglio, perché mi sono girato per un rumore dietro di me e ho trovato il mio zuccherino lì in piedi.
Si è offerta di comprarmi una birra alla radice.
Epilogo:
IN CUI RIPENSO A QUANTO È GIÀ ACCADUTO
Guardando indietro, faccio fatica a credere di essere stato il ragazzo innocente, senza pretese che è approdato per la prima volta su Melee Island™, ansioso di combattere e di far fortuna. Ora sono un uomo, temprato dalla battaglia, ricco, e folle ancora follemente innamorato del mio Governatore. Sembra che non mi sia rimasto nulla da fare. Potrei benissimo vivere il resto della mia vita in perfetta serenità e soddisfazione.
Solo una cosa continua a tormentarmi.
Non ho mai scoperto il Segreto di Monkey Island™...
forse è meglio che mi spiegate come fare ad aggiungere gli allegati ai messaggi su questo sito; in questo modo vi posto tutto ciò che ho io, sia in italiano che in inglese.
scusate per l'errore
continuo la traduzione del file monkey island 1.txt
I tavoli erano stretti uno accanto all'altro in modo disordinato, e bloccavano il passaggio. L'aria era piena almeno all'80 per cento di fumo. Un pirata si dondolava allegramente appeso al lampadario a un paio di metri d'altezza, cantando la canzone Merlino Happy Pig. Ogni tanto qualcuno batteva il pugno sul tavolo, e qualcun altro diceva "Ar!". Agli angoli del locale, pirati con una benda sull'occhio e teschi tatuati andavano fuori o si accasciavano al pavimento.
Nessuno aveva ancora notato l'ingresso di Guybrush. Lui si guardò intorno cercando qualcuno con cui parlare. C'erano due tipi al tavolo accanto alla porta, ma stavano dormendo, e Guybrush non pensava che sarebbe stato saggio svegliare un pirata che dorme. Alla fine, il nostro vide un grosso pirata con un cappotto rosso, che non sembrava stesse parlando o urlando a qualcuno in particolare. Guybrush gli andò incontro e si sedette. Il pirata inarcò un pò le sopracciglia al suo arrivo, ma non fece nulla di minaccioso. Guybrush si sentiva molto eccitato.
"Ehila, straniero," salutò il pirata in una voce roca e profonda. "Nuovo in città?"
Guybrush lottò per dire qualcosa. Per prima cosa, la sua attenzione era tutta sull'immensa barba scura che del pirata. Poi sul cappello nero triangolare con la striscia gialla che indossava. "Mi chiamo Guybrush Threepwood," disse Guybrush. "e sono di nuovo in città."
"Guybrush Threepwood?" esclamò il pirata incredulo. "Ah ah ah!! Questo è il nome più stupido che abbia mai sentito!" Era raggiante verso Guybrush. Ci fu l'improvviso suono delicato, ma inconfondibile, di qualcuno che stava tranquillamente vomitando in un angolo.
"Non lo so ... non mi dispiace 'Guybrush'", disse il nostro. "Beh, qual'è il TUO nome?"
"Il mio nome è Mancomb Seepgood", disse il pirata con orgoglio. "Allora, cosa ti ha portato a Mèlee Island?"
Tracannò il contenuto rimanente del suo boccale.
"Voglio essere un pirata!" disse Guybrush con entusiasmo.
"Oh veramente?" disse Mancomb. "Dovresti andare a parlare con i pirati importanti nella stanza sul retro. Sono loro i capi qui. Ti possono dire dove andare e cosa fare."
"Grazie" disse Guybrush. "Dove posso trovare il Governatore?" Dietro di loro, ci fu un grande applauso - c'era stato un vincitore per il concorso di bevitore.
"Il Governatore Marley? Il suo palazzo è dall'altra parte della città. Ma noi pirati non siamo i benvenuti a casa sua come una volta."
"Perchè no?" domandò Guybrush, curioso. "Io sono il benvenuto ovunque vada."
Mancomb si sporse in avanti, con complicità. "Beh, l'ultima volta che ha invitato un pirata a cena, si innamorò di lei." Guybrush annuì. "Ha complicato la vita a tutti."
"Cosa accadde dopo?"
«Beh, è una lunga storia quello che accadde dopo... Ma io non credo ad una sola parola. Estevan all'altro tavolo potrebbe raccontarti tutto. Si, proprio lì. Non puoi sbagliarti. Lui prende tutta la faccenda seriamente. " Mancomb sbirciò. «MOLTO seriamente."
"Chi era il pirata?" domandò Guybrush.
"Non era altro che il temibile pirata LeChuck", disse Mancomb. "Oh-oh, ho quasi finito il mio grog, dovrai scusarmi. E' stato bello parlare con te. Divertiti su Melee Island".
"Addio", disse Guybrush, e si alzò. Si guardò intorno e, dietro un paio di tende rosse sbiadite e macchiate, vide una sala oscurata. I pirati erano importanti dovevano essere li.
Seduto a un tavolo di fronte alle tende c'era un pirata in cappotto nero scuro, che guardava tra la folla e sembrava di malumore. Guybrush pensò che quello fosse Estevan. Si avvicinò, abbassò la testa per scansare due freccette tirate in modo impreciso, e si sedette a rispettosa distanza. Il pirata alzò lo sguardo, infastidito.
«Che cosa vuoi da me?" esclamò.
Guybrush inghiottì, la sua lingua aveva improvvisamente un nodo. Non era tanto il temibile aspetto da fuorilegge dell'uomo che lo aveva impaurito, ma una cicatrice verticale lunga sei pollici che correva attraverso il suo occhio destro. O quello che sarebbe stato il suo occhio destro, se il suo occhio destro non fosse stato di vetro.
"Vorrei presentarmi", disse Guybrush lentamente. "Il mio nome è Guybrush."
- Federico M.
- Tagliagole dei Sargassi
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Re: Le memorie di Guybrush Threepwood
Mi sa che non si può. Dovresti caricarlo su un qualche spazio online gratuito.turok ha scritto:Ops....
forse è meglio che mi spiegate come fare ad aggiungere gli allegati ai messaggi su questo sito;
- Sir Xiradorn
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Re: Le memorie di Guybrush Threepwood
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Re: Le memorie di Guybrush Threepwood
proseguo la traduzione
«Mi può raccontare la storia di questo LeChuck?"
Gli occhi di Estevan si spalancarono, e la sua bocca si aprì. "LeChuck ?! È il tipo che è andato a cena dal Governatore e non ha più voluto andarsene. Si innamorò molto di lei, ma lei gli disse di andarsene via.
"E così fece. Poi le cose si sono messe davvero male".
A Guybrush non piaceva il comportamento di questo LeChuck. "Come hanno fatto le cose a peggiorare?"
"Ha cercato di impressionare il Governatore salpando alla ricerca del Segreto di Monkey Island™. Ma ci fu una misteriosa tempesta misterioso che affondò la sua nave, senza lasciare superstiti Abbiamo pensato che fosse la fine del terribile pirata LeChuck. Ci sbagliavamo." Fece un profondo rutto di grog.
Monkey Island™ ... il nome fece risuonare le campane nella mente di Guybrush. Un isola misteriosa, lontana, deserta, infestata da ... qualcosa che non ricordava. "Qual è il segreto di Monkey Island™?" chiese a Estevan.
"Solo LeChuck lo sa", disse Estevan a bassa voce. "Lui naviga ancora le acque tra qui e Monkey Island™. La sua nave fantasma è un diabolico terrore sul mare." Guardò i suoi compagni ubriachi derisorio. "Ecco perché siamo tutti qui e i non per I mari a fare i pirati."
Guybrush seguì il suo sguardo. Non capiva Estevan - sembrava che i pirati si stessero divertendo. "Dove posso prendere qualcosa da bere?" Chiese il nostro.
"Cosa è successo al tuo occhio?" domandò Guybrush innocentemente.
"Beh, stavo mettendo le mie lenti a contatto quando - ehi, aspetta un secondo! Questi non sono affari tuoi!"
"Scusa per il disturbo", disse Guybrush.
"Giusto," annuì Estevan. Guybrush si guardò intorno per una tazza, ma purtroppo sembravano tutte prese. Passò oltre Estevan e tirò un pò la tenda. Un cane era seduto lì accanto, con un osso in bocca . Quel cane lo guardava in un modo che faceva capire che era più intelligente di quanto lo fosse Guybrush.
La stanza dietro era più piccola, ma molto meno affollata. Qui c'era solo un tavolo, e un camino in un angolo. Seduti a quel tavolo c'erano tre grossi pirati, ben vestiti e dall'aspetto importante che bevevano un rifornimento costante di grog. Guybrush si avvicinò.
Il pirata di mezzo, un tizio piccolo e paffuto con la barba e un cappotto verde, lo fermò con uno sguardo feroce. "Cosa cerchi ragazzino?" urlò, scuotendo la testa per qualche tipo di impedimento muscolare o perché troppo ubriaco.
"Voglio diventare un pirata,", disse Guybrush con fermezza.
I tre pirati lo guardarono. Il pirata di sinistra, un uomo grosso e sporco con una folta barba con le treccie, sembrava scettico. "E allora?" chiese, facendo agitare selvaggiamente la sua barba intrecciata nell'aria fumosa.
«Perché vieni da noi?" chiese il piccolo pirata.
Il pirata sulla destra, una, persona più alta e più curata che aveva l'aria più nobile, dissentì. "Ehi, non dimentichiamoci che siamo a corto di gente a causa del l'affare LeChuck." La sua testa, mentre parlava, si muoveva come un furetto in trappola.
Per essere un gruppetto di pirati seduti soltanto per bere qualcosa, erano un gruppo incredibilmente energico. Oppure avevano un qualche tic nervoso.
"E allora?" disse il pirata sporco.
"Dunque", continuò quello aristocratico - sosteneva il boccale scutendolo come una zanzara in un uragano - "niente pirati niente malloppo, niente malloppo, niente grog, e siamo decisamente a corto di grog."
"Hmmm," fece il pirata sporco. Guardò Guybrush attraverso un paio di occhi annebbiati. "Hai delle doti particolari?"
Guybrush gonfiò il petto con orgoglio. "Posso trattenere il respiro per dieci minuti!"
"Bene...", disse il pirata sporco lentamente, "va bene, ma dovrai fare di più."
L'aristocratico parlò. "Dovrai superare..."
"Le tre prove!" ruggì i pirati all'unisono, scuotendo le teste selvaggiamente. Abbondanti quantità di grog caddero sul tavolo dove, Guybrush si accorse, cominciavano a sprigionare fumo.
"Er... Cosa sono le tre prove?" domandò Guybrush. Non si era preparato per questo. "
"Ci sono tre prove ogni pirata deve superare", intonò il pirata mezzo, il collo sembrava pericolosamente instabile.
"Dovrai diventare maestro di spada...", disse il pirata sporco.
"...ed abile nel furto..."
"...e cacciatore di tesori", terminò quello nobile, a cui il colletto stava sempre più appiccicato ad ogni sorso di grog che provava a mandar giù.
"Cosa?" urlò il pirata mezzo.
"La caccia al tesoro, ragazzino!"
"Esatto", disse il pirata mezzo. Ci fu una pausa mentre teneva la testa in equilibrio. "Dovrai dimostrare la tua abilità in queste tre prove: la spada, il furto, e la caccia al tesoro; dovrai dimostrarci che hai eseguito le tre prove."
Il pirata sporco fissò uno sguardo penetrante su Guybrush. «E poi dovrai bere il grog con noi!!" disse con enfasi.
"GROG!!! GROG!!! GROG!!!" ruggirono i pirati, picchiando i loro boccali sul tavolo. Alcuni di essi schizzarono su Guybrush. Si sentiva stranamente frizzante.
"Cosa c'è in quell'intruglio di Grog?" chiese, massaggiandosi la pelle.
"Il Grog", disse il pirata di mezzo, "è un miscuglio segreto che contiene una o più di queste sostanze: cherosene, glicol propilene, dolcificanti artificiali, acido solforico, rum, acetone, colorante rosso n.2, detriti, grasso per motore, acido per la batteria, e/o peperone. Come puoi ben immaginare è una delle sostanze più caustiche e volatili conosciute dall'uomo ".
"Questo miscuglio è così potente che si mangia le tazze", disse il pirata sporco. "ed il cuoco ci sta rimettendo una fortuna per rimpiazzarle."
"HAR HAR HAR" ruggirono i pirati, dandosi pacche a vicenda sulle spalle e sbattendo il tavolo.
"Siete un branco di maiali puzzolenti ed ubriaconi!" esclamò Guybrush.
Il pirata sporco lo guardò con compassione. "Per essere un pirata dovrai diventare un maiale puzzolente ed ubriacone."
Guybrush annuì. Questo sembrava ragionevole. Stava per andare verso l'uscita, poi si rese conto che non sapeva cosa fare. "Come si fa a diventare un bravo spadaccino", disse.
"Per primo, procurati una spada", disse il pirata sporco. "Dovrai trovare e battere il Maestro della Spada. Qualcuno nel paese potrebbe aiutarti. Oh. Dovrai prima trovare qualcuno che ti addestri."
Re: Le memorie di Guybrush Threepwood
Grazie per aver accolto la propostaturok ha scritto:Ho editato il primo post ed ho inserito il link ai file.
Almeno su questo avanzamento aiuti i fan a capirci di più.
Dal link che hai postato ci sono anche rtf di altri giochi. Può darsi che saranno oggetto di una tua traduzione in futuro, forse.
Cmq, questo progetto è nato come Trascrizione, poi si è avuta una traduzione, ed ora anche delle nuove.
Ti è possibile, sempre nel 1° post, mettere le progress bar per ogni progetto ed i link sia al pdf originario (non tradotto) e quello tradotto?
Cioè la domanda è questa:
"le memorie di G.T." sono oltre la Trascrizione, anche di traduzione diversa per ogni gioco e tipologia? come soluzione MI e MI2, memorie Mi1 e Mi2 etc?
Nel caso, se c'è qualche cosa già di completato, si potrebbe dividere anche i topic!
O invece "Le memorie" quindi questo topic è 1 solo progetto che ne racchiude diversi?
In tal caso se il progetto terminerà a breve, si conclude tutto in questo topic ed alla fine, ovviamente, si creeranno le relative schede di presentazione, di cui l'impronta sarà di Turok
@Blackmonkey
I pdf da te postati qualche post addietro, se completi, possono essere inseriti da Turok nel suo 1° post?
Sono completi o vengono aggiornati a seguito delle sue traduzioni?
Nel caso di difficoltà a mantenere l'avanzamento nel topic, si può creare un unico post di avanzamento nel Diario
@Turok
Quando posterai la nuova traduzione, ed appena avrai modo editala in un solo post.
Per usare multipli spoiler, nel caso vuoi dividere un capitolo da un altro, usa come bbcode "spoiler2". Ti permette di postare anche più capitoli separandoli, quanti ne servono
Oltre ai fan, aiuti anche noi ad evitare di svalvolare per aiutarTi a controllare le traduzioni con le eventuali correzioni
- Blackmonkey
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Re: Le memorie di Guybrush Threepwood
Quello è il link della mia cartella Copy, in cui ho messo tutti i documenti che avevo scaricato da LucasFiction, uno dei siti affiliati a Mix'n'Mojo ora non più raggiungibile.utdefault ha scritto:Dal link che hai postato ci sono anche rtf di altri giochi. Può darsi che saranno oggetto di una tua traduzione in futuro, forse.
In effetti forse ora c'è un po' di confusione... il punto di partenza è stata la trascrizione delle soluzioni di MI1 e MI2 (già in italiano) che erano state pubblicate sulla rivista K. Poi turok ha tradotto il documento The Memoirs of Guybrush Threepwood: The Monkey Island Years, una soluzione romanzata di MI1 che era scaricabile dal sito ScummBar.utdefault ha scritto:"le memorie di G.T." sono oltre la Trascrizione, anche di traduzione diversa per ogni gioco e tipologia? come soluzione MI e MI2, memorie Mi1 e Mi2 etc?
Questi tre (sotto?)progetti sono completi, quindi si possono mettere tre barre al 100%.
Ora invece sta traducendo un'altra soluzione in forma di racconto, questa volta di MI2, che per quanto ne sappiamo è del tutto scollegata dalla precedente; non mi ero segnato il nome dell'autore, ma dato che lo stile è diverso, con uno in forma di diario, narrato in prima persona, e l'altro in terza, credo non si tratti dello stesso (non so neanche se le quattro soluzioni romanzate di MI1, 2, 3 e 4 che ho caricato qui siano state scritte dalla stessa persona).
Si, sia le due trascrizioni che la traduzione delle memorie dovrebbero essere a posto (rimetto qui il link).utdefault ha scritto:I pdf da te postati qualche post addietro, se completi, possono essere inseriti da Turok nel suo 1° post?
Sono completi o vengono aggiornati a seguito delle sue traduzioni?
Nel caso di difficoltà a mantenere l'avanzamento nel topic, si può creare un unico post di avanzamento nel Diario
Re: Le memorie di Guybrush Threepwood
1. trascritto le soluzioni di MI1 e MI2 dalla rivista K, per portarle in formato digitale.
2. Abbiamo tradotto "Le memorie di Guybrush Threepwood - Gli anni di Monkey Island", riguardante MI1.
3. Ora stiamo iniziando la traduzione della soluzione novellizzata di MI1.
Tutti e tre i punti riguardano MI1, ma sono modi diversi e più approfonditi e novellizzati della soluzione del gioco
Mi scuso perché ho fatto un pasticcio inserendo l'inizio della traduzione della soluzione novellizzata di MI2; nel caso posso eliminarla dal forum per il momento e, quando cominceremo a tradurla la riprenderò d'accapo.
Spero di aver fatto un pò di chiarezza.
Re: Le memorie di Guybrush Threepwood
"Parlatemi della prova del furto," chiese Guybrush tra la tosse. La tosse era dovuta al fatto che il fumo stava diventando ancora più denso. Ci doveva essere qualcosa incastrato nel camino.
"Vogliamo che procuri un piccolo oggetto per noi", ha detto il pirata mezzo. "L'idolo dalle molti Mani-"
"-nella residenza del governatore!" finì il pirata dall'aspetto nobile.
Il pirata sporco mandò giù un enorme sorso di grog. "Il Governatore", gorgogliò, «tiene l'Idolo dalle molte mani in una vetrina nella sua villa fuori città. Dovrai superare le guardie, naturalmente."
"La parte difficile sarà superare i cani di guardia fuori," annuì l'aristocratico violentemente.
"Sono una razza particolarmente feroce," concordò il pirata sporco. "Dovresti drogarli o qualcosa del genere."
"Parlatemi della caccia al tesoro!" ansimò Guybrush. Ora era davvero a corto di aria.
"La leggenda vuole", disse l'aristocratico, "che ci sia un tesoro sepolto qui sull'isola di Mêlée."
"Tutto quello che devi fare", disse il pirata di mezzo ", è trovare il leggendario tesoro di Mêlée Island™ e riportarlo qui".
Guybrush attese per ulteriori istruzioni, che non si trovavano. "Dovrei avere una mappa o qualcosa del genere?" ha richiesto.
"Non puoi certo aspettarti di trovare un tesoro senza una mappa!" lo rimproverò il pirata sporco.
Il pirata di mezzo si chinò in avanti, con un grande sorriso stampato sul suo volto. "E non dimenticate - la X segna il punto!"
"HAR HAR HAR!!!" ruggirono i pirati.
L'odore dell'alcol arrivava fino in faccia a Guybrush. "Partirò subito," disse.
"Lasciaci al nostro grog", disse il pirata sporco.
"Torna più tardi e dicci come sta andando."
Guybrush fece un passo indietro e si diresse lentamente verso la parete di fondo, dove si fermò a prendere un po di fiato. Guardò la camicia bianca, o almeno quello che in precedenza era stata la sua camicia bianca. Aveva ormai un colore marrone chiaro affumicato.
Mentre stava accucciato in un angolo, la porta della cucina si aprì a pochi passi. Il cuoco uscì e oltrepassò i pirati importanti arrivando alla stanza principale della taverna. Guybrush si guardò intorno e vide una porta che conduceva ad un piccolo molo al di fuori della cucina. E l'aria li era stato più salubre.
Guybrush scivolò dentro. Non solo l'aria era più pulita, ma lo erano anche pavimenti e pareti. Si poteva vedere la vernice originale, visto che il colore blu non era riuscito a coprirla. Guybrush si guardò intorno. In un angolo c'era una grande botte con un teschio dipinto su di esso, ovviamente il grog. Guybrush sospirò - aveva dimenticato la sua tazza.
Un grande tavolo di legno era addossato alla parete principale, e a occupare il grande tavolo in legno c'era un grosso pezzo di carne. Sotto il grande tavolo di legno c'erano una serie di scaffali, scatole, e una robusta pentola di metallo. Accanto al grande tavolo in legno, una stufa bruciava allegramente. Sulla stufa, una spessa pentola nera gorgogliava felicemente. La cucina, nel suo complesso, era un posto piuttosto carino, a condizione che vi piacesse il rosso.
C'era una porta sul lato opposto, che si apriva su un piccolo molo. Guybrush uscì sulle assi di legno, e ispirò a fondo nell'aria della notte. Notò un pesce rosso che si trova sul fondo del molo, e un gabbiano che andava a beccarlo spesso. Gli venne un'idea.
Guybrush prese a calci il gabbiano, cercando di spaventarlo. Invece, il gabbiano alzò gli occhi e si lanciò con suoi artigli, riuscendo a spaventare Guybrush. Ma il nostro non era da meno. Notando una lieve oscillazione in una tavola, si diresse verso l'altra estremità e premette duramente il piede. La plancia saltò in aria. Il gabbiano la seguì, spaventato, e mentre la sua mente era ancora distratta Guybrush saltò sotto, prese il pesce, e corse dentro. Lo guardò. Era un aringa.
Guybrush si abbassò sotto il grande tavolo in legno, prese il piatto, in cui mise il pesce, guardò la carne e la mise nel piatto. Prese un coperchio e chiuse il piatto. Sorrise. Con questo, poteva distrarre i cani da guardia abbastanza a lungo per scivolare oltre ed entrare nel palazzo.
Nascondendo la pentola, Guybrush aprì la porta, passò davanti i pirati, in punta di piedi davanti alla folla in generale, e, infine, era fuori di nuovo nella via principale.
Nel frattempo ... nelle profondità al di sotto di Monkey Island™, la nave del pirata fantasma LeChuck era ancorata in un letto di lava, che occupa le caverne sotterranee più grandi di qualsiasi caverna mortale conosca l'uomo.
LeChuck era sull'attenti nella stanza del capitano, guardando fuori dalla finestra il paesaggio rosso ribollente. La barba si agitava nei venti infernali. Le pareti, le travi e i pavimenti intorno a lui avevano una strana, azzurra, qualità eterea - per fare chiaramente il punto, era una nave fantasma.
La porta alle sue spalle si aprì ed entrò un pirata fantasma nervoso con una gamba di legno. Era azzurro dalla testa ai piedi, indossava un cappello verde, ed era avvolto in un cappotto a scacchi. La maggior parte delle persone difficilmente avrebbe trovato la sua presenza confortevole. Ma LeChuck, alla sua mente, era peggio. La maggior parte dei pirati fantasma erano in parte solidi - ma LeChuck era completamente trasparente: si poteva vedere attraverso il suo corpo blu.
Qualcuno può correggere?
«Ah», sospirò LeChuck, o, più precisamente, non respirò. Guardò fuori dalla finestra con aria soddisfatta. "Non c'è niente come i venti caldi dell'inferno che ti soffiano in faccia."
«No, signore», concordò in fretta il pirata fantasma "Niente di più bello. Ah ... signore ... io ..."
LeChuck si voltò verso di lui e si diresse verso il centro della stanza. "Sono i giorni come questo che ringrazio di essere morto."
«Oh, sì, signore ... ringrazio di essere morto ..."
"Sei felice di essere morto, vero?" chiese LeChuck in modo del tutto privo di senso dell'umorismo.
«Oh, sì, signore", disse il pirata fantasma velocemente e il più enfaticamente possibile. C'era solo un pò di amarezza nella sua voce. "Mi sento così fortunato che hai catturato la mia nave, uccidendo poi me e tutto l'equipaggio a bordo. Sì, signore, fortunato."
"Sono contento di sentirlo", disse LeChuck, che non capiva l'ironia. "Adesso per quale motivo mi hai disturbato?"
"Ah ... sì, signore ... beh, vedete, potremmo avere un problema sulla Mêlée Island™".
"UN PROBLEMA???" ruggì LeChuck con rabbia. Il cuore del pirata fantasma gli saltò in bocca. O, più precisamente, non riuscì a farlo. Questo era uno degli aspetti negativi dell'essere un fantasma - dovevi usare tutto un altro repertorio di modi di dire. "Che problema potrebbe esserci?" continuò LeChuck. "Quelle femminucce di pirati hanno così tanta paura del mare che si spaventano pure di fare un bagno!"
Il pirata fantasma deglutì, almeno mentalmente. "Bé, sembra che ci sia un nuovo pirata in città. A dire il vero, è un aspirante pirata. Giovane. Inesperto. Probabilmente nulla di preoccupante. Non so perché ti ho disturbato per questa sciocchezza. Ci penserò io stesso." Si voltò per andarsene.
"Aspetta!" disse LeChuck. "Me ne occupo io personalmente. I miei piani sono troppo importanti per essere incasinati da dilettanti".
"Sì, signore," disse il pirata fantasma educatamente, e lasciò il più rapidamente possibile la stanza. LeChuck si voltò verso il vortice infuriato ancora una volta, con lo sguardo fisso.
Guybrush si voltò intorno, per sentire l'aria. La notte era ancora giovane. Prese a sinistra, addentrandosi sempre più nella città e allontanandosi dalla riva. Il sentiero passava davanti alcune case, svoltava sotto un arco e sbucava in una strada trafficata. Un certo numero di pirati cercavano dove dormire, ma molti sembravano aver trovato il loro posto per la notte.
Guybrush giunse accanto un uomo minuto e calvo in piedi all'angolo della strada, che guardava a sinistra e a destra in modo furtivo. Aveva un lungo cappotto nero e un pappagallo sulla spalla. L'uomo vide Guybrush. "Scusa, hai un cugino di nome Sven?" Chiese.
Eh? pensò Guybrush. "No, ma una volta ho avuto un barbiere di nome Dominique", rispose.
"Abbastanza vicino,» disse l'uomo. "Parliamo di affari." Aprì il suo cappotto mostrando, oltre ad una grossa pancia, una serie di mappe sul versante interno del cappotto. "Vuoi acquistare una mappa per il Leggendario Tesoro Perduto di Mêlée Island™? Ne esiste solo una". Si tolse un pezzo di carta dalla tasca della giacca e la tenne davanti al viso di Guybrush. "Rara. Molto rara. Solo cento di pezzi da otto".
Il cuore di Guybrush affondò. Egli non aveva nemmeno un pezzo da otto. "No grazie, non ho i soldi."
L'uomo scosse la testa con irritazione. "Beh, allora togliti dai piedi. Mi ostacoli il commercio." Guybrush si allontanò, sentendosi un pò depresso.
Sull'altro lato della strada, tre pirati stavano oziando. Uno era seduto su un barile e si dondolava avanti e indietro. Gli altri due stavano alzati, mostrando palesemente la loro differente altezza. Davanti al pirata che si dondolava, c'era un piccolo ratto. Guybrush lo guardò.
Il pirata che dondolava non prese la cosa molto bene. "Ehi, lascia stare il mio topo!" esclamò. Guybrush si avvicinò. "Ho detto di non importunare il topo!" disse il pirata. Guybrush guardò il topo di nuovo - non riusciva a capire perché si agitasse tanto. "Hey amico!!" gridò il pirata. "Frank, fallo smettere!" Frank, il più alto dei pirati, guardò Guybrush ma non disse nulla.
Il ratto guardava nervoso - non gli piaceva essere osservato. Annusò l'aria e scappò.
"Oh, guarda quello che hai fatto!" gridò il pirata dondolante.
Guybrush annuì. "Ora che quella bestia terribile è andata via, possiamo parlare", disse.
Il pirata guardò Frank con rabbia. "Frank, questo tizio ha spaventato il mio topo! Caccialo via, ora!"
"Penso che sia meglio che te ne vada, ragazzo", disse Frank.
Guybrush si accorse che avrebbe potuto aver commettere un errore. "Mi dispiace per il topo", disse ai pirati.
"Ti piacciono i topi?" chiese il pirata mentre dondolava, che sembrava ancora arrabbiato.
"Sì, io amo i topi!" disse entusiasta Guybrush.
Il pirata che dondolava stava iniziando a sbollentare un pò della sua rabbia. "Sono creature molto intelligenti!" Il pirata di mezzo, un uomo basso e robusto che sembrava un barista, cominciò a ridere con sarcasmo. Frank lo colpì sulla testa. "Più intelligenti di lui", disse il pirata che dondolava. C'è una storia che narra di un gruppo di ratti che ha navigato da qui fino alla leggendaria Monkey Island™".
"No, non è giusto», intervenne Frank. "È stato un gruppo di scimmie."
"Lo trovo difficile da credere", disse Guybrush. "Un gruppo di stupide scimmie non può in nessun modo salpare con una nave!"
"In realtà, erano scimpanzé," si corresse Frank. "E non erano stupidi. Quando sono arrivati, hanno venduto la nave per un penny. Quella è stata l'unica volta che Stan abbia avuto la meglio in un affare."
"Ho pensato che fossero topi", disse il pirata che dondolava.
Guybrush decise di cambiare discorso. "Siete dei pirati, ragazzi?"
I pirati si guardarono l'un l'altro. Il pirata di mezzo si mise a ridere. «No, siamo una compagnia circense itinerante", disse Frank.
"Ma qualche idiota ha spaventato il nostro topo addestrato, facendolo scappare via", detto il pirata che dondolava in nodo amareggiato.
"Stai zitto!" gridò Frank, e colpì di nuovo il pirata mezzo. "Certo che siamo pirati!" disse a Guybrush. "Non puoi comprare vestiti come questi dappertutto!"
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Re: Le memorie di Guybrush Threepwood
Per quanto riguarda la correzione, purtroppo io in questo periodo sono un po' occupato. Se nessun altro si farà avanti, cercherò di darci un'occhiata quando possibile.
Re: Le memorie di Guybrush Threepwood
Re: Le memorie di Guybrush Threepwood
Guybrush non era ancora convinto che quei tre fossero dei pirati. "Come mai siete qui e non su una nave a saccheggiare, fare razzie, derubare o altre cose del genere?"
Frank disse. «Bè, la pirateria in questo periodo, non sta andando molto bene..."
"...ci sono alcuni pirati con un fantasmagorico talento nella zona in questo momento..."
"...che operano proprio fuori Monkey Island™", finì Frank.
"Così, abbiamo deciso di intraprendere vie alternative di sostentamento. Stiamo cercando di avviare un circo."
"Le cose stavano andando davvero bene, fino a quando il ratto ha spaventato l'elefante..."
"...e ora un'idiota ha spaventato il topo!" Il pirata che dondolava non era disposto a lasciar andare questo punto.
Ci fu una pausa. "Ora ci hai depresso, vai a casa", disse Frank.
Guybrush indicò l'uomo dietro l'angolo, che si guardava intorno ancora all'erta. "Conoscete quel tipo subdolo all'angolo opposto?"
"Vuoi comprare una mappa, eh?" chiese Frank. Aprì la giacca per rivelare una serie di pergamene, coperte da un rivestimento. "Le nostre mappe sono di altissima qualità, non come le carte da straccio che puoi trovare da quel pagliaccio di fronte". Si guardarono l'un l'altro per un momento.
Il pirata di mezzo si mise a ridere. "No, sto scherzando", disse Frank. "Queste sono in realtà copie dei verbali dell'ultima riunione municipale di Mêlée Island™. Non riesco nemmeno a regalarle. Ne vuoi una?" L'offerta non sembrava promettente.
"No, ma ne prendo una se mi dai due pezzi da otto", disse Guybrush.
"OK, mi sembra uno scambio giusto", disse Frank. Porse un pezzo di carta e due monete d'oro a Guybrush.
"Gli darò un occhiata» disse Guybrush. Si mise a camminare un pò lungo la strada e guardò le minute. Non c'era niente di interessante, ad eccezione di un sacco di lettere stampate a macchina. Sospirò e piegò la carta infilandosela in tasca. Camminando per la strada, la maggior parte delle porte e dei negozi sembravano essere chiusi. Un insegna attirò la sua attenzione: - "Ye Olde negozio del pollo-di-gomma-con-una-carrucola-in-mezzo ... serviamo il pollo-con-una-carrucola-in-mezzo da oltre 50 anni." Anche quel negozio era chiuso.
Guybrush attraversò la strada, guardando il grande orologio che ornava l'arco più avanti. Erano le dieci. I negozi qui erano proprio deserti come quelli sul lato opposto, ad eccezione di una sola porta di legno, che si aprì piano al tocco di Guybrush. Guardò intorno alla porta e ai lati della stanza, ma non vide nulla. Abbassò la testa mentre passava sotto un paio di tende rosse, e poté vedere la merce.
"Un negozio voodoo!" disse eccitato. Si guardò intorno meravigliato. C'era un forte odore nell'aria - un profumo di spezie marce. Appese alle travi c'erano le carcasse di polli morti. Poveri polli, pensò Guybrush. Grandi cesti di vimini erano sparsi sul pavimento. Pensò di aprirli, prima di rendersi conto che non era poi così curioso di scoprire cosa c'era dentro. Ad una parete, uno scheletro e un divano in pelle rossa reclinato. Sembrava confortevole, in una sorta di modo spettrale. Accanto ad esso, uno scaffale di miscugli voodoo. Vasetti di sangue di pipistrello, una casella "scaglie assortite", uno shaker pieno di fiocchi di scimmia, e alcune nocche gatto. "Nocche di gatto?" Guybrush disse a voce alta. «Che barbari!" Un tronco solitario occupava un angolo lontano. "Probabilmente c'era un corpo in esso," rifletté Guybrush cupo. Su di esso c'era una sorta di calice, un affare semplice che avrebbe potuto essere il lavoro di un falegname. Accanto ad esso, una pila di piccole ossa di un animale non identificato. Accanto a questi, un pollo. O, come Guybrush scoprì quando lo guardò più da vicino "un pollo-di-gomma-con-una-carrucola-in-mezzo. Quale possibile utilità avrebbe potuto avere?" Incuriosito, lo esaminò più da vicino, ma non riusciva a trovare indizi utili a capire lo scopo di quell'affare. Guybrush lo raccolse ed entrò più in fondo nel negozio.
Guybrush stava per chiedere quanto costasse il pollo, ma la donna parlò per prima. «Ah», disse con accortezza, "Sento che il senso di colpa per aver rubato il mio pollo sta crescendo." Annuì. "Tienilo. È tuo."
"Perché non lo vuoi?" domandò Guybrush. "È sotto il sortilegio di un'antica maledizione voodoo?"
"No, la puleggia scricchiola."
Guybrush annuì, la sua anima si calmò un po. Stava per dirle il suo nome, ma lei lo anticipò un'altra volta. "Aspetta ... non dire niente. Posso sentire che il tuo nome è ... è ... Guybrush. Guybrush Nosehair. No aspetta! ... Threepwood. Guybrush Threepwood. Giusto?"
"Wow, è incredibile! Conosci altri trucchi?" esclamò. Era stata solo fortunata, pensò.
"Non mi occupo di trucchi", disse la donna con aria di rimprovero. «Quello che so è la verità."
A questo punto Guybrush stavadi leggergli la mano per sapere se sarebbe diventato ricco. La voodoo lady rispose prima che lui potesse porgerle la domanda. "Allora, le mie competenze di lettura della mente mi dicono che sei interessato al tuo futuro. Sei sicuro che questo è quello che vuoi veramente sapere?"
"No!" esclamò Guybrush, con decisione improvvisa. "Non mi dire niente. La vita dovrebbe essere sorprendente ed entusiasmante."
"Come vuoi,» disse la donna.
D'altra parte, una piccola previsione sarebbe potuta essere utile se stava per diventare un pirata ... Stava per dirlo quando la donna voodoo parlò. "Hai cambiato idea, vedo. Sto avendo una visione." Alzò le braccia e le agitò in un gesto complicato. La cavità verde ai piedi di Guybrush divenne rosa. La stanza balenò in un colore blu come in una piscina e dal pavimento spuntò il cranio di una scimmia gigante. Gli occhi rossi del cranio si allargavano verso Guybrush.
"Vedo che intraprenderai un viaggio, un lungo viaggio", disse la voodoo lady, fissando il liquido. Il liquido verde roteava e bolliva all'interno del teschio. "Ti vedo capitano di una nave."
"Sì!"
"Vedo ...» Fece una pausa.
"Cosa? Vedi cosa?" Guybrush stava diventando molto interessato.
La donna voodoo agitò le braccia ancora una volta. "Vedo una scimmia gigante."
"Yikes!"
"Ti vedo dentro la scimmia gigante", continuò la donna voodoo.
"Orribile".
"Aspetta!" disse bruscamente. "Sta diventando tutto evidente. Il tuo viaggio sarà molto movimentato. Vedrai cose che sarebbe meglio non vedere. Sentirai cose che sarebbe meglio non sentire. Imparerai cose che sarebbe meglio non imparare."
"Che tipo di cose?" domandò Guybrush. "Odio le sorprese."
"NO!" gridò la donna voodoo. "Non è questo il momento giusto per sapere. Quando conoscerai il tuo obiettivo, vieni a trovarmi -.. solo allora ti farò sapere" La testa di scimmia sprofondò nel terreno. Evidentemente la lettura era finita. Nel momento che il teschio iniziò a scendere ci fu un improvviso lampo verde. Quando scomparve, la donna voodoo era svanita.
"Yikes!" disse Guybrush. Tornò da dove era venuto e aprì la porta.
Nella via principale, si girò a destra, verso il gigantesco orologio. Passò sotto l'arco, attraverso un breve tunnel che spuntava in un'altra area, un'area più periferica della città.
Le abitazioni in questa zona sembravano ancora più malconcie. Molte avevano due piani o addirittura tre, e sembravano essere state costruite insieme circa con la stessa organizzazione di un armadietto tipico delle medicine. Le camere, le soffitte, i piani superiori e i corridoi erano stati ritagliati ovunque ci fosse spazio. Molti si aggrappavano alle pareti della città come una spina dorsale. Guybrush prese una svolta a destra lungo una delle strade, ma presto si rese conto che qualsiasi percorso facesse fuori dalla strada principale gli faceva perdere l'orientamento.
"Ciao?" gridò. "C'e qualcuno da queste parti?" Si addentrò ulteriormente nella piazza lastricata. "Ciao??"
Ci fu un movimento d'aria dietro di lui. Guybrush si voltò e vide un grande uomo calvo che lo guardava e con un lungo coltellaccio. "Sai," disse l'uomo con una voce sgradevole, "potrebbero accadere brutte cose, ad una persona in un vicolo buio e deserto come questo. E in quest'ora della notte, non ci sarebbe nessuno nei dintorni come testimone." Guardò intenzionalmente Guybrush.
«Già», concordò Guybrush. "E brutte cose succedono a quelli che si avvicinano di nascosto da dietro."
L'uomo si avvicinò un po. «Ma allora cerchi di fare il furbo con me, eh? Dimmi il tuo nome."
"Sono Guybrush Threepwood, e sono un potente pirata", disse con orgoglio Guybrush.
"Ascolta Peepwood-"
"Threepwood,» lo corresse Guybrush. "Guybrush Threepwood."
"Qualunque sia il tuo nome, ascolta: io sono lo sceriffo qui intorno Fester Shinetop Tienilo a mente - questo è un brutto momento per visitare Mêlée Island™. Un periodo pessimo. Il consiglio che ti do è quello di trovare qualche altro posto in cui trascorrere le tue vacanze. Qualche posto più sicuro. Si allontanò in modo deciso.
Guybrush lo guardò mentre andava via con l'animo più sollevato. "Ragazzi, mi sento molto più sicuro sapendo che c'è un ufficiale della legge in giro," disse. Il giovane si guardò intorno nella piazza, un luogo abbastanza desolato, e vide un manifesto attaccato alla parete. "CI VEDIAMO AL CIRCO", proclamava il manifesto. "Oh ragazzi, un circo!" esclamò Guybrush. "Amo il circo." Guardò l'indirizzo indicato - si sarebbe tenuto sulla costa occidentale di Mêlée Island™.
Seguì Fester Shinetop, che era scomparso da qualche parte, ma era nuovamente sulla strada principale. Qui vide un grande negozio vicino all'ingresso del tunnel, che per di più sembrava essere aperto. Guybrush si avvicinò ed entrò.
La stanza all'interno era capiente, con molta roba accatastata, e deserta. Sopra la sua testa e sulla parete di sinistra, un secondo piano ospitava vele, una cassetta di sicurezza, e numerose scatole. Le scale che portavano ad un altro scaffale di merce in cui era tenuta una lunga spada affilata. La scrivania del proprietario aveva un cartello - "Suonare il campanello per essere serviti."
Guybrush guardò il segno, e guardò la spada. Fondamentalmente, era una persona onesta. Ma le opportunità di lavoro sembravano un po scarse in questo momento nel posto in cui si trovava. E quando i bisogni devono ...
Allungò una mano per afferrare la spada. Sembrava bella e pesante nella sua presa. L'etichetta indicava la spada come "Slashmaster™ - Quando desideri una spada tagliente come il tuo spirito". Non sapeva ancora dove trovare il Maestro di Spada, ma questo sembrava l'attrezzo giusto per affrontarloi.
Tenendo la spada nella mano sinistra, Guybrush salì furtivamente su per le scale fino al pianerottolo, dove vide una pala appoggiata in un angolo, la cosa giusta per un buona caccia al tesoro. L'etichetta: "Digmaster™ - L'unica pala per gli appassionati di caccia ai grandi tesori ." La prese e si scese tranquillamente giù per le scale. Si diresse in punta di piedi silenziosamente verso la porta e aveva quasi fatto il colpo, quando una voce gridò: "Ah-ha!" dietro di lui.
Guybrush si voltò, colpito dal senso di vergognaa. Il proprietario, un vecchio con la barba bianca e un bastone, era apparso dalla stanza sul retro. "Ti ho preso, piccolo ladro!" Di mosse dietro il banco, seguito da un Guybrush contrito. "Forse ti piacerebbe pagare per questi?" Mise il prezzo sul bancone.
Guybrush guardò la sua spada - sarebbe stato davvero un peccato perderla. "A proposito di questa spada ..."
"E allora?"
"La voglio."
«Sarà un centinaio di pezzi da otto", disse il proprietario in modo calmo. "Prendere o lasciare."
"Non ho abbastanza soldi," disse Guybrush tristemente.
"Figurati".
Guybrush mise la spada al suo posto. Pensò di chiedere per il costo della pala, ma poi rimise a posto anche quella . "In cos'altro vuoi farmi perdere tempo?" chiese al proprietario educatamente.
Guybrush pensò. "Ehm ... Sto cercando il Maestro di Spade di Mêlée Island™".
Guybrush lo guardò uscire, in modo sorprendentemente veloce per un uomo che usava un bastone. Sulla soglia proprietario della merceria si fermò. "E NON TOCCARE NULLA!!"
La porta si chiuse.
Guybrush attese. Gli venne in mente che, diversamente dall proprietario del negozio, lui non era così veloce. Ci sarebbe voluto un bel po probabilmente per andare a piedi fin laggiù e ritornare. E chi poteva dire se il Maestro di Spada voleva vederlo? Deciso, Guybrush aprì la porta, vide che il vecchio si trovava ancora appena fuori dall'arco, e cominciò a seguirlo di nascosto.
Fu davvero una lunga camminata. Il proprietario lo condusse sotto l'arco, oltre i tre pirati del circo, oltrepassarono lo Scumm Bar, salirono su per il sentiero lungo e tortuoso, passarono dalla postazione della vecchia vedetta che stava guardando il mare e non prestò loro attenzione, e si addentrarono in Mêlée Island™.
Mêlée Island™ era una grande isola, se la si voleva esplorare tutta. Da sopra, aveva la forma di una 'c' minuscola, con la città principale sul lato esterno. La principale via di trasporto su Mêlée Island™ attrsversava la c per tutta la lunghezza, dall'angolo superiore destro fino l'angolo superiore sinistro. Diversi sentieri si diramavano dalla via principale, portando sia verso la costa che verso l'entroterra. Il vecchio prese la strada costiera, prima di girare verso l'interno e giungere a una biforcazione della strada. C'era un segnale qui, ma Guybrush non aveva tempo di leggere, perché il vecchio improvvisamente uscì dalla strada ed entrò nel sottobosco buio. Guybrush lo seguiva.
Qui la luna era quasi schermato alla vista dagli alberi. L'illuminazione che avevano durante il loro cammino nel sentiero veniva da grandi sciami di lucciole, che sfrecciavano in mezzo a sgargianti fiori gialli e rossi. Il vecchio prese a sinistra e dopo a destra in completa sicurezza, anche se Guybrush non riusciva nemmeno a vedere i suoi piedi. Passarono piccoli corsi d'acqua gorgogliante, dove i grilli frinivano vivacemente, e pericolosi burroni. Di tanto in tanto la copertura degli alberi si interrompeva, e Guybrush poteva intravvedere il cielo stellato notturno sopra la sua testa. Questi si addensavano sempre più nella foresta, man mano che Guybrush si addentrava. I grilli furono lasciati alle spalle. Le lucciole cominciarono a svanire. Gli alberi improvvisamente sembravano più vicini, e si affollavano tutti insieme. Ad un certo punto ci fu un silenzio di tomba.
Infine, il vecchio raggiunse un burrone. C'era un piccola indicazione a forma di freccia nel terreno, che il vecchio spinse in avanti. Le due metà di un tronco spezzato, che si trovavano sui lati opposti della gola, oscillarono e si unirono insieme, creando un ponte di fortuna. Il vecchio agilmente lo attraversò.
Guybrush deglutì, e lo seguì con gli occhi chiusi.
Qui la foresta finalmente si diradò. Il vecchio si dirigeva verso una piccola collina, dove c'era una casa. Luci brillavano dalla finestra. Davanti alla casa, una figura alta colorata era in piedi e passeggiava inquieta. Il vecchio attraversò un piccolo ruscello, e si fece strada su per la collina. Guybrush decise di rimanere indietro ad ascoltare la discussione.
"Ciao di nuovo, Carla," salutò il vecchio. Guybrush improvvisamente realizzò che il Maestro di Spada era una donna. Per qualche motivo facilmente intuibile, questo lo rendeva nervoso.
"Pensavo di averti detto di andare al diavolo", disse Carla con una voce che indicava una grande capacità polmonare. Aveva le mani sui fianchi.
"In realtà, sono qui per affari. Questo ragazzo è venuto nel mio negozio, capisci ..."
"Ammettilo, vecchio lercio incrostato, inventeresti qualsiasi scusa solo per venire qui a disturbarmi."
"Sì, credo di sì», disse il vecchio con una voce che indicava chiaramente che non aveva intenzione di proseguire l'argomento.
"Allora dacci un taglio. Mi sono stufata." Carla aveva lunghi capelli, ondulati castano/bruno e indossava gli orecchini. Con la sua carnagione color cioccolato, avrebbe potuto essere un lontano parente della donna voodoo. Probabilmente lo era. "Vattene via e non tornare di nuovo. Qualcuno potrebbe seguirti, e diventerei un'altra attrazione turistica di Mêlée Island™."
"Ehi, ci perdi tu, bambina," disse il vecchio.
"Sì, va bene", disse Carla. "Adesso FILA."
Lei lo guardò con disprezzo. "Come osi avvicinarti al Maestro di Spade senza il permesso ... che io sicuramente non ti ho dato." Lei lo guardò dall'alto in basso, con un espressione del viso era una sintesi abbastanza eloquente della sua reazione.
«Chiedo scusa, devo parlarti", disse Guybrush, con tutta la forza che poteva.
"Ne dubito», disse il Maestro di Spade. "Chiunque viene qui lo fa per combattere Cerca di essere onesto... Sei qui per provare ai capi dei pirati la tua abilità come spadaccino, nella speranza che, un giorno, tu possa essere immorale come lo sono loro".
Guybrush si ritrovò ad annuire. "Sì, ce l'ho scritto in fronte ... hey, sei intelligente."
"Ma come, non hai nemmeno una spada", sottolineò il Maestro di Spade, "Dubito che tu stia facendo veramente sul serio." Lo respinse e andò dentro, chiudendo la porta in modo enfatico.
"Accidenti", disse Guybrush. Le cose non erano andate come aveva sperato. Se ne andò verso destra, nella stessa direzione da cui se ne era andato il vecchio, e scoprì che solo qualche minuto separava la casa del Maestro di Spade da uno stretto sentiero che conduceva a nord. Guybrush lo seguì, emergendo finalmente nella strada principale. Iniziò così la lunga camminata di ritorno.
Qualche minuto più tardi si ritrovò di nuovo al bivio. Ora che non pedinava nessuno ebbe il tempo di leggere il segnale. La strada a destra lo avrebbe portato al Negozio di Navi Usate di Stan. La strada a sinistra lo avrebbe portato al-
"Circo dei fratelli Fettuccini!" esclamò Guybrush. Prese subito la strada a sinistra. Un circo sembrava la cosa più giusta per liberare la sua mente dai problemi attuali.
Il percorso fu breve, piano e diritto, e ben presto Guybrush si trovò ai piedi di una grande radura. Parcheggiati nella radura vi erano diversi carri. Torreggiante su di loro c'era un tendone da circo rosso e giallo molto brillante. Una luce dorata veniva fuori dai suoi margini.
Guybrush scese lentamente, un pò intimorito, e sbirciò dentro. Purtroppo, l'interno del tendone sembrava essere praticamente deserto. La maggior parte delle attrezzature era rimasto impacchettato, tranne che per un cannone, una scatola piena di fieno, e vari stand. Guybrush alzò gli occhi e vide i cavi del trapezio appesi in alto, collegati in modo sicuro. Inspirò profondamente e sentì l'odore della segatura oliata.
Due uomini baffuti e brillantemente vestiti erano in piedi di fronte ai posti per il pubblico. Sembrava che stessero discutendo riguardo a qualcosa.
"Mi piacerebbe essere lanciato dal cannone", disse quello in tuta viola e slip blu, che somigliava un pò ad un daltonico Superman italiano, "ma la polvere da sparo mi fa starnutire."
"Beh, non posso farlo io", disse quello in tuta verde, anche lui indossava sopra gli slip blu, ma era sbarbato, "mi sono fatto male la mano quando ho domato i leoni la settimana scorsa."
"Non credo che quel piccolo graffio sia paragonabile alla mia allergia cronica. Infilati tu nel cannone."
«Non hai alcuna allergia, sei un bugiardo. Infilati TU nel cannone."
"No, infilati TU nel cannone!"
"No, infilati TU nel cannone!"
"Fannullone!"
"Perdente!"
"Ruffiano!"
"Damerino!"
I due uomini del circo, che dalle somiglianze nelle loro voci sembravano essere fratelli, continuarono a discutere in con toni sempre più accesi. Guybrush alzò una mano. "Scusate.."
I due fratelli si voltarono verso di lui, e lo raggiunsero con una velocità sorprendente, fiancheggiando Guybrush su entrambi i lati. "Dimmi, ragazzo," disse il fratello in viola con voce astuta, "Vorresti l'opportunità--"
"--l'unica opportunità della tua vita--"
"--di eseguire un atto coraggioso--"
"--un atto che sfida la morte--"
"--bé, veramente non è che sfidi tanto la morte--"
La testa di Guybrush ruotava mentre la conversazione girava da fratello a fratello, come uno spettatore in una partita di tennis.
"--un atto pericoloso" corresse il fratello in verde.
"No, per niente pericoloso--"
"--Un atto facile!"
"--ma eccitante -" disse entusiasta il fratello in viola.
"-con I Sorprendenti--"
"--Audaci, Acrobatici-"
"-ed Estremamente Famosi--"
"-Favolosi, Volanti--"
"--Fratelli Fettucini!" finì il fratello in verde.
"Siamo noi", disse il Viola.
"Mio fratello Alfredo--", indicò il Verde.
"--e mio fratello Bill,", disse Alfredo.
Si, va bene," convenne Alfredo.
"Veramente è molto semplice,--"
"--vedi quel cannone laggiù?" Guybrush si voltò - era lungo, nero e aveva un foro delle dimensioni delle spalle della persona media. Guybrush annuì. "Tutto quello che devi fare--"
"--è infilarti nel cannone"
»--e noi ti lanceremo dall'altra parte della stanza--"
"Abbastanza sicuro, direi--"
"Allora cosa ne dici?"
Guybrush guardò dall'altra parte della stanza, dove la scatola di fieno era stata accatastata vicino al palo principale della tenda. Non era così sicuro. "Quanto mi pagate?" Chiese.
"Circa 478 pezzi da otto?" chiese Alfredo.
A Guybrush piacque quella cifra. "OK, va bene," disse.
"Hai un casco?" chiese Alfredo.
"Ehm ..."
"Devi avere un casco", disse Alfredo.
"--Non puoi fare il trucco cannone senza casco--"
"nossignore!"
Guybrush pensò disperatamente. Non sopportava il pensiero di perdere quei 478 pezzi da otto.
Gli venne un'idea. "Certo che ho un casco. Mi avete preso per un idiota?"
"Bene, vediamo."
"Vogliamo essere sicuri--"
"--che sia sicuro"
"--non vorremmo che ti facessi male-"
"-nossignore!"
Guybrush tirò fuori la pentola e gliela mostrò. «Ah, funzionerà come un casco!" disse Bill.
"Ora possiamo fare il trucco!"
"entra qui, ragazzo."
Guybrush seguì l'indicazione di Bill fino alla bocca del cannone.
"Ora, mettiti il casco--"
"--ed entra nel cannone"
"noi ci occuperemo del resto!"
C'era un piccolo sgabello posto sotto la bocca del cannone. Guybrush ci salì sopra e guardò la canna. Ci soffiò dentro, e ne uscì un piccolo sbuffo di polvere.
Guybrush diede un'occhiata finale al tendone del circo, poi indossò il coperchio della pentola, e per poco non cadde dallo sgabello quando vide e si ricordò del pezzo di carne. Alzò la pentola lentamente sulla testa, facendo una smorfia.
In realtà, non appena la pressione iniziale sui suoi capelli fece colar via il sangue, la pentola si dimostrò essere una scelta abbastanza confortevole. Guybrush abbassò la testa e salì sul cannone.
Immediatamente il cannone esplose il colpo. Guybrush fu scagliato fuori la canna in una nuvola di fumo e fuoco. Volò attraverso il circo, visto dai fratelli Fettucini sottostanti.
L'obiettivo, se era il palo della tenda, fu impeccabile. Guybrush lo colpì a circa due terzi della sua lunghezza, con il corpo a testa in giù. Rimase appeso lì per un attimo, poi la gravità lo cominciò ad attrarlo e scivolò verso il basso. Qui il suo casco avrebbe potuto essere utile, ma in qualche modo era caduto a metà del volo, così fu la sua testa a sbattere per terra. Non cadde, ma la sua testa era così fermamente incastrata nella segatura che rimase in piedi, con le gambe per aria.
"Funziona!" gridò Alfredo.
"Sono così sollevato!"
Corsero verso Guybrush per congratularsi con lui. Alfredo temette che ci fosse qualche problema.
"Ciao..."
"Stai bene?"
"Dov'è il mio casco?" domandò Guybrush con voce fioca, scalciando con le gambe.
"È tutto a posto!" gridò un Alfredo trionfante.
"Evviva! Ci siamo risparmiati una causa imbarazzante e finanziariamente debilitante!"
"Ecco il tuo denaro, ragazzo», disse Alfredo, tirando fuori una piccola borsa. Guardò Guybrush, e cercò in una delle sue tasche.
"Una ricompensa per averci aiutato."
Ci fu una pausa. Guybrush scalciò ancora con le gambe, cercando di divincolarsi fuori dal terreno.
"Abbiamo solo bisogno di cambiare un po 'l'obiettivo."
"Proverò la prossima volta!"
"No, lo farò io."
"No, io!"
"No, io!"
"Fannullone!"
"Perdente!"
"Ruffiano!"
"Damerino!"
Dopo alcuni minuti di discussione dei fratelli, Guybrush fu finalmente in grado di tirarsi fuori dal terreno. Si guardò intorno lungo il terreno, e finalmente trovò la pentola nascosta tra le pieghe della tenda. I fratelli Fettucini stavano ancora discutendo, così Guybrush se ne andò e si diresse rapidamente in città.
Era dolorante, ma felice. Aveva 480 pezzi da otto - e poteva fare un bel pò di cose con quei soldi. Per prima cosa, comprare una spada.
Allo stesso tempo, le sue articolazioni gli facevano un po male, e la passeggiata di ritorno non lo stava aiutando affatto.
Ben presto si sentì rilassare i muscoli, e diminuire il dolore. Il viaggio di ritorno fu perciò molto più veloce. Guybrush andò a passo veloce per la città, tranne che per un momento, quando si fermò al manifesto Elaine Marley. C'era qualcosa di strano nella sua foto che attraeva la sua attenzione. Poteva capire come LeChuck si era innamorato lei così in fretta. Infine arrivò di nuovo al negozio ed entrò.
Il proprietario lo guardò accigliato "Ehi, dove eri finito? Faccio chilometri a piedi per cercare di fissarti un appuntamento con il Maestro di Spade - che, tra l'altro, dice che puoi andare al diavolo - e quando torno, tu non ci sei più! Vedrai se ti faccio ancora dei favori!"
Guybrush si voltò e prese la spada. "Quanto vuoi per questa spada?"
«Ti ho già detto che si tratta di un centinaio di pezzi da otto! Hai portato abbastanza soldi questa volta?"
"La prenderò!" disse Guybrush.
"Grande!" disse il proprietario mentre Guybrush gli consegnava il denaro. "I migliori cento pezzi da otto che tu abbia mai speso. Nient'altro?"
Guybrush notò un pacco di mentine per l'alito sulla scrivania. Dopo l'orrenda esperienza della carne nel tendone del circo, avrebbe potuto usare un pò di deodorante. "Avrei bisogno di una mentina per l'alito."
«A chi lo dici!" disse il proprietario. "Ecco prendine una, per favore. Prendi tutto il pacco! Ti costerà un pezzo da otto." Guybrush consegnò il denaro. "Nient'altro?"
"Vorrei dare solo un occhiata", disse Guybrush, agitando lentamente la spada nell'aria.
"Sei il benvenuto, pantaloni a fantasia. Svegliami se hai bisogno di qualcosa."
Guybrush si guardò attorno per alcuni elementi, per la felicità del proprietario, poi se ne andò.
Rimase all'aria aperta, a guardare i cittadini che si affrettavano nelle loro attività quotidiane, e decise che era tempo di visitare il palazzo del Governatore. Era sul lato opposto della città, rispetto allo Scumm Bar, così Guybrush prese alla sua destra lungo la strada principale, passando da una grande chiesa con le vetrate brillanti. Accanto ad essa c'era un edificio dall'aspetto cupo con sbarre alle finestre. Guybrush si avvicinò alla porta, curioso di sapere che posto era.
Una volta all'interno, capì subito che era una prigione, ma non c'era quasi nessuno. C'erano solo due celle immediatamente adiacenti alla porta. Una conteneva un ratto. L'altra, un piccolo pirata trasandato che indossava una bandana viola.
Guybrush si avvicinò per presentarsi. Il prigioniero si sporse in avanti, afferrando le sbarre. "Devi tirarmi fuori di qui!" sussurrò. "Sono una vittima della società."
Guybrush si allontanò subito dalla folata di alito cattivo. «Per non parlare dell'alitosi," disse. "Che schifo!"
"Ehi," disse il prigioniero, "è difficile tenere il respiro fresco quando non c'è niente da mangiare qui, ma soltanto ratti."
Guybrush mise una mano in tasca. "Ecco una mentina per l'alito."
Il prigioniero accettò con gratitudine. "Oooh! una mentina al Grog! Com'è rinfrescante, grazie!" La mise in bocca e gradualmente la puzza cessò. "Allora, sei venuto a liberarmi?"
"Chi sei?" domandò Guybrush.
"Il mio nome è Otis", disse il prigioniero. "Almeno, penso che sia quello. Sono qui da così tanto che faccio fatica a ricordare anche il mio nome. Devi tirarmi fuori di qui prima che perda completamente la testa! Non vedi che sono innocente?"
"Non mi sembri innocente", ha detto Guybrush incerto.
"Non lo diresti se fossi stato qui tutto il tempo, come lo sono stato io."
«Che cosa hai fatto per finire lì dentro?"
Otis scosse le barre furiosamente. "Non ho fatto niente. Soprattutto non a quegli stupidi fiori."
L'attenzione di Guybrush si tese un pò quando Otis parlò dei fiori. "I fiori? Che fiori?" chiese, non ancora nervoso, ma con una voce che suggeriva che avrebbe potuto esserlo presto.
"I fiori gialli Caniche Endormi nel bosco - raccoglierli è contro la legge." Non voleva più parlarne.
"Allora chi ti incastrato?" domandò Guybrush. I fiori in tasca sembravano urlare a qualsiasi forza di polizia locale che poteva essere nei paraggi.
"Non lo so", ha ammise Otis. "Penso che sia stato un complotto. E se c'è un tipo di pirateria che non mi piace, è un complotto".
Otis era una compagnia stranamente interessante. "Non ho mai parlato con un detenuto prima", disse Guybrush. "Com'è il cibo lì dentro?"
"Oh, sai, il solito ..." Fece altalenanti movimenti con la mano. "Brodaglia, grog, sbobba ... ratti, insetti e pidocchi del corpo se riesco a prenderli. Ho una torta di carote di mia zia Tillie, anche se lei sa che io detesto le carote. In realtà, il cuoco al bar è un vecchio amico, e qualche volta mi da del cibo di nascosto. Come frattaglie di carne di maiale - soprattutto i piedi e le labbra - ma ogni tanto ... mi porta uno strano arrosto".
"Cosa c'era di così strano nell'arrosto?" domandò Guybrush.
«Bé, è l'unico arrosto che abbia mai visto, con una coda prensile."
Otis tacque. Guybrush era deciso di mostrargli che era dalla sua parte. "Questo Sceriffo Shinetop è di sicuro un cretino, non è vero?" Chiese.
"Parlo seriamente," concordò Otis. "Fester Shinetop è l'uomo più spregevole in Melee Island™. Per fortuna, il governatore lo tiene sotto controllo la maggior parte del tempo." Otis alzò gli occhi, ricordando. "Avevamo un bravo sceriffo prima, ma di recente è morto in circostanze misteriose e, se mi chiedessero, penso che il nuovo Sceriffo abbia qualcosa a che fare con la sua morte."
"Penso che tu abbia detto abbastanza, Otis!" disse una voce burbera e tagliente dalla porta. Guybrush si voltò e vide Fester Shinetop che bloccava l'uscita. Contemporaneamente, la temperatura nella camera era scesa di qualche grado.
"Ops," disse Otis, e si ritrasse nelle ombre della sua cella. Fester Shinetop entrò nella prigione. Sembrava quel tipo di persona che a grandi passi, aveva marciato, in tutto il mondo.
«Spero che tu non abbia preso quel furfante troppo sul serio", disse a Guybrush, mentre il ragazzo metteva le mani in tasca. "Direbbe qualsiasi cosa per evitare di pagare il suo debito con la società."
"È sporco," ammise Guybrush, non volendo schierarsi dalla parte di Fester. "E puzza anche."
Otis tornò davanti alla cella, con le mani sui fianchi. "Ehi, grazie mille!"
Fester Shinetop non era rimasto comunque molto impressionato. "Hai un bel coraggio a venire in questa città e giudicare la gente del posto. Se c'è qualcosa che non ti piace del nostro odore, puoi andar via in qualsiasi momento."
"Mi dispiace", disse Guybrush. Guardò Otis. "Scusa." Si girò verso Fester, che cominciava a dargli sui nervi un pò. "Ti dispiace? Era una conversazione privata."
"Non assumere quel tono con me, scimmione", disse con rabbia Fester, "o ti rinchiuderò volentieri là dentro con Otis. A quel punto avrete un sacco di tempo per fare le vostre conversazioni private" Sputò le ultime due parole in modo sprezzante.
"A me sembra innocente" disse Guybrush, indicando Otis. "Perché non lo lasci andare?"
«Forse dovresti farti gli affari tuoi, straniero," suggerì Fester. "Decido io chi è innocente e chi è colpevole da queste parti." Guardò profondamente Guybrush, i baffi ritratti in un ghigno malefico.
"Mi dispiace", disse Guybrush.
"Guarda, io non so che cosa stai combinando, ma qualunque cosa sia, probabilmente è illegale. Quindi dimenticala." Si diresse verso la porta, al che si rivolse ancora una volta verso di loro. "Ovunque tu vada in Mêlée™, io ti starò osservando." A Guybrush sembrò più una minaccia che una promessa di legge vigile dell'ordine. "E se cerchi di fare il furbo, ti finirai qui per sempre." Detto questo se ne andò.
"Che borsa che è quello" disse Otis. «Vedi quello che devo sopportare? Faresti meglio ad andartene prima che finiamo entrambi nei guai."
Guybrush uscì. Guardò in entrambe le direzioni alla ricerca di Fester, poi tirò fuori i petali gialli. Li girò al chiaro di luna, e li annusò di nuovo, più profondamente. Sembravano avere un effetto - un pò... soporifero. Guybrush li rimise in tasca e camminò dritto lungo la strada, battendo gli stivali sul selciato.
Re: Le memorie di Guybrush Threepwood
Era costruita su due piani, molto vicina al bordo della scogliera. Avvicinandosi, Guybrush si trovò a dover camminare attraversando la folta vegetazione di un prato molto curato. Ora, dov'erano questi cani da guardia?
Li vide mentre si avvicinava all'ingresso principale. C'era un piolo conficcato nella terra a circa un piede di distanza dalla scogliera. Ad esso erano stati attaccati circa cinque guinzagli. Legati ai guinzagli c'erano cinque piccoli ma ferocissimi cani, che sembravano un incrocio tra barboncini e bull terrier. Aprivano e chiudevano le fauci ansiosi di mordere Guybrush, che era attento a rimanere fuori portata. I guinzagli erano stati scelti bene - della lunghezza giusta in modo da non dare alcuna possibilità di attraversare lo spazio e raggiungere il cancello.
Guybrush tirò fuori il piatto. Il piano era questo: l'avrebbe riempito con la carne, gettandola così ai cani, quelli sarebbero stati distratti, e lui sarebbe potuto scivolare oltre il cancello. Facile.
Guybrush guardò la carne, o quella che sembrava essere carne, con alcuni capelli ancora attaccati, e la tirò fuori. Gli veniva da rimettere mentre lo faceva.
Guybrush guardò i cani. Sollevando metà della carne nella mano destra, la lanciò proprio in mezzo al branco.
Si dice che un branco di piranha può ridurre una mucca a uno scheletro in due minuti. Questi cani devono essere stati lontani antenati, perché due secondi dopo, non si poteva più vedere uno straccio di carne. I cani saltavano su e giù di nuovo bavosi, questa volta era anche peggio perché ora avevano sentito l'odore del sangue.
"Non ha funzionato", si disse Guybrush. Recuperò l'altra metà della carne e la guardò - era ancora più piccola del precedente pezzo. In nessun modo sarebbe stato in grado di oltrepassare il branco in tempo - i cani erano troppo veloci.
Ma se avesse potuto rallentarli un pò...
Guybrush tirò fuori i petali gialli e li annusò di nuovo. Guardò la carne, e poi, di nuovo i petali. Annuì.
Pressò i petali sulla carne, e lanciò il pezzo di carne "speziato" ai cani. Le belve iniziarono a nutrirsi con feroce appetito. Sbranarono la carne, e cominciarono a sentirsi un pò storditi. Inciampavano mentre si muovevano, cadevano su un fianco, e si rialzavano.
AVVISO IMPORTANTE
Questi cani non sono morti, stanno solo dormendo. Nessun animale è stato ferito durante la produzione di Monkey Island™.
Guybrush camminò in punta di piedi intorno ai cani addormentati e finalmente passò. Fece un respiro profondo, e bussò alla porta. Nessuna risposta.
Giro la maniglia d'ingresso, e scoprì che la porta era apeeta. Questo era strano - di solito una porta aperta significava che qualcuno era in casa. Guybrush aprì ed entrò.
Vide una stanza di un opulenza che lo confuse. Tende rosse di velluto drappeggiavano le pareti. Molti ritratti erano appesi alle pareti. Delle colonne greco-romane sostenevano il tetto. Il pavimento era in mogano pregiato, ed era coperto di tappeti in tessuti esotici. Guybrush camminò attraversando l'ingresso e la stanza principale del pianoterra. Una lunga, scala molto larga e curva, coperta da un tappeto rosso portava ai piani superiori. Guybrush salì. Qui c'erano diverse porte, ognuna con una finestra a mo di grata, ma tutte chiuse. Guybrush tornò al piano di sotto. Il posto era troppo grande per andare in giro a bussare a tutte le porte.
Si guardò intorno meravigliato. Una piccola libreria sotto la scala, conteneva molti grandi libri colorati. Divani rossi felpati. Piedistalli che sostenere belle opere d'arte. Un elemento particolare, vicino all'ingresso, era un vaso Ming impagabile. Guybrush, pensando che di non riuscire a trovare l'idolo dalle molti Mani, prese questo pensando che sarebbe interessato ai capi dei pirati.
C'erano un paio di porte accanto al vaso che Guybrush aveva trovato e non erano chiuse. Il nostro ne aprì una e scomparve alla vista del Fester Shinetop, che lo stava osservando dalle ombre tra le tende con un sorriso maligno sul volto. Subito dopo Fester uscì dal nascondiglio, dicendo "Questo appare come un lavoro per Fester Shinetop." Aprì la porta ed entrò dopo Guybrush.
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Re: Le memorie di Guybrush Threepwood
turok (senza titolo)
turok= (se vuoi un titolo personalizzato al box)
Un esempio lo trovi qua: viewtopic.php?f=15&t=10362&start=75#p116676 Questo è comodo, funzionale e soprattutto più sicuro dello spoiler
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