MiW-Special-Box
Guybrush sospirò. Era questo il momento in cui lui e il ratto avrebbero dovuto separarsi. Guardò la patata fredda e la zuppa di porri, che sembrava stesse venendo bene, poi vi lasciò cadere dentro il topo. L'animale lo guardò sbattendo le palpebre, poi cominciò felicemente a fare dei cerchi in quella mistura densa e viscida, dei movimenti che ricordavano il nuotare.
Guybrush fu lieto di vedere che al ratto piaceva la sua nuova casa. Era un bene che quella fosse una zuppa fredda. Tornò alla finestra, salì sul ponte, ed alcuni istanti dopo stava scendendo la scala principale del Bloody Lip.
Il barista, che stava ancora pulendo i piatti, lo guardò mentre si avvicinava, il nostro era ancora l'unico cliente abituale del luogo. Guybrush guardò il barista e pensò di poter attaccare discorso iniziando con qualche buona notizia. "Largo LaGrande ha lasciato l'Isola di Scabb per sempre!" disse felicemente.
Il barista apprese la notizia in modo strano. "Bene, bene," pensò, come se si fosse aspettato quell'avvenimento. "Credo che tutti questi lassativi che mettevo nei suoi drink finalmente abbiano fatto effetto".
"Che cosa?!?"
"Non ti preoccupare", aggiunse il barista. "Non li metto in tutte le bevande."
Guybrush sorrise. Questa sarebbe potuta essere l'ultima volta in cui lui fosse venuto qui al Bloody Lip. Con Largo ormai lontano, era giunto il momento di festeggiare. "Grog, per favore", disse al barista. "Shekerato non mescolato."
Il barista si mise a ridere. "Forse ti piacerebbe uno Shirley Temple?"
"Sono grande abbastanza!" protestò Guybrush. "Guarda la mia barba!"
"Ah! Questo è il trucco più vecchio del libro!" Il barista era davvero di buon umore, per dare delle cattive notizie a Guybrush, così gli fece un'offerta. "Facciamo così - ti posso servire un near-grog. Non contiene alcol, ma ha lo stesso brutto odore e quel gusto sgradevole, uguale a quella roba che bevono gli adulti.».
"Va bene!"
Il barista si batté la testa. "Oh, aspetta. Che cosa sto dicendo? Ho appena venduto l'ultimo a Kate. Mi dispiace."
"Maledizione!".
"Naturalmente, se avessi avuto un qualche documento ..."
Guybrush non aveva nessun documento. Aveva sempre trovato che fosse più semplice dire alla gente il suo nome.
"Chi è quella persona che hai menzionato, ... Kate?" chiese, un po' seccato con lei.
«Ah, il coraggioso capitano Kate Capsize", disse il barista con affetto. "Duro come l'acciaio, pungente come degli aghi. Affitta la sua nava, fa alcune escursioni di pirateria. La sua unica fedeltà è al miglior offerente. Non prenderla dal lato cattivo."
Guybrush annuì educatamente, e appoggiò le braccia sul bancone. "Ehm ... ah ... com'è lo spezzatino questa sera?" chiese, non riuscendo del tutto a sembrare disinteressato.
"Spezzatino?" chiese il barista incredulo, non perché avesse notato il finto inganno di Guybrush, ma per la terribili gaffe che aveva appena commesso. "Che spezzatino! Qui serviamo solo zuppa fredda fatta in casa. Il nostro nuovo cuoco ha lavorato tutto il giorno su una speciale vichyssoise. Lascia che vada a controllare come va."
Il barista spuntò da dietro il bancone, passò accanto a Guybrush ed entrò in cucina. E anche se Guybrush non vide niente di ciò che accadeva all'interno, il dialogo fu più che sufficientemente illustrativo.
In primo luogo, la voce del barista: "Come va la vichyssoise, Bernard"
Il cuoco, Bernard, rispose in modo amichevole. "Eccellente, signore. Vuole dargli un assaggio?"
"Penso che lo farò..."
Ci fu una violenta esplosione di patate e porri, e un rumore terribilmente forte.
"OH MIO DIO!!!" urlò il barista. "Che razza di ricetta stai usando?"
Guybrush ridacchiò. Le cose stavano andando bene.
"Sei licenziato!" gridò il barista.
"Ma signore!"
"Fuori! Fuori dalla mia vista!"
Il cuoco uscì fuori dalla porta della cucina, camminando velocemente e con un'espressione infastidita sul volto. Non diede alcun segno di aver riconosciuto Guybrush, anche se Guybrush ebbe un momento di preoccupazione.
Di nuovo in cucina, il barista era ancora sotto shock. "Questo è il più disgustoso, sudiciume che io abbia mai visto in vita mia!" esclamò così forte per Guybrush, e in effetti la maggior parte dei residenti di Woodtick, potessero sentirlo. "Guarda tutti i peli! E cos'è questa roba? Come potrò mai liberarmi di questa porcheria?"
C'era uno spazzare e raschiare, e il suono di liquidi. Poi il barista uscì, con una piccola ciotola bianca all'altezza del petto. La mise sul bancone. "Beh, ecco la tua zuppa," disse.
Guybrush non si prese nemmeno la briga di guardare in basso. "Uh, non ho più così tanta fame", disse.
"Accidenti", disse il cuoco, infastidito. Poi ebbe un'idea. "Ehi, sai cucinare?"
Questa era l'occasione che Guybrush stava cercando. Eppure, doveva essere prudente, o il barista avrebbe potuto sospettare qualcosa. "Un po'," ammise.
"Ti piacerebbe fare carriera nella cucina fast-food migliore del mondo?"
«Stai dicendo che c'è un posto di lavoro in cucina?"
"Sì. Ti interessa?"
Questa era la parte interessante. Il cartello fuori dall'ingresso diceva stipendio di una settimana anticipato. La domanda era, quanto era lo stipendio di una settimana?
Guybrush si grattò il mento. «Non lo so. Quant'è la paga?"
"Quattrocentoventi pezzi da otto a settimana", disse il barista. "E la prima settimana è pagata in anticipo."
"Certo, ci proverò."
Il barista sorrise radioso. "Grande! Il lavoro è tuo. Ecco la prima settimana di salario". Si chinò sotto il bancone, in un posto di cui Largo non sapeva nulla, e tirò fuori un sacchetto bianco. Lo porse a Guybrush, che lo trovò è piacevolmente pesante. "Ora indossa il grembiule, e mettiti al lavoro."
Una volta all'interno della cucina, Guybrush si avvicinò alla finestra, saltò fuori, e salì sul ponte. Sorrideva mentre tornava alla piattaforma principale. Molto presto, avrebbe avuto una nave tutta sua.
Bart e Fink avevano detto qualcosa a proposito di un capitano Dread sull'altro lato dell'isola, vale a dire l'angolo sud-occidentale. Guybrush cercò di trovare il posto.
Il suo viaggio lo portò dall'altra parte del fiume, costeggiando il fianco della montagna centrale, e al di là fino a quando l'isola si restringeva davanti a lui in una lunga, sottile lingua di terra.
A circa a metà strada verso il basso di questa zona peninsulare, che era un po' separata dal resto dell'isola di Scabb ed era più esposta ai venti occidentali, si imbatté in un cartello in legno appeso a un alto palo.
"Noleggio navi del capitano Dread", lesse Guybrush. "Venti pezzi da otto. Per informazioni rivolgersi all'interno." Qui, alla sua destra, una piattaforma di spesse travi conduceva ad un ammasso frastagliato di rocce. Ancorata, o affondata lì, c'era una piccola nave, che somigliava ad una casa galleggiante. Delle luci provenivano dal suo interno.
Guybrush s'incamminò lungo il molo. Il vento sarebbe potuto essere un problema ad altitudini più elevate, ma qui soffiava soltanto una brezza più calda. L'odore di sale, tuttavia, era tonificante come sempre.
Guybrush raggiunse l'ingresso della barca, ciò servì soltanto ad aumentare la sua confusione. L'ingresso sembrava essere stato costruito mediante un riassemblamento di rottami. Le grosse travi erano disposte casualmente. Vari oggetti erano sparsi sul pavimento. Una scialuppa di salvataggio era appesa al soffitto. Vari strumenti e carcasse marine erano appesi alle pareti, e, naturalmente, c'erano anche le botti e le scatole di cibo. Certamente era una nave ingombra.
Tra tutta questa confusione un uomo dalla pelle scura, con le spalle rivolte a Guybrush, era appoggiato sul timone e stava guardando verso il mare. Tutto ciò che Guybrush poteva capire dal punto in cui si trovava era che aveva una camicia bianca lacera, un grande cappello rosso, e dei boccoli neri ancora più grandi.
"Sei il Capitano Dread?" chiese Guybrush alla figura. Lui si girò e gli sorrise.
"Salve amico, si sono il Capitano Dread. Cosa posso fare per te?"
"L'abile Dread," si complimentò Guybrush. Gli piaceva soprattutto il suono che quelle parole facevano quando il Capitano Dread parlava con il suo tono Caraibo melodico.
"Grazie, amico," disse subito il Dread.
Guybrush guardò speranzoso il Capitano Dread. "Ho bisogno di noleggiare una nave."
Dread scosse la testa con rammarico. "Non posso noleggiarti la mia nave, perché un po' di tempo fa ho perso la mia collana porta fortuna da navigazione. L'ho chiamata 'l'occhio che ha visto il mondo'. Non posso navigare senza. Niente da fare, amico." Sospirò.
Guybrush era un po' perplesso riguardo alla superstizione. Non poteva prenderne un altro? "Dimmi di più della collana che hai perso", insistette.
Il Capitano Dread guardò verso l'orizzonte distante, menyre ricordava. "Accadde un po' di tempo fa. Il mio navigatore ed io abbiamo navigato verso quest'isola leggendaria. Quando siamo arrivati, siamo stati fatti prigionieri dai cannibali. Io sono riuscito a fuggire, amico, ma il mio navigatore non è stato così fortunato. Tutto ciò che ho trovato di lui è stato un bulbo oculare, e l'ho tenuto come portafortuna."