La guardia, prendendo questa frase come spunto, salutò. "Sì, signore, governatore Phatt! Andiamo, mammoletta." Prese Guybrush per un braccio e lo scortò fuori.
"Tornerò!" gridò Guybrush con aria di sfida, mentre veniva tirato attraverso la porta.
La prigione della città di Phatt era piccola - c'erano solo due celle. Queste, però, eeano state costruite con robuste pietre e sbarre d'acciaio. Guybrush venne messo in una di queste celle. La guardia chiuse la porta e girò la chiave.
"Non cercare di fuggire", avvertì. "Walt sbranerá a morsi." Walt era il piccolo beagle, marrone e bianco che si mise sull'attenti accanto alla porta che conduceva fuori. La guardia si avvicinò a Walt e abbassò lo sguardo. "OK Walt, torno a darti il cambio alle undici," disse, prima di andarsene.
Sembrava proprio che Guybrush avrebbe avuto un sacco di tempo per esaminare nei minimi dettagli ciò che lo circondava. Si sedette sul materasso duro come la roccia per pensare.
Il materasso era molto scomodo. Guybrush lo sollevò fino a rivelare un lungo bastone che era incastrato sotto di esso. Lo tirò fuori e lo gettò a terra. Si sedette di nuovo.
Notò che nella cella accanto alla sua c'era uno scheletro, ovviamente, o era un detenuto morto a causa della sua permanenza in prigione o era un esempio di dieta andato terribilmente storto. La vista dello scheletro non diede a Guybrush molta speranza.
In un angolo vicino all'uscita c'era un alto armadio/scaffale. In esso c'era una grande busta gialla, contenente tutti i suoi beni. Se fosse riuscito a raggiungerla... non sarebbe stato in grado di fuggire, ma si sarebbe sentito un po' meglio. Guardando i suoi beni, tuttavia, gli venne un'idea che sembrava provenire da Walt.
Walt teneva delle chiavi in bocca.
Guybrush trasse rapidamente il respiro, e si inginocchiò a bordo della sua cella. "Qui, ragazzo", disse a bassa voce, per quanto possibile.
Da parte di Walt non ci fu alcun movimento.
Guybrush batté delicatamente il bastone contro le sbarre della cella.
Walt rimase immobile.
Guybrush non aveva intenzione di rinunciare. In un modo o nell'altro, avrebbe fatto in modo che Walt si avvicinasse. E ora, guardando il prigioniero morto, ebbe una nuova idea su come fare.
Con il suo bastone, Guybrush raggiunse la gamba del detenuto, essendo quello l'arto più vicino. Lentamente lo trascinò lungo il pavimento, prima di essere in grado di raggiungerlo e raccoglierlo. Ora attraversò la sua cella fino a Walt, e agitò l'osso tra le sbarre. Fischiò dolcemente.
"Qui cagnolino, qui ragazzo..."
Walt, alla fine, arrivò. Raggiunse le sbarre, lasciò cadere le chiavi ricoperte di saliva e con gratitudine prese l'osso. Con l'osso al sicuro in bocca Walt si voltò e corse fuori alla luce del sole.
Guybrush prese le chiavi, o, come riusciva a vedere adesso, la chiave appesa ad una grande catena.
Si adattava perfettamente alla porta della cella. La porta della cella si aprì, e il suono di una cerniera arrugginita non aveva mai suonato così bene. Guybrush fece qualche passo, e andò a raccogliere la sua roba.
Accanto alla sua busta ce ne era un altra, di dimensioni simili alla busta gialla con i suoi beni. Questa era segnata come proprietà di un certo signor Willy Gorilla, che era stato arrestato per aver suonato suo organetto in pubblico. Curioso, Guybrush aprì la busta, trovando una banana e un organo.
Il nostro abbandonò l'organo. La banana, però, oltre a sembrare deliziosa, sarebbe potuta anche rivelarsi utile. Guybrush aveva avuto esperienze in passato con le banane, e trovarne un altra forse era un buon segno.
Guybrush tornò alla luce del sole. L'ingresso del carcere portava alla zona del molo principale, in realtà lo stesso luogo in cui Guybrush era stato arrestato. Il suo manifesto era ancora appeso al muro del carcere. Ora che aveva un po' di tempo di più, Guybrush lesse le parole in piccolo. Scoprì che era stato arrestato per l'omicidio del medico LeChuck, che era un po' ricco. Tra gli altri reati inclusi nel manifesto c'erano l'uso della stregoneria sulla persona di Largo LaGrande, il furto di capi di abbigliamento e di integratori per capelli prescritti dal medico per tale stregoneria, un furto gravissimo, una violazione di domicilio, furto senza permesso, superamento del limite consentito dalla FDA per le parti di roditori nella zuppa fatta in casa, l'evasione da un istituto penale, e la liberazione di un rettile pericoloso in una zona popolata. Era ricercato anche per essere interrogato in merito alla scomparsa di occhiali da vista.
In realtà, a quanto pareva, era stato incriminato per una lista piuttosto pesante dei reati - avrebbero potuto arrestarlo benissimo anche se LeChuck non avesse offerto denaro. E poi, cosa si aspettavano? I pirati facevano questo genere di cose.
Era stata offerta una ricompensa per qualsiasi informazione che avesse portato al suo arresto. E, infine, una riga che a Guybrush era davvero piaciuta, era da ritenersi armato e pericoloso!
"Armato e pericoloso?" disse Guybrush. "Andiamo!"
Era il momento di trovare la libreria di Phatt. Guybrush scese i gradini di cemento fino al molo, e guardò attraverso il lungomare. Lì, alla sua sinistra, c'era una grande insegna che indicava la biblioteca. Guybrush si avviò verso di essa.
Passò accanto ad un vicolo stretto alla sua sinistra. Guardò dentro e vide due persone in piedi vicino ad un grande ruota. Curioso, Guybrush prese una breve deviazione dal suo obiettivo.
Il vicolo era piccolo, ma pulito, e abbastanza luminoso. Fissata alla parete di fondo c'era una grande ruota, con delle maniglie per girarla. In piedi su una pedana rotante c'era un uomo dall'aspetto italico, con dei capelli neri, vestito elegantemente. Era il banchiere (o croupier).
Il suo cliente, o il pubblico, o qualsiasi altra cosa l'altra persona fosse, era un uomo piccolo, simile ad un roditore con un cappello e dei pantaloni di pessimo gusto (di colore verde).
Il banchiere si guardò intorno nel vicolo. "Niente più scommesse?" gridò. "Va bene, ci siamo." Con un forte strattone fece girare la ruota.
A poco a poco la ruota rallentò, fino a quando finalmente si fermò. "25 nero", lesse l'uomo che aveva fatto girare la ruota.
"Bene!" esclamò lo scommettitore.
"C'è un vincitore, signori!" si congratulò il banchiere. "Che premio vorresti?"
"Che cosa è rimasto?" chiese lo scommettitore. Era di bassa classe, con un accento nasale.
"Ci sono i soldi", disse il croupier, nel suo ruolo di banchiere e padrone di casa, "un invito a alla festa in maschera del Governatore Marley, e un pass gratuito per vedere il Circo dei Fratelli Linguine".
A Guybrush sembravano tutti degli ottimi premi. Ma quella festa in maschera del Governatore Marley prese immediatamente la sua attenzione.
"Vorrei i soldi", disse lo scommettitore.
"E denaro sia," accettò il banchiere. Infilò la mano tra le spesse pieghe del suo mantello rosso e tirò fuori una piccola borsa marrone. Lo scommettitore la prese istantaneamente e se la infilò nelle tasche dei pantaloni. Quella scomparve subito.
Guybrush pensò che avrebbe potuto tentare la fortuna alla roulette. Si fece avanti, e si rivolse al croupier. "Salve."
"Come va'?", Rispose allegramente il banchiere.
Guybrush non aveva mai giocato prima, ed era un po' insicuro riguardo alle regole. "Puoi spiegarmi come funziona questo gioco?" gli chiese.
"Certo! È facile. Basta che mi dici quale numero vuoi, ed io girerò la ruota. Se il tuo numero esce, avrai vinto!"
"Sembra semplice. Su quali numeri posso scommettere?"
"Da uno a trentadue, rosso o nero."
Guybrush annuì. "Vengono a giocare molte persone qui?" chiese.
"Un sacco di gente viene a giocare quando abbiamo molti premi", disse il croupier con orgoglio. "Ma oggi abbiamo quasi finito. Hanno lasciato solo tre premi."
"Quali premi ti sono rimasti?" domandò Guybrush. Sperava che l'invito non fosse stato preso.
"Un pass gratuito per il Circo dei Fratelli Linguine, un invito alla festa in maschera del Governatore Marley e, naturalmente, il denaro. Sessanta pezzi da otto per ogni scommessa!"
"Wow!" esclamò Guybrush. In un angolo del suo occhio, poteva vedere tornare lo scommettitore con i pantaloni verdi. Beh, peggio per lui, perché Guybrush stava per puntare. "Mi piacerebbe fare una scommessa", disse al banchiere.
"Le scommesse costano denaro, ragazzo", disse il croupier. "Un pezzo da otto per ogni scommessa."
"Oh si," esclamò Guybrush. Porse un pezzo da otto al banchiere, che lo prese subito.
"OK ragazzo", disse il banchiere, "che numero vuoi?"
Guybrush aveva un buon presentimento sul 7 nero, così diede quel numero al croupier.
Il banchiere annuì, e girò subito la ruota. Guybrush fissò il disco rotante, i suoi pioli passavano a un ritmo furioso. A poco a poco rallentò.
La ruota infine si fermò sul 6 nero. "Peccato!" disse dispiaciuto il croupier. "La prossima volta sarai più fortunato."