A cosa state giocando?

[Blackmonkey]

Ho appena finito Deponia! (il primo capitolo della trilogia)
Me lo aspettavo più lungo, in meno di 20 ore sono riuscito a completarlo.

Grafica molto ben fatta, sfondi e personaggi molto dettagliati, ma qualche problemino con le animazioni: a volte alcune mi sono sembrate un po' legnose e a scatti... ho notato anche qualche problema con l'audio, in alcune frasi dei dialoghi non si sente la prima lettera, come se venisse tagliata. Fantastiche le canzoncine di intermezzo. Enigmi non troppo complessi.
Devo dire che mi aspettavo qualcosa in più, forse per tutte le recensioni e i commenti molto positivi che ho letto in giro, ma resta comunque un gioco molto bello e divertente, da non perdere per gli appassionati di AG (la longevità in realtà non è un problema, visto che fin dall'inizio Deponia è stato pensato come una trilogia).

[Cristianhp97]

The walking dead season one telltale

[Blackmonkey]

Com'è? Io ho visto solo un paio di episodi del telefilm, i post-apocalittici con gli zombi non sono esattamente il mio genere.

[Cristianhp97]

A me piace sono gusti lo voluta iniziare

[Federico M.]

Incredibilmente ho recuperato dalla cantina la prima Playstation e l'ho collegata dopo circa 15 anni di inattività. Sto giocando a Gran Turismo 2.

[Blackmonkey]

Realizzare che la PS ha più di 20 anni fa sentire vecchi

Io grazie a gog ho iniziato a giocare seriamente a Shadows of the Empire. Ricordo di averci giocato a casa di un amico qualche volta, ma non credo di essere mai andato oltre il primo livello.

[Sir Xiradorn]

Day of the Tentacle Remastered. Spettacolare? Ebbene si!!!

[Fernandus91]

Ho appena finito Deponia! (il primo capitolo della trilogia)
Me lo aspettavo più lungo, in meno di 20 ore sono riuscito a completarlo.

Grafica molto ben fatta, sfondi e personaggi molto dettagliati, ma qualche problemino con le animazioni: a volte alcune mi sono sembrate un po' legnose e a scatti... ho notato anche qualche problema con l'audio, in alcune frasi dei dialoghi non si sente la prima lettera, come se venisse tagliata. Fantastiche le canzoncine di intermezzo. Enigmi non troppo complessi.
Devo dire che mi aspettavo qualcosa in più, forse per tutte le recensioni e i commenti molto positivi che ho letto in giro, ma resta comunque un gioco molto bello e divertente, da non perdere per gli appassionati di AG (la longevità in realtà non è un problema, visto che fin dall'inizio Deponia è stato pensato come una trilogia).

Degno erede di Monkey Island! Ricordo che il finale del primo episodio mi fece venire i brividi
Ti consiglio di prendere subito il secondo e il terzo capitolo e di giocarli di un fiato (su BundleStars si trova spesso un bundle in offerta per Steam, roba di pochi euro, io tutti e 3 li pagai qualcosa come 9 euro l'anno scorso), anche perché sono di qualità superiore per quanto riguarda la meccanica!

[Blackmonkey]

Per gli altri due episodi sono già a posto tempo fa ho preso la Complete Journey, nella speranza che completassero la traduzione, e di recente sono riuscito a recuperare tramite scambio anche Deponia Doomsday.
Quello l'hai giocato?

[Fernandus91]

Ah bè, allora sei a posto! Perché è uscita anche la traduzione del terzo, mi sembra a settembre (ma non vorrei dire c*****)... Per Doomsday è complicato, riponevo speranze nel crowfunding per il doppiaggio ita che si è rivelato una cavolata alla fine, e quindi ancora non l'ho preso... Aspetterò qualche offerta

[Blackmonkey]

Su kinguin.net lo trovi in vendita a 2-3€ (versione steam).

[utdefault]

Una full re-immersion in Tomb Raider 4. Peraltro, appena completato.
Che dire? I primi quattro episodi sono fantastici, con il primo che ha certamente segnato il genere. Giocarlo ancora una volta ha riecheggiato gli stessi entusiasmi del passato, senza che ne mutasse l'impressione: un capolavoro!

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Da qui il vecchio messaggio per evitare un doppio post...

vecchio post ripubblicato

03.04.2018

Completato T.Park.
Che dire? Ha saputo affascinare pur non essendo totalmente immersivo in ogni parte di gioco.

[Federico M.]

Qualche tempo fa ho trovato Rogue Legacy (Cellar Door Games, 2013) a pochi spiccioli su Gog, un platform con generazione dei livelli procedurale uscito non troppi anni fa ma dallo stile retro che va tanto di moda.
Tutto il gioco si svolge su un'unica mappa, suddivisa in zone. Sconfitto il boss di ogni zona, si può accedere al boss finale. La particolarità del gioco, e ciò che gli da il titolo, è che quando si viene sconfitti si comincia una nuova partita interpretando un discendente del personaggio usato nella partita precedente. Ogni personaggio ha una classe di appartenenza ed ha delle abilità particolari che lo contraddistinguono, tali da rendere le partite sempre un po' differenti.
Purtroppo però, al di là di qualche elemento RPG (i soldi raccolti in una partita possono essere usati per potenziare il personaggio della partita successiva) ed un buon numero di abilità ed equipaggiamenti, il gioco non propone molta sostanza e il concetto di discendenza tra i personaggi interpretati è solo uno specchietto per le allodole: le azioni che compirete con un personaggio non andranno in nessun modo ad influire sui personaggi successivi, generati in modo casuale dal gioco. Semplicemente il denaro raccolto in una partita può essere usato nella successiva, come se fosse "ereditato", il concetto di discendenza e l'eredità del titolo (legacy) finiscono banalmente qui. Peccato, perchè si potevano sviluppare delle meccaniche interessanti. Una volta terminato il gioco, potrete continuare a rigiocarlo a difficoltà maggiore, ma senza nessun nuovo elemento di gameplay.
Però... è divertente! L'ho finito ed ho continuato a rigiocarlo per settimane. È il classico gioco da "ancora una partita e poi smetto". Consigliato se lo trovate sotto i 5€.

Ho poi rigiocato a Quake 2 (Id software, 1997). Questa credo fosse come minimo la terza volta che lo giocavo (la prima nel 1999, la seconda nel 2014, molto probabilmente ci fu qualcosa anche nel mezzo). Rimane sempre un ottimo gioco, ma lo considero inferiore sia al capitolo precedente (quake1 ha un'atmosfera e un'ambientazione pazzesche e fu un passo avanti enorme rispetto a Doom) che al capitolo successivo (quake 3 arena offriva il divertimento del multiplayer anche in single-player, grazie a dei bot ben programmati ed ad un bilanciamento delle meccaniche che ha fatto scuola per anni). Al di là delle migliorie tecniche al motore di gioco (la ID software non creava giochi, creava motori 3d e poi ci costruiva un gioco attorno per poterlo vendere, più o meno) si può dire che la sostanza rimaneva quella già vista in Doom: trova la chiave rossa, uccidi i nemici, trova la chiave blu, uccidi i nemici, trova le altre chiavi necessarie, uccidi i nemici e esci dal livello, ripeti. Da Hexen il gioco ereditava la presenza di hub che collegavano più mappe e la necessità di entrare ed uscire dalle stesse per poter portare a termine un'unità, il fascino del fattore esplorativo era però indebolito dal fatto che il gioco ci informava costantemente sulla prossima mossa da compiere (torna nel livello x e prendi la chiave y).
All'epoca forse molti non si erano ancora stufati di tutto questo (credo che qualcuno non si sia ancora stufato nemmeno ORA), ma in retrospettiva credo che il gioco non vada certo considerato un capolavoro ma solo un prodotto ottimamente confezionato, cosa comunque non da poco!
Ultima nota sulla difficoltà: l'ho finito al livello massimo, Nightmare, eppure non l'ho trovato particolarmente difficile, strano. Al massimo livello di difficoltà i primi due Doom erano davvero un incubo e Quake1 dava filo da torcere, Quake2 impensierisce molto meno.

Li ho giocati entrambi su Linux! Rogue Legacy è disponibile nativamente, mentre per Quake 2 ho usato un source port chiamato Yamagi.

[Giocherellone]

Ottimo articolo, Fede!

E' sempre un piacere leggere i tuoi commenti, con la competenza e la passione che ti contraddistingue!

Spero ci delizierai presto con altre succose chicche!

[Federico M.]

Ottimo articolo, Fede!

Non chiamiamoli articoli (quelli sono una cosa seria realizzata da professionisti), solo solo appunti di... viaggio

[Blackmonkey]

Da poco ho (ri)finito Psychonauts, per prepararmi all'uscita del secondo capitolo. In genereale è sempre un bel gioco, ma alcuni livelli (tipo il teatro) sono anche meglio di come me li ricordavo.

Ora ho iniziato un curioso giochino, The Longing, attirato dallo stile grafico e dall'insolita (non so neanche bene come definirla) "meccanica": il gioco ha una durata di 400 giorni. Di vita reale.

Vi lascio qui il breve trailer:

[Federico M.]

Donkey Kong Country 3: Dixie Kong's Double Trouble (Super Nintendo, 1996)

Per anni l'ho considerato un capitolo inferiore, un paio di volte l'ho pure cominciato distrattamente senza mai andare oltre il primo mondo: la scorsa settimana, complice il non poter uscire di casa, ho voluto per la prima volta dargli una chance e mi sono messo a giocarlo seriamente. Wow, che gioco!

Ho sempre apprezzato la serie Donkey Kong Country fin dalla fine degli anni '90, quando mio fratello portò a casa la cartuccia del primo capitolo e ci giocai per settimane sul mio Super Nintendo, ancora saldamente collegato al televisore in un periodo in cui probabilmente in molti stavano già dandoci dentro con la successiva generazione di console. Da allora ho giocato altri capitoli della serie, l'ultimo su Wii: Donkey Kong Country Returns, che ritengo, nostalgia a parte, il capitolo migliore.
Perchè ho sempre snobbato questo terzo capitolo della trilogia originale, ora che l'ho giocato, non lo so più. Forse il primo livello un po' spoglio? Una mappa di gioco per la prima volta esplorabile e all'apparenza un po' dispersiva? O forse il personaggio di Kiddy Kong poco accattivante? Il gioco forse, a differenza degli altri capitoli, va approfondito maggiormente per essere capito perchè i primi segnali che ci invia sono un po' disorientanti.
Alcuni livelli si distaccano dal passato e sono più riflessivi, lenti. In uno dei primi livelli l'azione ogni tanto si interrompe perchè dobbiamo alzare delle saracinesche appendendoci a delle leve per avanzare, in altri non è subito chiaro come ottenere un oggetto a forma di moneta (DK coins) da un nuovo nemico e tra un livello e l'altro capita di incontrare personaggi amichevoli (i Fratelli Orso) che ci parlano di cose non subito chiare. Il gioco non è una successione senza fine di livelli e azione, ma aggiunge un sottile strato fatto di piccoli enigmi, scambio di oggetti ed esplorazione del mondo di gioco. Se in un primo momento tutto questo può spiazzare il giocatore che viene dai due capitoli precedenti, ben presto si fa apprezzare e si integra perfettamente con il resto del gioco, non rovinando in alcun modo l'esperienza e non snaturandone lo stile. Queste sono infatti solo sfumature, perchè il gioco al 99% è puro platform adrenalico ai massimi livelli!

Se già il capitolo precedente aveva cercato di inventarsi nuove variazioni per rendere i livelli più vari, questo terzo capitolo prosegue su questa strada aggiungendo nuove situazioni: in un livello subacqueo dobbiamo avanzare nel buio rischiarati solo dal bagliore di un pesce che emana luce solo se colpito, in un altro dobbiamo muoverci velocemente nella foresta per evitare di essere fatti a pezzi da una sega che avanza pericolosamente dal basso, in un altro ancora i comandi sono invertiti e rischiamo di finire addosso ai nemici ad ogni passo, oppure siamo in assenza di gravità, o inseguiti da un pesce o... su un razzo! La varietà, insomma, non manca e il gioco fa di tutto per non farci annoiare fornendoci sfide sempre nuove ma sempre in perfetto stile Donkey Kong Country con controlli precisi e affidabili come Rare ci ha saputi viziarei, personaggi e fondali prerenderizzati da lasciare a bocca aperta (all'epoca almeno!) e musiche avvolgenti.

I piccoli enigmi e la ricerca di oggetti collezionabili non sono obbligatori, ma servono solo per chi vuole finire il gioco al 100% (e oltre!) Rispetto ai capitoli precedenti, il gioco pone maggiore enfasi su questo aspetto e il design dei livelli è tale da suggerire SEMPRE (ma comunque in modo più o meno sibillino) al giocatore la posizione dei vari segreti. Una banana posta in un punto strano, un nemico posizionato lontano dal percorso principale... guardandosi attorno mentre si attraversa un livello è sempre possibile cogliere questi piccoli suggerimenti. Questo avveniva anche nei capitoli precedenti, ma non in modo così puntuale: talvolta era neccessario andare a tentativi, per esempio provando a colpire coi barili ogni parete fino a trovare quella da rompere o lanciandosi come dei lemmings in ogni dirupo, a costa della vita. Qui questo non avviene, il giocatore è sempre preso per mano, anche se la mano... a volte è nascosta e bisogna cercarla. Dei capitoli della trilogia Super Nintendo questo è infatti l'unico che mi sono sentito stimolato a completare al massimo andando a trovare tutti gli oggetti, tutti i segreti. Nei capitoli precedenti ci provavo, ma poi ci rinunciavo, non sentivo che lo sforzo valesse la pena. In questo, Donkey Kong Country 3 è più simile al capitolo per Wii e per me è cosa graditissima: l'abbondanza di contenuti bonus ottenibili trovando oggetti collezionabili e aree segrete nei livelli è il moivo per cui Returns è il mio capitolo preferito. Se Donkey1 ti premiava per aver provato a buttarti da ogni singolo dirupo, Donkey3 ti premia per essere un buon osservatore: francamente lo trovo molto meno frustrante, un design più onesto. Questo significa che Dixie Kong's Double Trouble è più facile? Col cavolo! Il gioco offre croccante pane per i denti degli appassionati del genere platform e spesso filo da torcere per chi vuole "platinare" il gioco. La schermata del Game Over si mostrerà con ben poca dolcezza.

Per concludere, Donkey Kong Country 3: Dixie Kong's Double Trouble è il degno capitolo conclusivo della trilogia classica e non offre nulla di meno dei capitoli precedenti, anzi! Uscito nel periodo in cui i 16 bit stavano ormai cedendo il passo a sistemi più potenti ed esperienze di gioco più complesse, può rappresentare ora un ottimo tuffo nel passato bidimensionale per tutti coloro che se l'erano perso, abbagliati dai riflessi sulle superfici tridimensionali dei promettenti CD. Se avete apprezzato i primi due e questo vi manca, non fate scherzi. Ci son due scimmie da salvare...

Una nota a margine sulla grafica e sulla colonna sonora.
La grafica prerenderizzata è leggermente diversa da quella del primo Donkey Kong Country: forse nei due capitoli successivi le geometrie dei modelli 3D usati erano meno primitive o l'illuminazione e le texture più complesse, è difficile dirlo. O forse è solo la nostalgia, ma ho sempre avuto l'impressione che il primo capitolo avesse una grafica più distintiva, iconica, pulita, ma forse proprio perchè più primitiva e meno dettagliata. Il secondo e questo terzo capitolo sono diversi, migliori ma diversi. È curioso come a volte dei limiti tecnici caratterizzino uno stile. Un po' come le versioni EGA di alcuni vecchi giochi, per alcuni migliori delle versione VGA, nonostante queste ultime siano più "ricche".
Per quanto riguarda la colonna sonora, non mi è chiaro quanto sia stato coinvolto il compositore David Wise, so che ci lavorò ma non so in che misura. Il porting per Game Boy Advance ha una colonna sonora interamente nuova composta esclusivamente da lui, ma non l'ho ascoltata, avendo giocato la versione Super Nintendo. Forse le musiche sono l'unico aspetto del gioco che ritengo leggermente inferiore ai precedenti: non annoiano, affascinano, ma sono meno memorabili.

[Blackmonkey]

Ah, il buon vecchio Charlie Brown Donkey Kong... Il mio primo incontro con lui fu alle elementari, nel Donkey Kong Land per game boy di un amico.
In tempi più recenti ho giocato alcuni capitoli per GB e SNES su emulatori, ma non ricordo di preciso quali né se li ho completati... Credo di aver almeno iniziato i primi 2 County per SNES e un Land per GB.
Invece ho giocato più di una volta Donkey Kong, il figlio del gioco per cabinato, sempre su GB. Quello in cui Mario deve salvare la sua fidanzata...

Tu l'hai giocato sull'emulatore o hai ancora una console funzionante?

PS: ho finito The Longing! No, non vengo dal futuro. Nel gioco ci sono modi per concludere in anticipo e per alterare lo scorrere del tempo.

[utdefault]

Recentemente, una full (re)immersion nel seguito di un classico survival horror: Resident Evil 2.
Rispetto all'epoca, stavolta terminato anche con la protagonista femminile. Il capitolo mancante si è così concluso, potendone apprezzare totalmente la storia.

In proposito, qualcuno ha giocato al remake?

Ottimo articolo, Fede!

Non chiamiamoli articoli (quelli sono una cosa seria realizzata da professionisti), solo solo appunti di... viaggio

Beh, quello che hai fatto ora con Donkey Kong, meriterebbe proprio un topic a parte. Nel caso, postalo pure in Altri Giochi. E complimenti per la tua recensione.

[...] nel Donkey Kong Land per game boy di un amico.

Una sorta di primordiale lan-party, quanto alle connessioni neurali con la combriccola.

PS: ho finito The Longing! No, non vengo dal futuro.

Davvero? Non è che tu sia Capitano Futuro, per caso?
Tornando al punto, com'è la storia che il gioco riesce ad avanzare anche quando manca la pila dell'orologiaio alla periferica di gioco?

[Blackmonkey]

Una sorta di primordiale lan-party, quanto alle connessioni neurali con la combriccola.

Un LAN party a turni, direi

Per The Longing, quando il gioco si avvia rileva l'ora da internet (o dal PC se scollegato, suppongo).