Le memorie di Guybrush Threepwood: Gli anni di Monkey Island
A beneficio di quelli di voi che hanno sempre sognato di diventare un pirata, di padroneggiare la spada e il mare, di rubare ricchezze inimmaginabili, di tracannare grog fino a quando non vi venga il capogiro e vi si contorca lo stomaco, e di cercare quel misterioso e potente elisir, conosciuto come il vero amore, io, Guybrush Threepwood, scrivo queste righe, nella speranza di dissuadervi dal tentare. Imparate dall'esempio, se permettete ...
Capitolo Primo,
IN CUI ARRIVO SU MELEE ISLAND IN CERCA DELLA MIA FORTUNA
Sono arrivato su Mêlée Island™ stanco dal mio viaggio per il mare aperto e sentendo la mancanza del Vecchio Mondo, ma desideroso di diventare un vero e proprio bucaniere. Una vecchia vedetta scorbutica mi indirizzò ad una taverna, lo Scumm Bar, il ritrovo dei pirati locali.
Ho camminato lungo la scogliera e lungo il molo fino a quando sono arrivato allo Scumm Bar, uno posto chiassoso pieno di degenerati, volgari, luridi: i pirati. Due dei pirati nella stanza di fronte, un uomo amichevole di nome Mancomb Seepgood e un tizio sinistro con un occhio cisposo, mi hanno dato alcune informazioni circa i poteri locali, tra cui il temibile - e morto! - pirata fantasma LeChuck. Mi è stato detto di dirigermi nel retrobottega, dove i pirati dall'aspetto importante, gli stessi di cui la guardia aveva accennato, stavano al loro tavolo.
Mi sono fatto coraggio e mi sono avvicinato. "Voglio essere un pirata," esclamai. Non sembravano impressionati, ma mi hanno parlato delle tre prove che avrei dovuto intraprendere prima di poter essere accettato come un vero puzzolente pirata tracanna-grog. Gli ho chiesto ulteriori informazioni su ciascuna delle tre prove, e poi li ho lasciati al loro grog.
Era giunto il momento di prendere un po' di grog per conto mio. Ho aspettato finché il cuoco non si fu diretto barcollando fino alla stanza sul davanti. A questo punto mi sono infilato di soppiatto dalla porta della cucina. Non sono riuscito a trovare una tazza per il grog, ma, essendo un apprendista pirata, ho rubato una pentola e un vecchio pezzo di carne - un bottino non molto interessante, ma pur sempre un bottino. Ho anche cercato di impadronirmi del pesce appoggiato al pontile sul retro. Un gabbiano mi ha impedito di avvicinarmi fino a quando non ho trovato una tavola cedevole in un angolo del molo. Sono riuscito così ad allontanare la fastidiosa bestia abbastanza a lungo per agguantare il pesce.
Soddisfatto di aver abilmente rubato tutto quello che potevo, ho lasciato il bar, in cerca di azione ...
Capitolo due,
IN CUI ESPLORO LA CITTÀ E SCOPRO UNO STRANO POLLO
Sono andato per la mia strada, attraverso un arco e dentro alla città vera e propria, dove mi sono avvicinato ad un cittadino dall'aspetto sospetto che ciondolava ad un angolo. Mi ha parlato di suo cugino Sven, così gli ho raccontato del mio barbiere, Dominique. Ho pensato che la conversazione fosse destinata a concludersi. Poi, di punto in bianco, si è offerto di vendermi la mappa di cui avevo più bisogno per completare la prova della caccia al tesoro. Volevo la mappa, ma non potevo pagare quanto chiedeva.
Dall'altra parte della strada c'erano alcuni Uomini di Bassa Morale, il tipo di persona verso cui mia madre mi aveva messo in guardia. Quando ho chiesto loro circa l'uomo che ha cercato di vendermi la mappa, hanno cercato di vendermi una copia del verbale dell'ultima assemblea cittadina di Mêlée Island™. Li ho convinti a pagarmi due pezzi da otto per alleggerirli di una copia. Altro bottino!
Entrando in una porta sul lato destro della strada, ho scoperto il negozio voodoo locale. Evitavo sempre la roba voodoo, ma ho potuto agguantare un pollo insolito. Un pollo di gomma, con una carrucola in mezzo. Non avevo mai visto
niente di simile in vita mia. Così, naturalmente, l'ho rubato.
Nel retro del salotto ho incontrato una misteriosa maga. Mi ha parlato del mio futuro. Beh, di parte di esso.
Ho lasciato il salotto voodoo e ho proseguito attraverso un arco sotto l'orologio della città. Subito dopo l'arco c'era l'ingresso di un negozio di generi alimentari. Il negozio veniva gestito da un uomo vecchio e scorbutico che mi sorvegliava così fermamente che non ho potuto trafugare né la spada né la pala che avevo trovato. Purtroppo, i miei due pezzi di otto non erano abbastanza per una transazione legittima. Avevo bisogno di oro, e ne avevo bisogno disperatamente.
Sono andato due porte più in giù fino ad una prigione e ho cercato di parlare con il prigioniero, ma tutto quello che ho ricevuto da lui è stato un'alitata dello stesso puzzo di un topo sul viso. Sono fuggito al negozio, ho suonato il campanello per il servizio, e ho chiesto delle mentine per l'alito, che il vecchio uomo felicemente mi ha venduto. Sono tornato alla prigione e donato una mentina al prigioniero, che, quando l'ho chiesto, mi ha detto che il suo nome era Otis. Gli ho domandato perché fosse stato arrestato e se potevo fare qualcosa, e lui mi ha parlato di un fiore giallo che cresce nella foresta e mi ha chiesto un pò di repellente per ratti. Gli ho detto che non avevo nulla per i topi, ma gliene avrei portato un pò se lo avessi trovato.
Pensando che la città mi avesse offerto tutto ciò che aveva, per il momento, feci dietrofront percorrendo la strada da cui ero venuto, al di là della postazione della vedetta, per i sentieri dell'isola.
Capitolo Tre,
IN CUI CONOSCO I FRATELLI FETTUCCINI, VENGO SPARATO DA UN CANNONE E MI DO ALLO SHOPPING SELVAGGIO
Ho girovagato per i sentieri dell'isola fino a giungere ad una radura al suo centro, dove ho trovato un tendone da circo. All'interno della tenda ho incontrato Alfredo e Bill Fettucini, due buffoni litigiosi vestiti con tutine attillate fluorescenti. Mi hanno offerto un lavoro come collaudatore per un nuovo numero acrobatico da loro concepito. Volevano spararmi da un cannone. Quando mi hanno offerto 478 pezzi di otto per il mio disturbo ho colto al volo l'occasione. Qualsiasi cosa per l'oro spagnolo! Ho indossato la pentola presa dalla cucina come una sorta di casco e mi sono arrampicato nella canna di un vecchio cannore da nave.
Dopo alcuni confusi minuti barcollavo nuovamente sui sentieri dell'isola, con la testa che vibrava ma le tasche che tintinnavano. Mi sono fermato abbastanza a lungo ad un bivio per esplorarlo un pò e trovare il fiore giallo di cui Otis aveva parlato. Ho preso un petalo e sono tornato in città.
Una volta lì, ho speso le mie ricchezze nell'acquisto di tutto ciò che era disponibile. Ho comprato la mappa dal cittadino all'angolo, la spada e la pala dal negoziante.
Desideroso di usare la mia nuova spada, ho chiesto al negoziante dove si potesse trovare il Maestro di Spada. Lui non ha voluto dirmelo, ma è andato via da solo a casa del Maestro di Spada per ottenere l'approvazione alla mia visita. Stanco di aspettare il suo ritorno, ho lasciato il negozio in cerca di avversari per potermi allenare. Avrei potuto chiedere al negoziante di mostrarmi dove vivesse il Maestro di Spada quando sarei stato più preparato per lo scontro.
Capitolo quattro,
IN CUI MI ALLENO E PORTO A TERMINE LA PRIMA PROVA, L'USO DELLA SPADA
Pronto a intraprendere la mia prima prova, ho lasciato la città alla ricerca di un degno avversario per allenarmi nella scherma. Gli scontrosi individui che si aggiravano per i sentieri dell'isola non erano propensi ad aiutarmi, così mi sono diretto verso una casa all'estremo margine orientale dell'isola. Prima che potessi raggiungere la casa, sono stato fermato da un fastidioso troll che custodiva un ponte lungo il sentiero. Gli ho consegnato il mio pesce e lui mi ha lasciato passare.
Giunto nella casa ho trovato la palestra del Capitano Smirk, un uomo con un collo come un tronco d'albero. In un primo momento, non voleva accettarmi come apprendista spadaccino, ma sono riuscito a convincerlo con il mio spirito caparbio ... e il mio oro.
Per le successive dodici ore, ho combattuto contro un macchinario diabolico fatto di molle, manichini, ruote e strani marchingegni fino a quando ho perfezionato la mia forma e lo stile. Dopo che l'estenuante allenamento fisico era terminato, Smirk mi rivelò il vero segreto dell'esperto nel combattimento con la spada: l'arte dell'insulto. Il capitano mi fece conoscere gli insulti di base, dopodiché mi ha avviato nel mondo reale tra spade che si scontrano e parole taglienti.
Sapevo già che non avrei mai potuto sconfiggere il Maestro di Spada senza aver fatto un pò di pratica con i dilettanti che come me che vagavano sull'isola. Mi sono posizionato ad un incrocio affollato tra i sentieri dell'isola ed ho aspettato degli avversari sui quali poter affilare la mia lama.
Venivano da me come falene ad una lanterna, ed ho combattuto contro di loro con tutte le mie abilità, imparando nuovi insulti e repliche da ogni pirata che avvicinavo. Anche se ho perso i primi scontri, ho in breve tempo acquisito un ampio repertorio di insulti (e letali controrisposte), che avrebbero potuto sconfiggere senza sforzo pressoché ogni pirata che avesse attraversato la mia strada. Ho continuato a combattere, crescendo in abilità e ingegno, finché un pirata sconfitto ha dichiarato che ero così bravo da poter battere il Maestro di Spada.
Ho immediatamente deciso di cercarla.
Sono tornato al negozio in città, e ho trovato il negoziante, lamentoso come al solito, dietro il bancone. C'è voluto davvero poco per convincerlo a tornare dal Maestro di Spada. Questa volta, quando il negoziante ha lasciato il negozio, l'ho seguito. L'ho pedinato fuori dalla città, al bivio tra i sentieri dell'isola, e lungo i tortuosi sentieri della foresta fino alla dimora del Maestro di Spada.
Dopo aver ascoltato la conversazione tra il negoziante ed il Maestro di Spada - una donna bella e pericolosa di nome Carla - mi sono fatto avanti e l'ho sfidata. Mi ha subito sconfitto con insulti che non riuscivo a immaginare.
Moralmente abbattuto, sono tornato per i sentieri di Mêlée Island™. Quando ho provato combattere contro altri pirati per imparare le risposte alle offese del Maestro di Spada, mi sono reso conto che nessun uomo sull'isola ne conosceva le repliche. Dopo un paio di combattimenti, sono tornato al Maestro di Spada, terrorizzato da una rivincita. Questa volta l''ho trovata senza l'aiuto del negoziante, con dirigendomi a piedi direttamente verso la luce che proveniva dalle sue finestre nel bosco a nord del bivio.
Quando abbiamo combattuto di nuovo, ho provato disperatamente ogni risposta che pensavo avrebbe potuto funzionare contro i suoi pungenti insulti. Questa volta, ci sono riuscito! Le risposte ad altri insulti andavano bene anche contro i suoi insulti. Il Maestro di Spada ha ceduto dopo un paio di round, e mi ha dato una T-shirt di qualità per dimostrare che l'avevo sconfitta.
Ho lasciato la foresta, fiero della mia vittoria. Avevo completato la prima prova!
Capitolo Cinque:
QUELLA VOLTA IN CUI RUBO UN IDOLO E CONOSCO LA DONNA DELLA MIA VITA
Mi precipitai allo Scumm bar per riportare i miei progressi ai pirati dall'aspetto importante. Erano impressionati. Ho lasciato il bar ringalluzzito, ho fatto una passeggiata per la città, e ho scoperto che la residenza del governatore si trovava oltre la prigione nella zona più periferica della città. Potevo immediatamente darmi fa fare con la prova del furto.
Davanti alla casa del governatore c'erano alcune delle bestie più terrificanti che avessi mai visto - letali barboncini piranha in preda ad una furia famelica. Felice di accontentarli, ho insaporito la carne rancida recuperata allo Scumm bar con un petalo del fiore giallo proibito, raccolto nella foresta ed ho gettato la mia creazione in pasto ai barboncini. Hanno subito banchettato su quella prelibatezza, ma dopo pochi minuti sono andati tutti al tappeto addormentati, grazie alla droga presente nel petalo.
La villa del Governatore sembrava abbastanza tranquillo al mio arrivo. Ho oltrepassato la prima porta ed ho visto che non era affatto così. Quando finalmente mi sono allontanato dopo varie scazzottate, un buco nel muro, una mandria di roditori, un rinoceronte, e un incontro con lo sceriffo, avevo ottenuto un manuale di stile, una lattina di repellente per topi, e un set di labbra di cera. Ciononostante avevo ancora bisogno di una lima per potermi impossessare dell'idolo.
Ricordando la promessa fatta a Otis, gli ho portato il repellente per i ratti e mi sono diretto alla prigione, immaginando che così l'avrebbe potuto usare sui topi nella cella. Per il mio disturbo mi ha regalato una torta di carote - di certo non era un grande premio, ma immagino che non avesse nient'altro. Dopotutto era stata una notte di lavoro che mi aveva messo una certa fame, così ho provato a mangiare la torta, e mi sono ritrovato con una lima in bocca!
Tornai di corsa alla villa, lima in mano, e mi tuffai attraverso il buco nel muro. Come in un sogno, mi sono visto superare gli ultimi ostacoli, e, alla fine sono uscito trionfante ... l'idolo era mio! Purtroppo, la polizia locale, nella veste dello sceriffo Fester Shinetop, mi ha intercettato ed era sul punto di portarmi via quando, improvvisamente, il governatore entrò nella stanza.
Oh splendida bellezza! Oh bellezza lucente! Quando gli occhi del Governatore incrociarono i miei, ho capito che avevo trovato il mio vero amore. Con poche parole taglienti, mandò via Fester.
Quando il governatore si rivolse a me ... soave, ho risposto alla sue domande. Mentre chiacchieravamo, la mia eloquenza e le mie buone maniere raggiunsero nuove vette. Ho cercato di tessere una tela di parole in cui catturare l'oggetto del mio desiderio.
Beh, sono abbastanza sicuro che sia andata in quel modo, ne sono quasi certo ...
E dopo lei se ne andò.
Immerso in una nube di euforia, sono tornato indietro verso la porta d'ingresso, solo per trovare Fester che mi aspetta, armato di una corda e una missione. Ben presto mi trovai sei piedi sott'acqua, legato all'idolo, in procinto di annegare ... ciononostante tutto ciò a cui riuscivo a pensare era il governatore Marley.
Dopo qualche minuto di panico, sono tornato in me e ho preso l'idolo. Fermandomi soltanto per recuperare la spada, mi sono arrampicato fuori dall'acqua.
Li c'era di nuovo lei, il governatore del mio cuore! Mi parlò. Io le parlai. Mi sono chinato a baciarla ... e ancora una volta se ne andò via, lasciandomi da solo con le mie prove. Dovevo davvero, davvero, davvero concludere le mie tre prove.
Capitolo Sei,
IN CUI HO SCAVO PER TROVARE UN'ALTRA T-SHIRT
Tutto ciò che rimaneva era la prova della caccia al tesoro, così ho tirato fuori la mappa che avevo acquistato dal cittadino all'angolo di Mêlée. Lezioni di ballo? Me l'aveva fatta! Poi ho fatto molta attenzione. La prima parola di ogni riga sembrava significativa. Potevano essere indicazioni di percorsi attraverso la foresta.
Mi sono diretto all'ingresso della foresta al bivio tra i sentieri dell'isola, e ho seguito le indicazioni della mappa: indietro, sinistra, destra, sinistra, destra, indietro, di nuovo a destra, a sinistra e indietro. Ho capito, dopo breve tempo, che "indietro" non voleva dire che avrei dovuto fare marcia indietro, né che "a sinistra" significasse che dovevo girare a sinistra. Invece mi sono immaginato, come una figura in un quadro e, quando le istruzioni dicevano "sinistra" o "destra", mi sono diretto fuori dal lato sinistro o destro del quadro. "Indietro" significava invece prendere le vie centrali verso la parte superiore del quadro.
Con questo strano schema di riferimento in mente, ho seguito le istruzioni e sono arrivato ad una piccola radura, proprio attraverso alcuni alberi. Avevo trovato il tesoro! La "X" era segnata chiaramente, così come la targa commemorativa di bronzo e le istruzioni per diseppellire il bottino. Non vedevo l'ora di sentirmi scorrere l'oro tra le dita. Ho tirato fuori la mia pala e ha iniziato energicamente a scavare. Ore dopo, mentre la mia mente annaspava per l’impazienza e la mancanza di sonno, ho scoperto finalmente il tesoro, che era ... un'altra sciocca T-shirt! Che problemi hanno queste persone?
Tornai in città - le mie tre prove erano completate - felice per i successi raggiunti ... ansioso di cercare
la mia amata.
Capitolo Sette,
IN CUI IN CUI SCOPRO CHE IL DISASTRO HA COLPITO LA MIA LA MIA PICCOLA CONIGLIETTA DA SACCHEGGIO
Sono arrivato al molo appena in tempo per veder svanire una nave spettrale all'orizzonte. La sentinella mi ha informato che il mio vero amore, la mia metà, il mio unico amore, la luce della mia vita, il Governatore, era stata rapita. Quella creatura marcescente proveniente dalle profondità della terra, il pirata fantasma LeChuck, l'aveva portata via al suo putrido rifugio.
Proprio così, LeChuck; il tizio morto!
Gli avrei fatto vedere chi era il pirata migliore. La mia mente si mise in moto. Avrei dovuto trovare una nave e un equipaggio, viaggiare verso l'isola proibita di Monkey Island ™, rintracciare LeChuck, e salvare il mio amore.
Capitolo Otto,
IN CUI RECLUTO UNA CIURMA PER SALVARE IL GOVERNATORE
Prima di tutto andai alla prigione in città, dove Otis mi promise di entrare nella mia ciurma se lo avessi liberato. Successivamente ho controllato allo Scumm Bar per cercare qualche potenziale membro dell'equipaggio, ma tutti erano andati via, abbandonando, nella fretta, le loro tazze. Raccolsi le varie tazze e ne riempii una con del grog fresco, preso dal barile in cucina. La tazza cominciò a sciogliersi! Quel grog era sicuramente della roba forte.
A quel punto fui colpito da un idea. Versai il grog dalla tazza che stava fondendo, all'interno di un'altra tazza, mentre mi dirigevo velocemente verso la prigione. Nel momento in cui la seconda tazza stava quasi per sciogliersi, mi fermai e nuovamente trasferii il grog in un'altra tazza “integra”. Ho dovuto ripetere la procedura alcune altre volte durante il cammino verso la prigione di Otis, ma sono riuscito a conservare una tazza quasi piena di roba.
Ho versato il grog all'interno della serratura della cella di Otis, e mi sono allontanato mentre il metallo si scioglieva. Otis è balzato fuori dalla cella – ed è andato via! “Che razza di codardo” pensai. Mi serviva ancora un equipaggio.
Sono ritornato dal Maestro di Spada. Carla non volle credere alla mia storia finché non le ho mostrato la nota che aveva lasciato LeChuck. Sconcertata, accettò di far squadra con me e stabilimmo di incontrarci al molo.
Non riuscivo a pensare ad altri che potessi reclutare, così ho provato ad esplorare l'isola di Mêlée Island™. All'estremità a Nord notai una casa costruita su una piccola isola. Apparentemente l'unico modo per raggiungere quell'isoletta comprendeva un cavo che era stato disteso al di sopra del canale. Alla fine avevo trovato un uso per il mio pollo con la carrucola al centro. L'ho usato sopra il cavo teso e sono sfrecciato dall’altra parte. Hah! Forse i fratelli Fettuccini sarebbero stati interessati a questo numero ...
Nella casa sull'isola ho incontrato Mr Meathook, un tizio gradevole senza capelli, senza mani e con un tatuaggio parlante. Gli ho chiesto di aggregarsi al mio equipaggio, ma lui ha rifiutato di aiutarmi finché non gli avessi dimostrato che ero abbastanza coraggioso da poter guidare una ciurma.
Meathook voleva una prova del mio coraggio: se fossi riuscito ad affrontare l'orribile, feroce bestia che gli aveva rovinato l'esistenza, mi avrebbe accettato come suo capitano. Aprì tre enormi barricate, rivelando una porta in legno. Io ho aperto quest'ultima cautamente ed ho visto il diavolo alato imprigionato li dentro. Sono riuscito a malapena a controllare il mio terrore abbastanza a lungo da toccare il becco di quell'orrore senza nome.
Meathook era stupito. Gli ho gentilmente permesso di indulgere in una quantità adeguata di umiliazioni personali, dopodiché gli ho dato istruzioni su dove incontrarci al molo.
Capitolo Nove,
IN CUI ACQUISTO UNA NAVE USATA
Sperando che un equipaggio di due persone sarebbe stato sufficiente, ho cominciato a esplorare l'isola per cercare una nave disponibile. Avendo notato un ammasso di insegne luminose, e deducendo brillantemente che doveva trattarsi di una rivenditoria di barche usate, mi sono diretto subito a quello che si è rivelato essere il Cantiere delle Navi Usate di Stan.
Stan voleva essermi amico, voleva mostrarmi il vero significato di qualità, voleva offrirmi l'affare del secolo. Stan aveva intenzione di spremermi il midollo dalle ossa.
Mi era caduto l'occhio sulla nave mezza affondata alla fine del molo, la più economica nave di Stan. È saltato fuori che anche quella era troppo costosa per me. Ho chiesto allora di farmi credito. Stan mi ha suggerito che una nota di credito dal magazziniere sarebbe stata accettabile. Mi fiondai così in città. Mentre andavo via, Stan mi ha dato una bussola e uno dei suoi biglietti da visita. Ho chiesto al negoziante una nota di credito. Lui mi ha chiesto se avessi un lavoro. Ho mentito. Mentre sbloccava la cassaforte al piano di sopra, ho guardato attentamente memorizzando i giri della manopola. Portando una nota di credito, il magazziniere è tornato alla sua scrivania, e ha ripreso a farmi domande in un modo così accanito che ha scoperto la mia piccola bugia. A questo punto ha nuovamente chiuso a chiave la nota, e io ho guardato ancora una volta per esser certo di aver capito la combinazione.
Quando è sceso al piano di sotto ho finto un rinnovato interesse nei confronti del Maestro di Spada, e lo scontroso vecchietto infine ha accettato di andare a trovarla DI NUOVO. Nel momento in cui se ne è andato, ho aperto la cassaforte, spingendo la maniglia in senso orario e tirandola in senso antiorario per muoverla come aveva fatto lui. Ho preso la nota di credito e sono tornato da Stan.
Stan credeva di essere un abile commerciante. Pensava davvero di poter ottenere 10.000 pezzi da otto per quel rottame che galleggiava a malapena! Gli ho riso in faccia e ho spostato la discussione sugli optional. Mentre snocciolava una "caratteristica" inutile dopo l'altra sono rimasto immobile e ho rifiutato tutto quanto. L'avevo messo alle corde! Ho fatto una contro-offerta di 2.000 pezzi da otto. Lui ha abbassato il prezzo. Ho minacciato di abbandonare tutto quanto. Mi ha implorato di tornare. Gli ho offerto 3.000 pezzi da otto, poi 4.000, minacciando ogni tanto di abbandonare tutto per tenere Stan in bilico. In poco tempo ho contrattato astutamente fino a soli 5.000 pezzi da otto. Stan ha temporeggiato per un momento, infine si è arreso.
Noi Threepwood siamo abili negoziatori. Il povero Stan non ha mai avuto una chance.
Capitolo Dieci:
IN CUI SALPO, FALLISCO NEL SEDARE UN AMMUTINAMENTO, HO UN FREMITO PER IL VENTO NEGLI ALBERI DELLA NAVE ... E QUASI FINISCO NELLA ZUPPA
Ho trovato Stan al molo della città. Insieme ci siamo ritrovati ad ammirare il mio acquisto. Stan voleva ritrattare il suo affare, ma io non volevo sentirne. Mi ha dato qualche libro di navigazione e se ne è andato poco prima che il mio equipaggio mi raggiungesse. Mi ha fatto piacere scoprire che Otis aveva deciso di unirsi a me, dopo tutto. Poco dopo, sono arrivati Meathook e Carla. Non eravamo neanche saliti a bordo della nave, che ho percepito il dissenso della ciurma. Celando i miei timori, li ho spinti a bordo il più velocemente possibile.
La mattina seguente, ho cercato di riaffermare la mia autorità. Il mio equipaggio non sembrava essere molto colpito. Scoraggiato, da un equipaggio inutile e ribelle, ho cominciato allora a perdere la fiducia nelle mie capacità di salvare il Governatore Marley. In preda alla depressione, mi sono ritirato nella cabina del precedente capitano e ho rovistato tra i suoi beni. Il mio bottino fu molto scarso: una penna d'oca a sfera con dell'inchiostro, e un diario di bordo che ho trovato in un cassetto della scrivania. Non avendo niente di meglio da fare, l'ho letto dall'inizio alla fine. Sembrava che il precedente capitano fosse arrivato su Monkey Island™ per puro caso! Se solo avessi potuto capire come c'era riuscito!
Due livelli sotto la coperta mi sono imbattuto nella cambusa. L'armadio era pieno, tra tutte le cose possibili, dei miei cereali preferiti. Ho aperto una delle scatole e ho trovato, con mia grande gioia, una sorpresa in premio. Quando l'ho esaminata da vicino, ho visto che si trattava di una piccola chiave!
Sono tornato nella cabina del capitano e ho provato la chiave nell'armadio dal lato di babordo, rivelando una cassa che era stata nascosta al suo interno. Entusiasta, ho tirato la cassa fino al centro del pavimento. Sono rimasto deluso nel constatare che la cassa conteneva, non i valori che avevo previsto, ma solo un pezzo di carta e alcuni bastoncini di cannella. Mentre esaminavo questi misteriosi reperti, mi venne in mente che forse, probabilmente, avevo trovato qualcosa di grande valore. Questa ricetta poteva essere la chiave per arrivare su Monkey Island™! Avevo bisogno di trovare il resto degli ingredienti.
In un angolo della stiva della nave, sotto la sezione dell'equipaggio, ho trovato una cassa contenente una bottiglia di buon vino. Quello sarebbe andato bene come sangue di scimmia… Mamma diceva sempre che le migliori ricette erano quelle in cui si potevano fare sostituzioni.
Mi sono procurato una manciata di polvere da sparo --- un sostituto perfetto per lo zolfo --- dai barili nella stiva. Tornare sul ponte, era inutile finché non ho notato la scala di corda sottile che portava in cima all'albero maestro. Mi sono arrampicato fino sulla coffa ed ho preso il mio "teschio umano pressato", il Jolly Roger.
Sono tornato in cambusa, dove una pentola stava già bollendo sul fuoco. Ho cominciato a gettare gli ingredienti: un bastoncino di cannella, alcune mentine per l'alito (probabilmente meglio delle foglie), il Jolly Roger, l'inchiostro (che non aveva mai visto l'interno di un calamaro), qualche goccia di vino, il mio fedele pollo di gomma, e la polvere da sparo.
A questo punto la ricetta mi rese perplesso. Ossido di zinco? Cloridrato? Non avevo idea di cosa potessero essere. È stato allora che ho notato l'elenco degli ingredienti sulla scatola di cereali che stavo mangiando. Con una scrollata di spalle ne ho gettati una manciata. C'è stata una terrificante esplosione e un odore come di cavolo passato da mesi. Sono svenuto.
Capitolo Undici:
IN CUI RICORDO CON AFFETTO I FRATELLI FETTUCCINI
Mi sono svegliato con la lingua secca sul sudicio pavimento della cambusa. Avevo come l'impressione che, mentre ero rimasto privo di sensi, qualcuno mi avesse ficcato un mucchio di vecchie calze nella zucca. E non avevo ancora avuto l'occasione di bere del grog!
Sono salito barcollando fino al ponte, per scoprire che la nave era in qualche modo miracolosamente arrivata a Monkey Island™.
Dal momento che nessuna scialuppa era disponibile, dovevo trovare un modo per arrivare dalla nave all'isola. La risposta mi fu chiara fin troppo presto. Il cannone sul ponte mi riportava in mente inquietanti ricordi dei Fratelli Fettuccini e del loro Cannone del Terrore. Tornai di corsa alla cambusa per prendere la piccola pentola dalla credenza. Ho preso un pezzo di corda dalla stiva, insieme ad un'altra manciata di polvere da sparo. Ho messo la polvere da sparo nella bocca del cannone e ho usato la corda come una miccia.
Ora dovevo accendere la miccia. Sono tornato allora alla cambusa ed ho usato una delle mie magliette con il fuoco sotto la pentola. La T-shirt si è infiammata subito! Mi sono affrettato di nuovo sul ponte con la massa fiammeggiante con cui ho toccato la miccia. A questo punto sono velocemente saltato nella bocca del cannone, giusto in tempo per essere sparato verso la mia destinazione, volando con grazia attraverso l'aria come un grande acrobata. Sono atterrato dolcemente su Monkey Island™.
Capitolo Dodici:
IN CUI ARRIVO SU MONKEY ISLAND™
Quindi ero li, sulle rive del Monkey Island™ con la testa sotto la sabbia e una spiacevole sensazione di calore in prossimità del posteriore. Mi sono tirato fuori dalla sabbia ed ho esaminato il paradiso in cui ero stato piantato. Una banana era caduta da un albero nelle vicinanze, e io l'ho raccolto come salvaguardia contro la futura fame. Vicino l'albero vi era una barca a remi dall'aspetto robusto, ideale per esplorare le acque dell'isola. Visto che non avevo remi, ho rimandato l'idea di un'esplorazione acquatica e mi sono addentrato nella giungla, pronto per qualsiasi cosa terrificante nascosta in agguato.
Il punto di riferimento più vicino era una profonda, inquietante fenditura sulla superficie dell'isola. Non sembrava esserci un modo per scalarne le pareti, così sono tornato nella giungla e ho continuato ad esplorare.
Ho camminato a nord dal canyon alla deviazione del fiume. C'era un ponte al bivio e una nota, che ho letto. Mi sono reso conto che l'isola era abitata da cannibali!
Da cannibali che costruiscono ponti! Da cannibali che scrivono appunti! Su carta intestata! Spaventoso. Avrei trovato molti altri appunti del genere su Monkey Island™, ma non voglio annoiarvi con i particolari.
Ho attraversato il ponte e mi sono arrampicato su una serie di appigli sulla scogliera. In cima alla scogliera, ho trovato un altro biglietto e anche un esemplare estremamente sofisticato di opera d'arte primitiva. Ho spinto e tirato l'opera d'arte da ogni lato, ammirando il modo in cui era stata bilanciata.
Ho scalato un altro gruppo di appigli che terminavano sulla cima di una montagna con una vista mozzafiato di Monkey Island™. Potevo vedere la mia nave, e riuscivo a distinguere l'albero di banane che segnava il mio punto di atterraggio. Mentre mi aggiravo sulla cima, un uomo puzzolente e lacero si è avvicinato, farfugliando follemente. MI sono sentito molto sollevato quando finalmente mi ha lasciato solo. Ho spinto una roccia isolata oltre il bordo del picco. Per qualche miracoloso meccanismo, l'arte primitiva sulla sporgenza di sotto ha reagito alla mia azione lanciando la roccia quasi dall'altra parte dell'isola.
Sono sceso fino all'arte primitiva e la ho spinta facendola ruotare. Tornato nuovamente sulla cima della montagna, ho preso un'altra pietra da un mucchio di rocce e la ho spinta al di la della pendice. Dopo alcuni altri tentativi, regolando l'arte primitiva a varie angolazioni e spingendo le rocce giù dalla cima, ho diretto un colpo preciso sull'albero di banane sulla spiaggia.
Sono sceso al bivio del fiume e sono tornato nella giungla, in direzione di un vulcano che avevo individuato all'estremità a nord-ovest dell'isola. Un calmo lago blu luccicava al centro del cratere vulcanico, e ho camminato intorno ad esso. Sul bordo occidentale del vulcano c'era un fortino improvvisato, costruito probabilmente dal povero naufrago che avevo da poco conosciuto. Io ero un pirata, e ovviamente ho saccheggiato il posto. Il mio magro bottino: un cannocchiale e un giro di corda. Ho ribaltato il cannone così da aggiungere una palla di cannone e una piccola quantità di polvere da sparo alla refurtiva.. Nel momento in cui ho provato a lasciare il fortino, il naufrago mi ha intercettato. Sembrava innocuo, anche se molto fastidioso, e alla fine sono fuggito con il mio bottino.
Dopo ho camminato verso est fino ad uno stagno asciutto, dove, ancora una volta, sono stato avvicinato dal naufrago straccione, che ha detto di chiamarsi Herman Toothrot. Ha accennato qualcosa sull'attesa di essere salvato. Mi ha raccontato di un suo amico che, proprio mentre parlavamo, stava pendendo orribilmente da un ramo di un albero sopra lo stagno. Toothrot era evidentemente pazzo, così gli ho detto di andare via. L'amico defunto di Toothrot, però, aveva qualcosa che volevo. C'era un pezzo di corda nelle sue mani. Ho avuto la sensazione che ne avrei avuto bisogno.
Capitolo Tredici:
IN CUI IMBRIGLIO IL SOLE, FACCIO ESPLODERE ALCUNE COSE E RACCOLGO UNA CORDA
Purtroppo, il cadavere e la corda erano fuori portata. Io però, avevo un piano. Il corpo era appeso ad un vecchio tronco marcescente. Se avessi potuto in qualche modo sollevare quel tronco, il mio silenzioso amico sarebbe disceso a portata di mano.
Ho camminato sul letto fluviale secco fino a quando sono arrivato di nuovo al bivio. C'era una diga lì, costituita di grossi massi. Ho messo della polvere da sparo tra le rocce.
Ora avevo bisogno di accendere la polvere da sparo. Ho aperto il cannocchiale che avevo trovato al fortino; all'interno si trovava una lente di buona qualità. L'ho usata per concentrare gli intensi raggi solari sulla polvere da sparo, e BOOM! Stavo venendo trascinato dalla corrente nel fiume appena riempitosi.
Un pò umido, ma di buon umore, sono tornato allo stagno, dove ho scoperto che il tronco si era sollevato con l'acqua che saliva, riducendo così la distanza dal suolo sia dell'uomo che della corda. Congratulandomi con me stesso per la brillantezza e l'astuzia, ho preso la corda e sono corso al luogo in cui sapevo che sarebbe stata utile: la fenditura.
Capitolo Quattordici:
IN CUI USO LA MIA CORDA E PRENDO IL MARE
Ho scoperto un ramo solido sul margine della fenditura, ho legato una delle corde ad esso, e sono sceso fino a metà strada nel crepaccio. Lì ho trovato un tronco abbastanza robusto da sostenere me e l'altra mia corda. Mi sono calato con la seconda corda fino al fondo del baratro.
Nel fondo della fenditura ho trovato un paio di remi. Li ho tirati su dal lato della parete rocciosa e mi sono diretto verso sud attraverso la giungla, di nuovo alla barca a remi sulla spiaggia a sud.
Quando ho raggiunto la spiaggia ho scoperto che i miei esperimenti con l'arte primitiva mi avevano portato qualcosa di buono. C'erano altre due banane ai piedi dell'albero di banane. Me le sono infilate in tasca. Un pò appiccicaticcie.
Ora che avevo dei remi, potevo usare la barca a remi per remare intorno all'isola.
E così ho remato ...
Capitolo Quindici:
IN CUI INCONTRO DEI SINISTRI NATIVI
Ho remato ad est oltre una penisola dall'aspetto strano con una radura al centro, e a nord, oltre la catena montuosa che aveva limitato i miei progressi sull'isola finora. All'estremità settentrionale dell'isola ho notato una spiaggia ed un rudimentale villaggio di indigeni. Ho pensato che lì avrei potuto trovare qualcosa che mi sarebbe stato d'aiuto, così sono attraccato sulla spiaggia e mi sono avvicinato.
Il villaggio sembrava deserto. Ho avuto la possibilità di arricchire la mia collezione di banane; ho rubacchiato alcune banane dalla ciotola posata di fronte a una grossa testa di pietra. Stavo andando via dal villaggio quando ho appreso, con mio grande sgomento, che non era deserto, dopo tutto.
I nativi non hanno approvato la mia abitudine di rubare banane. In verità erano pronti ad arrostirmi, a meno che non li avessi calmati con un dono. Gli ho offerto una banana e una palla di cannone. Li hanno rifiutati entrambi. Forse se avessi tenuto con me il pollo di gomma con una carrucola in mezzo ...
Mi hanno imprigionato in una lugubre capanna mentre discutevano la corretta preparazione del Soufflé Guybrush.
Sentendomi un pò malconcio e funereo, ho raccolto un teschio dal pavimento e mi sono preparato per abbandonare la scena. "Ahimè, povero Yorick ... " Hey! A proposito di abbandonare la scena! C'era una tavola allentata sotto quel teschio! Con un nuovo slancio di fiducia, mi sono reso conto che Guybrush Threepwood avrebbe, dopo tutto, visto un'altra alba.
Ho sollevato la tavola mobile e ho battuto rapidamente in ritirata fino alla barca a remi e al lato sud dell'isola.
Capitolo Sedici:
IN CUI AMMAESTRO UNA SCIMMIA E SCOPRO UN PREZIOSO PICCOLO IDOLO INSIGNIFICANTE
Ho remato indietro fino alla spiaggia dove le mie avventure su Monkey Island™ erano iniziate. Nulla era cambiato, ad eccezione del fatto che adesso avevo più banane. Alla disperata ricerca di compagnia, mi sono addentrato nella giungla e con le mie banane ho dato da mangiare ad una scimmia che stava girovagando vicino alla spiaggia. Le ha divorate rapidamente e felicemente; dopo ciò, non mi avrebbe più lasciato. Mi seguiva ovunque andavo e faceva tutto quello che io facevo. Frivola scimmietta.
Ho deciso di esplorare la radura sulla penisola all'estremità orientale dell'isola. Ci sono andato a piedi, invece di prendere la barca dal momento che non volevo spaventare il mio nuovo compagno, che era adatto agli alberi e non all'acqua.
Nella radura, ho trovato una testimonianza degli orribili abusi e delle pratiche disgustose dei nativi - tre esseri umani erano infilzati su lunghi bastoni appuntiti. Sono rabbrividito quando mi sono reso conto che avevo visto tante persone morte su Monkey Island™ quante erano quelle vive. Sono rabbrividito di nuovo quando ho pensato che non mi avevano mai insegnato a difendermi dai bastoni appuntiti.
Esplorando ancora nonostante il mio miglior buonsenso, ho visto una cosa sorprendente - una testa di scimmia delle dimensioni di una casa. Attorno questa mostruosità c'erano un certo numero di idoli intagliati con cura. Volevo guardare più da vicino, ma una staccionata me lo impediva
Due totem dalla struttura intricata erano posizionati li vicino, mi fissavano. Sarei potuto salire su di uno di essi e scavalcare il recinto? Mi sono appeso al naso del totem, sperando di poter sollevare una gamba, e improvvisamente è apparsa un'apertura nel recinto. Nel momento in cui ho rilasciato il naso, il recinto si è chiuso di nuovo. Il mio compagno primate mi ha aiutato subito. È saltato verso il naso ed è rimasto appeso, aprendo il passaggio e permettendomi di avanzare. Ho attraversato l'apertura e ho esaminato gli idoli. Ho preso il più piccolo, un idoletto insignificante, in parte perché speravo di poterlo usare con i nativi per avere in cambio il loro aiuto, e in parte perché mi stavo abituando all’idea di arraffare qualunque cosa non fosse inchiodata a terra.
Capitolo Diciassette:
IN CUI FACCIO AMICIZIA CON GLI ABITANTI DELL'ISOLA E MI PROCURO UNA STRANA CHIAVE ED UNA TESTA AGGIUNTIVA
Ho nuovamente remato verso il lato settentrionale dell'isola, questa volta armato del piccolo idolo insignificante. Quando ho raggiunto il villaggio, i nativi hanno di nuovo minacciato di mangiarmi. Li ho pregati di darmi un'altra possibilità. Loro mi hanno dato la chance, e io ho dato loro l'idolo. Sembravano contenti, e mi hanno lasciato da solo nel villaggio.
Intravvedendo l'opportunità di ampliare il mio inventario, mi sono avviato in audacemente alla capanna dei nativi e ho preso il raccoglibanane di Herman. Mentre me ne andavo, ho trovato Toothrot gironzolare all'entrata del villaggio, che borbottava. Evidentemente era venuto in cerca del suo raccoglitore. Gli ho dato il raccoglibanane in cambio della chiave per la testa di scimmia. Era di gran lunga la chiave più strana che avessi mai visto: era un lungo bastone bianco con dei soffici pezzi di cotone incollati a ciascuna estremità.
Ero appena entrato nella giungla quando mi sono reso conto che i nativi potevano avere informazioni preziose sulla testa di scimmia. Sono tornato al villaggio e gli ho fatto altre domande. Loro mi hanno detto che LeChuck nascondeva l'ingrediente chiave di una sorta di intruglio anti-fantasma a bordo della sua nave spettrale, nelle profondità di Monkey Island™.
L'ingresso al nascondiglio di LeChuck era attraverso le fauci della gigantesca testa di scimmia stessa!
I nativi si sono anche lasciati sfuggire accidentalmente che avevano un metodo segreto per orientarsi attraverso il labirinto di catacombe che conduceva al covo di LeChuck - la testa raggrinzita di un marinaio. Avevo bisogno di quella testa, ma gli indigeni erano riluttanti a separarsene. Ho dato loro una delle brochure con cui Stan mi aveva tormentato, il volantino dal titolo "Come Riuscire nella Navigazione". Ho dato una buona occhiata alla testa del navigatore, e ho avuto un ripensamento sul fatto che la volessi veramente. Yuck!
Sono tornato al margine meridionale dell'isola.
Capitolo Diciotto:
IN CUI VENGO INGHIOTTITO DA UNA SCIMMIA E METTO IL MIO DESTINO NELLA TESTA DEL NAVIGATORE
Mentre stavo fermo a fissare la gigantesca testa di scimmia, sono stato preso da un impulso inspiegabile di utilizzare la chiave gigante con il gigantesco orecchio della scimmia!
Con mia grande sorpresa, ha funzionato: la bocca della scimmia si è aperta e una lingua è rotolata fuori, invitandomi ad entrare nelle enormi fauci. Sono entrato e sono sceso giù per una scala costituita da gigantesche vertebre scimmiesche. Davanti a me c'era un caotico labirinto di passaggi tortuosi e parti del corpo contorte. Dalle pareti e dai pavimenti spuntavano bulbi oculari, nasi, mani e viscidi, enormi cuori umani. Ho desiderato, e non per la prima volta, di non aver mai lasciato la mia confortevole casa nel Vecchio Mondo.
Ho consultato la testa del navigatore. Per essere una testa decapitata, era estremamente collaborativa. Ogni volta che mi fermavo per un attimo, mi si girava tra le mani e indicava la direzione verso cui dovevo camminare. La testa mi ha guidato in tutte le direzioni. A volte ho pensato che stavo tornando indietro, ma mi sono sempre trovato in aree del tutto nuove di questo luogo inquietante.
Dopo quelle che sono sembrate ore di cammino, la testa mi ha portato alla famigerata nave fantasma del Pirata LeChuck.
Capitolo Diciannove:
IN CUI ESPLORO IL COVO DI LECHUCK E RECUPERO IL NECESSARIO PER LA SUA FINE
La nave brillava di una luce blu inquietante. Ho scacciato la paura, dal momento che mi sono reso conto che la radice voodoo che LeChuck nascondeva sulla nave, essendo l'unico mezzo possibile per distruggere un fantasma, rappresentava la mia unica speranza di liberare il Governatore e di coronare i miei sogni. Sono salito sulla nave.
Era piena di fantasmi! Stavano ballando e se la spassavano, suonavano strumenti, e si lanciavano i teschi al ritmo di musica. Uno spettro con la testa che si staccava mi ha visto e mi ha cacciato lontano dalla nave.
A quel punto mi sono ricordato che gli indigeni mi avevano detto che la collana della testa del navigatore avrebbe potuto rendere invisibile ai fantasmi colui che la indossava. Purtroppo, la testa non voleva rinunciare alla sua collana. Abbiamo discusso sulla questione fino a quando ho ottenuto ciò che volevo con la minaccia di lanciarlo con un calcio nella lava. Ho indossato la collana e sono salito di nuovo sulla nave, sperando che questa volta non sarei stato visto.
Non sono stato visto, ma, quando ho cercato di aprire la porta cigolante in direzione della poppa, sono stato sentito.
Rinunciando per il momento a quella porta, ho provato quella sul versante opposto e mi sono ritrovato nella cabina dello stesso LeChuck! Il malvagio fantasma stava guardando fuori dalla finestra della cabina. Una chiave dall'aspetto importante era appesa al muro vicino a lui. Quando mi sono avvicinato per prenderla, un qualche sesto senso deve aver messo in allarme LeChuck. Temendo di tentare l'approccio diretto, ho cercato di trovare un modo più furtivo di carpire la chiave.
Mi sono ricordato che la bussola che Stan mi aveva dato conteneva un potente magnete. Ho semplicemente puntato la bussola verso la chiave, che è galleggiata silenziosamente verso di me. Chiavi in mano, ho lasciato LeChuck alle sue meditazioni.
Tornato sul ponte principale, ho trovato una botola che conduceva agli alloggi della ciurma. Non avevo mai immaginato che i fantasmi dormissero. Le implicazioni teologiche erano sorprendenti, ma questa è un'altra storia. Un membro dell'equipaggio si era appisolato nella cuccetta. Quello che volevo senza indugio da questo spettro dormiente era la sua bottiglia grog, ma ogni volta che ho cercato di avvicinarmi ad essa, lui la abbracciava come se fosse un orsacchiotto.
Ho attraversato la stanza, entrando in una stiva in cui ho trovato degli animali fantasma. Mi è infine venuto in mente che una piuma fantasma avrebbe probabilmente funzionato per scuotere un fantasma addormentato. Ho provato a prendere uno dei polli fantasma e strappare la piuma di cui avevo bisogno. Sono tornato dal membro della ciurma che dormiva e gli ho solleticato i piedi un paio di volte. Alla fine ha lasciato cadere la bottiglia grog.
Ho recuperato la bottiglia e sono tornato ad esplorare più a fondo la stanza con gli animali fantasma. Ho trovato una cassa che era stata inchiodata, incatenata bullonata, legata, incollata e saldata. C'era evidentemente qualcosa di importante in essa. Sul pavimento vicino alla cassa vi era un portello bloccato.
Ho usato la chiave della cabina di LeChuck sul portello e sono sceso in una seconda stiva, dove mi sono trovato di fronte ad un aggressivo topo fantasma. Volevo un pò del grasso nella tinozza dietro di lui, ma non mi azzardavo ad avvicinarmi al piccolo demone dai denti aguzzi. A quel punto mi è venuto in mente di versare un pò di grog in una scodella li vicino, che la brutta creatura ha lappato avidamente. Finì subito svenuto sul pavimento.
Ho raccolto un mucchietto di quel viscido lardo dalla tinozza e sono tornato fino al ponte della nave, dove ho unto la porta cigolante. La porta si è aperta con appena un sussurro. Dentro ho trovato una serie di strumenti fantasma ... e l'ingresso ad una cella. Sicuramente il mio amato Governatore era imprigionato li dentro!
Avrei dovuto recuperare la radice voodoo e convincere i nativi a preparare un pò della loro pozione anti-fantasma prima di essere in grado di salvare il Governatore. Ho portato gli strumenti giù nella stiva dove avevo recuperato la piuma fantasma, e li ho usati per aprire la cassa brillante.
All'interno della cassa c'era la radice voodoo magica.
Capitolo Venti:
IN CUI FACCIO UN'ORDINAZIONE PER UNA SALSAPARIGLIA ED INCONTRO UNA SCIMMIA A TRE TESTE
Ho lasciato la nave e mi sono avventurato nuovamente verso il villaggio.
Gli indigeni sono stati più che felici di preparare un pò di spruzzatore per spiriti. Armato contro le interferenze spettrali, sono tornato alla nave fantasma per prendermi la rivincita.
Purtroppo, quando sono tornato, LeChuck era andato via già da tempo. Ho saputo da un membro della ciurma che LeChuck aveva preso la nave e il governatore di Mêlée Island™. Il ripugnante pirata voleva
sposare la mia fidanzata!
Nel momento in cui ho a lasciato quelle catacombe, mi sono reso conto che la mia nave era in fondo all'oceano. Come avrei fatto a tornare a Mêlée? Per fortuna, Toothrot è arrivato a salvarmi. Mi ha confidato di avere una sua nave, quindi abbiamo usato quella per tornare su Mêlée Island™.
Capitolo Ventuno:
IN CUI PRENDO A CALCI UN SEDERE
Quando siamo arrivati su Mêlée Island™, sono corso al molo. Ho perso poco tempo con i fantasmi sulla banchina; la pozione magica funzionava proprio come dicevano gli indigeni.
Ho corso attraverso la città, solo per essere intercettato da un altro spettro. Ero armato e disperato, così anche questo fantasma, che insisteva per vedere il mio invito al matrimonio, è diventato un budino cosmico. Mi sono precipitato in chiesa e ho gridato al ministro di fermare il matrimonio.
Il confronto con il mio arci-nemico LeChuck era ormai imminente. Mentre mi preparavo a distruggerlo, il mio tenero amore è comparsa di sorpresa. Lei aveva il suo piano per distruggere LeChuck! Amo una donna che sa prendere il controllo della situazione. Stavo per fare fuori da me il malefico pirata fantasma, quando ha fatto ricorso alla violenza fisica, nella quale, devo ammettere, era estremamente abile. Mi ha colpito con lo stile e la grazia di un camion, ehm, di un cannone di tre tonnellate. Sono volato con un ampio arco sopra l'isola e ho perso la presa sulla birra di radice voodoo, la mia unica arma contro LeChuck. Le cose non stavano andando bene.
LeChuck mi ha dato ancora un pugno, e poi ancora. Prima di accorgermene, mi sono ritrovato a guardare l'interno di quella che ho concluso essere la macchina per il grog di Stan. Una bottiglia di birra di radice era rotolata fuori mentre io entravo. Ho sentito la voce di Stan, attutita dalle pareti della macchina. Qualche istante dopo mi è sembrato che la voce di Stan stesse rapidamente allontanandosi. Per qualche motivo, questo non mi ha infastidito molto. Mi ha infastidito quando LeChuck mi ha tirato fuori dalla macchina del grog e ha provato nuovamente a colpirmi…
Ma io, con piede lesto e mente ancor più veloce, ho afferrato la bottiglia di birra di radice che era caduta dalla macchina del grog. Armato di un sostituto della pozione magica, ho schizzato LeChuck nell'oblio.
LeChuck è esploso in modo incredibile, illuminando l'intera isola e dando alla serata un aspetto caldo e romantico. Tanto meglio, perché mi sono girato per un rumore dietro di me e ho trovato il mio zuccherino lì in piedi.
Si è offerta di comprarmi una birra alla radice.
Epilogo:
IN CUI RIPENSO A QUANTO È GIÀ ACCADUTO
Guardando indietro, faccio fatica a credere di essere stato il ragazzo innocente, senza pretese che è approdato per la prima volta su Melee Island™, ansioso di combattere e di far fortuna. Ora sono un uomo, temprato dalla battaglia, ricco, e folle ancora follemente innamorato del mio Governatore. Sembra che non mi sia rimasto nulla da fare. Potrei benissimo vivere il resto della mia vita in perfetta serenità e soddisfazione.
Solo una cosa continua a tormentarmi.
Non ho mai scoperto il Segreto di Monkey Island™...